di Sandro Renzi
“Oggi Porto San Giorgio scrive una pagina importante della sanità regionale”. Con queste parole l’assessore Filippo Saltamartini ha simbolicamente tagliato il nastro del nuovo robot donato dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Fermo all’unità operativa complessa di fisioterapia dell’Area vasta 4. “Una tecnologia che contribuirà ad aumentare l’efficienza del reparto e ad ottimizzare l’attività di riabilitazione dei pazienti conseguente ad incidenti o post Covid” gli ha fatto eco il direttore generale, Roberto Grinta. Non è stata casuale la scelta di installare il robot negli spazi dell’ex convento riconvertito da decenni in ospedale prima e in distretto sanitario poi. Qui, a Porto San Giorgio, tutto il mondo che ruota intorno alla riabilitazione è una piccola eccellenza “alla quale si guarderà anche dagli altri territori” ammette Saltamartini invitando a lasciare da parte i campanilismi “e la loro logica devastante”.
Qualcosa in più lo chiede il sindaco Nicola Loira, spalleggiato dal consigliere regionale della Lega, Marco Marinangeli. L’occasione è propizia e il primo cittadino non se la fa scappare. Sul tavolo Loira ci mette la piscina riabilitativa. “Qui ci manca -dice il primo cittadino- se riuscissimo ad investirci delle risorse, diventeremmo un centro di eccellenza regionale”. Il progetto c’è, ma è vecchio, e forse va ridimensionato. “Sarebbe la spinta per far vivere al meglio questa struttura ed esaltare le professionalità che ci lavorano”. Marinangeli batte sul punto. “Con l’assessore abbiamo già discusso il potenziamento della riabilitazione, dovremmo prendere il vecchio progetto della piscina e valutare come impiegare le risorse del Pnrr in modo da ragionare su questa possibilità e ridare dignità ai presidi periferici”. Che sono tanti anche nel Fermano, da Montegiorgio a Sant’Elpidio a Mare. Le basi per rafforzare questo salto di qualità ci sono. Il robot ne è una dimostrazione. “L’emergenza sanitaria impone una sinergia tra istituzioni pubbliche e private come le fondazioni –spiega il Presidente della Fondazione della Cassa di Risparmio di Fermo, Giorgio Girotti Pucci, accompagnato dal suo predecessore Alberto Palma– ma il privato non può sostituirsi al pubblico. Questa è anche l’occasione per ringraziare tutto il personale sanitario per l’instancabile lavoro che continua ad offrire”.
Qualcosa in più di un semplice robot, quindi, quello che è stato presentato oggi in conferenza stampa. L’unico di cui la struttura sanitaria pubblica della regione è dotata. Una macchina che è in grado di catapultare il paziente, durante la sua attività riabilitativa, in contesti quotidiani e non solo guardando semplicemente uno schermo o interagendo con esso. Una sorta di realtà virtuale amplificata. Romana Attorresi, Direttore dell’Uoc di Medicina fisica e fisioterapia ne ha spiegato il funzionamento. L’opera dell’uomo resta ma viene affiancata da un macchinario altamente tecnologico. “Ora abbiamo un aiuto in più -sostiene la Torresi- si lavora sempre attraverso l’esercizio e il paziente interagisce con la macchina basandosi su stimolazioni delle reti neuronali. Simulazioni multisensoriali che agiscono per lavorare sull’apprendimento motorio. E nel fare la terapia la macchina è in grado di adattarsi a quello che può fare il paziente. Poi c’è l’apparecchio che consente di mostrare al paziente quello che sta facendo. Una sorta di specchio che può stimolarlo. Noi in tempo reale capiamo cosa può fare e non fare. In trenta secondi facciamo vedere al paziente come si muove, il passo, la sua lunghezza e nel fare la terapia la macchina si adatta a quello che il paziente stesso può fare. C’è poi il digiwall, che va oltre lo specchio, andiamo dentro la realtà virtuale, con un avatar che immerge il paziente in ambientazioni del tutto simili alla realtà”. Tra gli interventi anche quello di Anna Maria Calcagni, presidente dell’ordine dei medici della provincia di Fermo, che all’ospedale di Porto San Giorgio ha lavorato per anni. “Servono servizi efficaci per il territorio, non ci può essere valorizzazione dell’ospedale senza strutture periferiche. Occorre la tecnologia”. Il parroco Don Mario Lusek ha infine benedetto il nuovo robot alla presenza di tutto il personale sanitario.
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