Si chiama Petali, l’iniziativa lanciata dal comune di Falerone, con il finanziamento della commissione pari opportunità della regione Marche, per la sensibilizzazione e formazione a rapporti paritari e non violenti tra generi. Coinvolti nel progetto anche l’Isc di Falerone e l’impresa sociale Wega, guidata da Domenico Baratto. Obiettivo primario, come sottolineato in apertura dalla vicesindaca Pisana Liberati, “portarlo nelle scuole e ringrazio domenico Baratto di Wega, che subito si è messo a disposizione gratuitamente per portare avanti l’iniziativa. Saranno coinvolte in particolare le quarte e quinte classe della terra dei 5 nodi, che abbraccia anche Servigliano, Monte Vidon Corrado, Massa Fermana e Montappone. Mi piace molto anche il titolo: Petali è un nome plurale, bello, profumato, ma anche delicato e fragile, richiama l’idea dei bambini”.
Il progetto verterà su tre linee. Saranno interessati genitori, docenti ed alunni. Saranno proposti incontri online per gli adulti, in presenza per i bambini, a scuola di attiveranno laboratori con docenti Wega, che porteranno laboratorio teatrale ed educazione sessuale secondo il metodo teen star. Il progetto proseguirà anche nel 2022 e l’idea è quella di svilupparlo su un periodo triennale. Il Comune sosterrà parte dell’investimento, cofinanziato dalla Commissione pari opportunità della Regione. Dieci le quarte ed altrettante le quinte classi aderenti.
Plaude a Petali il presidente Wega, Domenico Baratto. “La nostra impresa sociale ha lavorato con la Provincia per combattere la violenza di genere. Con i nostri docenti approcciamo un’educazione emozionale ed efficace. Ci piace operare nella formazione nell’entroterra, che a volte viene lasciato un po’ a sé stesso”. L’insegnante Mariarita Frinconi vede nel progetto “una grande opportunità, perchè non possiamo meravigliarci di episodi di violenza e di mancanza di rispetto, se poi mancano gli interventi sui più giovani. La scuola italiana è un’eccellenza, che su alcuni aspetti ha bisogno della collaborazione di altre agenzie, che mettono a disposizione la loro professionalità. Serve inculare il concetto che le differenze sono un valore e fanno parte di noi. Il lockdown ha prodotto chiusura mentale, oltre a quella fisica. I bambini sembrano aver ristretto l’orizzonte”.
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