Alessandrini (Pd): “Ferranti? E’ stato un capolavoro di tutti, chi si vuole sfilare se ne assumerà le responsabilità”

L'INTERVISTA al segretario provinciale del Pd, dagli antefatti alla candidatura del sindaco di Montappone, Ferranti. "Se si sfileranno da un discorso unitario la responsabilità è tutta la loro. Ognuno si assume la propria parte di responsabilità"

Fabiano Alessandrini

di redazione CF

“E’ stato un capolavoro mettere tutte le forze politiche con larga convergenza allo stesso tavolo”. Per decifrare l’Alessandrini pensiero occorre leggere ogni passaggio. Il segretario dei dem, infatti, fa un percorso a ritroso, da Ferranti a Rotoni, passando per Massucci e Calcinaro. Fino a Fratelli d’Italia, che ha annunciato la propria avversione per quel listone unico partorito da Pd, Lega, Forza Italia e Udc.

E rispetto alle prime incrinature dentro il suo partito, Alessandrini insiste nel dire che “nel Pd non esistono dissidenti” (mentre noi confermiamo l’interlocuzione con importanti esponenti del suo partito, fortemente contrari al percorso e al metodo scelto dal segretario, ndr) e che la contrarietà rispetto alla scelta di Ferranti può venire soltanto da “quella parte che è rimasta fuori o che pensava chissà cosa”.

“Siamo arrivati alla candidatura di Ferranti avendo a mente prima di tutto l’ente Provincia. E quelle che saranno le sfide future che hanno bisogno del contributo di tutti. Quella di Massucci era un candidatura nata sapendo che a Fermo ci sono 5 consiglieri della sua lista, e quindi che poteva allargare ancora di più il campo del centrosinistra ma poi si sa che la candidatura di Calcinaro ha messo tutto in discussione”.

Non vi pesa il fatto di aver annunciato come Pd la sua candidatura?

“Qual è il problema?”

Vi siete esposti parecchio, è innegabile. Parlando anche di conti che sarebbero tornati.

“Dovevamo farlo per forza, non poteva restare una cosa di corridoio. E una volta messa in campo la candidatura Massucci, si è rimescolato tutto. Fare la figura di chi ha annunciato Massucci e poi lo ha ritirato non mi turba. Sono cose che nella politica possono capitare. La verità è che le forze politiche hanno fatto comunemente un capolavoro di responsabilità. Apparentemente può sembrare che abbiamo appoggiato una candidatura e poi l’abbiamo ritirata, invece alla fine è stata raggiunta un’unità d’intenti con tutte le forze politiche per cercare di governare nel migliore dei modi questo ente. Non ci vedo nulla di scandaloso, è un po’ quello che fanno a Pesaro. La partita sulla carta era difficile per tutti, nessuno dei giocatori in campo aveva i numeri per giocarla da solo. Oggi invece mi sembra che il risultato raggiunto sia ottimale per tutti. E non mi sembra una cosa di poco conto. Perché non si è arrivati a una candidatura unitaria? Perché non c’erano le condizioni, non se ne usciva. I partiti questa volta hanno finalmente deciso di riappropriarsi della politica di cui c’è assolutamente bisogno per gestire fasi future così complesse”.

Quindi, quello che lei definisce un capolavoro può essere riassunto in due passaggi: la candidatura di un sindaco di un piccolo Comune e la predominanza del ruolo dei partiti.

“Certamente. C’era un’esigenza dei piccoli Comuni? L’abbiamo raggiunta con una persona che avrà pure le sue tendenze politiche ma che resta equilibrata. Inoltre, i partiti si sono ritrovati intorno al suo nome e sono gli azionisti. L’ente Provincia da qui in avanti, siccome passerà tutta una serie di risorse, tornerà ad avere un ruolo e lì dovrà esserci la politica. Pensiamo all’area di crisi complessa: chi è che ha tessuto tutta l’operazione e tenuto i rapporti a livello nazionale? È stata la Canigola, che si è dimostrata brava anche nel non farne una questione di parte, coinvolgendo Lucentini e collaborando con tutti. E questo lo fai quando c’è la politica vera. È ora di farla finita con la politica fatta in piazza ma serve farla con la testa perché nei prossimi anni passeranno dei treni che dovremo essere in grado di intercettare, oppure questo territorio continuerà ad essere penalizzato. Anche sulla sanità non ci sfugge che la battaglia dovrà essere comune: la sostanza è che i servizi dovranno arrivare e tutti dovremo lottare per questo. Ci sono questioni fondamentali su cui non ci si può dividere, altrimenti le lezioni di questi ultimi anni non saranno servite a nulla”.

Da ultima, è arrivata la pesante presa di posizione da parte di Fratelli d’Italia.

“Se si sfileranno da un discorso unitario la responsabilità è tutta la loro. Ognuno si assume la propria parte di responsabilità”.


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