Un cartello con un messaggio chiarissimo. Certo, non un divieto ma sicuramente un caloroso invito a non parlare di Covid: “Andare dal parrucchiere dovrebbe essere un piacere. Perché parlare di Covid?”. E’ l’appello che la parrucchiera Maura Minnucci, dell’omonima parruccheria di via Postacchini, a Fermo. Insomma quando si è sotto le sue mani, che sia per un taglio, per uno shampoo o per una tinta, sarebbe meglio parlare di tutt’altro. Una richiesta, sì, ma anche, tra le righe, un messaggio di speranza e di ripartenza. Quasi a voler esorcizzare il virus che ha monopolizzato dibattiti e discussioni. Come a dire ‘rispettare le regole per sconfiggerlo, sì. Farci strumentalizzare la mente dal virus, no’.
“Perché quel cartello? Beh – spiega proprio Maura Minnucci – perché ormai non si parla d’altro. Al supermercato sento parlare di Covid, nelle famiglie di parla di Covid, sui telegiornali e sulla stampa quasi sempre e quasi solo Covid, con gli amici tiene banco l’argomento Covid. Alla fine stanca. Non che non sia importante, ci mancherebbe, e non che non faccia bene il confronto. Ma alla lunga stanca, ci si sente esasperati, come se non bastasse la pandemia di suo a sfinirci”. La categoria di Maura Minnucci è una di quelle che maggiormente, in termini economici, ha pagato pegno a causa del Coronavirus, tra chiusure forzate e obbligo di seguire tutta una lunga lista di indicazioni, di rispetto di norme, tutte tese a garantire il contrasto alla diffusione del virus. Lei, come tanti suoi colleghi, si è attenuta alle regole, continua a rispettarle e a farle rispettare. “Ma per favore, andare dal parrucchiere, almeno per come concepisco io il mio lavoro, vocato a far star bene, a far stare meglio il cliente, dovrebbe essere un piacere. Se si parla sistematicamente di Covid non è più un piacere, diventa angoscia, ansia. Conosco persone che ormai non escono più di casa per la paura del contagio, altre che sono andate in analisi. A mio avviso basta rispettare le regole. E non angosciamoci più del dovuto”.
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