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Pluripremiato il giovane Federico Corazza dell’alberghiero Tarantelli, esultano al ‘Carlo Urbani’

SCUOLA - Il giovane chef: "Voglio proseguire questo mestiere, fare esperienza fuori ma non necessariamente all’estero. Desidero trovare dei ristoranti per crescere in questo mondo, crescere professionalmente e poi tornare a casa per apportare ciò che ho appreso". La preside D'Ignazi: "Siamo una realtà piccola e bella. A noi preme dare importanza all’alunno che è il centro della scuola"

di Alessandro Luzi

Federico Corazza, studente d’eccellenza dell’istituto alberghiero Tarantelli di Sant’Elpidio a Mare, grazie all’impegno, alla passione e alla dedizione per la cucina, è riuscito ad ottenere due premi di rilievo nel settore. Infatti dopo aver raggiunto il primo posto a livello regionale, approda alla fase finale del concorso Miglior allievo degli istituti alberghieri, competizione tenutasi a Treviso, che ha visto la partecipazione dei migliori studenti a livello nazionale. Diciannove erano i partecipanti, all’incirca uno per ogni regione d’Italia. Nonostante l’alto livello della competizione, Federico ha ottenuto l’importante traguardo del secondo piazzamento. Fieri i professori e la preside del Carlo Urbani di Porto Sant’Elpidio che oggi hanno omaggiato il giovane Corazza con una conferenza stampa nell’aula magna dell’Iiss ‘Carlo Urbani’ di Porto Sant’Elpidio.

Il prof. Pierpaolo Piermarini ha seguito Federico durante questo concorso, iniziato da studente di classe quinta e terminato da diplomato a causa dello slittamento della finale dovuto alla diffusione del Covid-19. Commenta soddisfatto il professore durante la conferenza stampa di questa mattina presso l’IISS Carlo Urbani: “Dopo essere arrivati primi a livello regionale, poi ci siamo confrontati con tutta Italia. Questo prestigioso concorso è attivato dalla Federazione italiana cuochi e ogni anno vengono premiate le eccellenze italiano. A fine settembre è arrivata la chiamata della Federazione per rappresentare le Marche, ho contattato Federico per capire se avesse avuto la volontà di partecipare”.

Ogni anno viene scelto un tema e quest’anno riguardava la pasta fresca, mentre la competizione regionale era incentrata sul pesce azzurro: “Il tema nazionale inizialmente ci ha spiazzato in quanto differiva da quello regionale. Per preparare un piatto serve assaggiarlo più volte e – spiega il professore – poi esercitarsi a realizzarlo in tempi brevissimi. Lì era necessario preparare 4 piatti in 45 minuti, 3 per la giuria e uno di presentazione, questo è veramente molto difficile e oltre alla capacità serve anche saper gestire l’emozione”. Il professore elogia poi il lavoro svolto dallo studente che con solerzia si è messo a disposizione: “C’è stato molto impegno dietro, Federico è venuto tutti i giorni a scuola per esercitarsi e trovare un piatto adatto all’evento, la scelta è virata sui cappelletti. Un ringraziamento va alla preside in quanto ha creduto in questo progetto e ha finanziato tutto il necessario, questo ci ha messo in condizione di lavorare bene”. Dopo il concorso, spazio anche all’incontro tra i partecipanti, questo ha permesso loro di scambiarsi idee e pareri sul loro mestiere e le loro esperienze: “Finito il concorso i ragazzi si sono rilassati ed è stato bello vederli condividere il proprio vissuto e le proprie emozioni. Vederli socializzare tutti insieme è stato veramente bello perché c’è stata competizione e tensione ma poi si è risolto tutti in convivialità”.

Federico ricorda le sensazioni positive vissute durante questo percorso e l’accoglienza ricevuta una volta tornato nella sua Smerillo: “Mi hanno aspettato tutti sotto casa per festeggiare insieme, è stato stupendo in quanto sono molto attaccato al mio territorio e alla mia cittadina”. Questa vicinanza alle origini ricade anche sulla scelta degli ingredienti per preparare il piatto, tutti rigorosamente marchigiani: “Abbiamo utilizzato il cacio sopravvissano, funghi pioppini, tartufo bianco, polvere di cipolla rossa piatta di Pedaso e salsa demi glace. Abbiamo usato tutti i prodotti della linea slow food e abbiamo cercato di valorizzarli al meglio. Invece, dato l’impedimento del regolamento, non abbiamo portato da casa nessun ingrediente”.  Ovviamente le emozioni susseguitesi sono state molto intense: “Ho provato molta più emozione rispetto a Loreto. C’è stata un’ansia incredibile ma grazie a questa sono riuscito al meglio nella preparazione”. Federico si sofferma poi sui complicati criteri di giudizio del piatto: “Erano molti e abbiamo provato a concentrarci su tutti. La giuria premiava il rispetto della tempistica, la qualità, la pulizia, la preparazione professionale, il servizio, la prevenzione dei rifiuti in linea con il criterio di sostenibilità, l’aspetto estetico ed il gusto, il più importante”. Lo studente dedica poi uno spazio ai progetti futuri in quanto la voglia di continuare a coltivare la sua passione è molta: “Voglio proseguire questo mestiere, fare esperienza fuori ma non necessariamente all’estero. Desidero trovare dei ristoranti per crescere in questo mondo, crescere professionalmente e poi tornare a casa per apportare ciò che ho appreso”.

Molto soddisfatta dei risultati ottenuti è anche la dirigente del Carlo Urbani, la prof.ssa Laura D’Ignazi: “Siamo una realtà piccola e bella. A noi preme dare importanza all’alunno che è il centro della scuola. Sono molto contenta di questo obiettivo. Sono orgogliosa anche per la scuola stessa”. Sottolinea poi l’importanza del gioco di squadra tra scuola, professori e studenti: “Il suo successo è frutto di un lavoro di squadra. Questo va ad attestare la qualità dell’offerta formativa e l’alto profilo degli insegnanti. A tali traguardi ci si arriva attraverso il talento, la passione, l’autocontrollo e un lavoro lungo e faticoso. Di certo questi risultati sono un bel biglietto da visita per il ragazzo e la scuola tiene molto a preparare i ragazzi per il mondo del lavoro. Molto spesso dipingiamo male i ragazzi invece hanno talento e tenacia, noi dobbiamo scoprirle e valorizzare le loro capacità”. Federico è sicuramente un ragazzo talentuoso ed abile nel suo mestiere, quindi non resta che augurargli il meglio per il suo futuro prossimo.


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