Il recente rapporto Istat su livelli di istruzione e partecipazione alla formazione ha confermato un preoccupante ritardo dell’Italia rispetto al resto dell’Ue. La pandemia in questo senso ha reso la situazione ancora più allarmante, evidenziando vulnerabilità e disparità territoriali. Esiste inoltre un legame appurato tra bassi livelli di istruzione e povertà, con una maggiore incidenza del problema nelle famiglie in cui la persona di riferimento non ha il diploma. Vediamo allora più nel dettaglio la situazione attuale in Italia e in particolare nelle Marche.
L’importanza dell’accesso all’istruzione
Durante la crisi legata alla pandemia, le famiglie con un livello di istruzione più basso si sono scontrate con maggiori ostacoli. Si sono infatti riscontrati numeri di povertà assoluta più alti tra le famiglie senza diplomati, con un aumento del 2,3% durante il 2020. Spesso ci si trova poi intrappolati in un circolo vizioso, in cui bassa istruzione e povertà sono legate da un rapporto di causa ed effetto che va in entrambe le direzioni. Le famiglie meno istruite sono quindi più povere, e hanno di conseguenza meno opportunità di formarsi e accedere all’istruzione. Una volta cresciuti, dunque, i bambini provenienti da queste famiglie rischiano di avere a loro volta meno possibilità di accedere a carriere ben remunerate e ad alta qualifica.
Il quadro attuale nelle Marche e a Fermo
Le Marche sono in una posizione di mezzo per quanto riguarda i livelli di istruzione, con disparità rilevanti all’interno della regione. Queste sono dovute in parte a collegamenti inadeguati dei comuni dell’entroterra, e dai danni del sisma che hanno danneggiato maggiormente proprio queste aree. La situazione è migliore nei territori vicini a sedi universitarie, come Urbino, Macerata e Camerino.
Per quanto riguarda la provincia di Fermo, si riscontrano buoni livelli di scolarizzazione a Porto San Giorgio, dove il 56,8% dei residenti ha almeno un diploma o una laurea. Resta indietro invece appunto l’entroterra, dove in diversi comuni oltre il 60% dei cittadini si ferma alla licenza media. Nello specifico, si tratta di Torre San Patrizio (65.8%), Monte Rinaldo (64,9%), Massa Fermana (64,8%), Monte Urano (64,5%), Montegranaro (63%), Francavilla d’Ete (62,3%). Queste cifre possono essere in parte legate a una popolazione più anziana residente nelle zone interne e montuose, ma danno comunque un segnale d’allarme sulle vulnerabilità del territorio regionale e provinciale.
Soluzioni e opportunità per il futuro
Tra le misure necessarie ci sono quindi quelle riguardanti lo sviluppo del territorio, per rendere accessibili scuole e università agli studenti di tutta la regione. Altrettanto importante è la digitalizzazione di borghi rurali e zone periferiche, con adeguati collegamenti alla fibra veloce.
Questo può poi creare le condizioni per una formazione continua anche al di fuori delle sedi tradizionali, permettendo a giovani e adulti di indirizzarsi verso carriere ad alta qualifica. Diminuirà così il rischio di esclusione sociale e di rimanere bloccati tra lavori precari e disoccupazione, favorendo una situazione di maggiore stabilità e serenità per individui e nuclei familiari. Ad esempio, frequentare un corso da programmatore informatico come quello di aulab può essere un modo per entrare in un settore in espansione, con buone possibilità di impiego e di crescita. Senza bisogno di una laurea si possono così apprendere le basi di programmazione e gli strumenti necessari per lavorare come programmatore web.
Il settore digitale offre diversi altri vantaggi, come quello di una formazione agile e accessibile online, la possibilità di lavorare frequentemente in remoto, e una gamma di specializzazioni disponibili per crescere professionalmente. Per questo è fondamentale che famiglie e giovani abbiano accesso a infrastrutture, dispositivi e connessioni necessarie per formarsi, iniziando così a svincolarsi dalle difficoltà legate a bassi livelli di istruzione.
(articolo promoredazionale)
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