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Emergenza sanitaria in lutto, addio a Massimiliano Panfili: “Non sei mai stato sazio di servire il prossimo”

PORTO SAN GIORGIO - Il commovente addio al 51enne sangiorgese scomparso sabato pomeriggio. In chiesa tantissimi militi di varie pubbliche assistenze del Fermano. Con loro medici, non solo del 118, amici e conoscenti per salutare "un uomo che parlava il linguaggio del cuore, quello senza menzogna". Presente anche il sindaco Nicola Loira

di Cristiano Ninonà e Giorgio Fedeli

“Massimiliano Panfili era una persona amata, stimata nel servizio e nella vita. E oggi l’addio diventa lacerante. Ma lui vivrà in tutti noi”. Toccanti, commoventi, le parole di don Mario Lusek che questa mattina alle 10,30 ha officiato le esequie di Massimiliano Panfili, infermiere del 118 spirato sabato pomeriggio, all’età di 51 anni, dopo una malattia che non gli ha lasciato scampo. E a porgere l’ultimo saluto al loro Max, oggi nella chiesa di San Giorgio si sono ritrovate molte pubbliche assistenze del Fermano, medici non solo del 118, amici, conoscenti in una cattedrale gremita. Presenti anche il sindaco Nicola Loira e Francesco Lusek. E poi loro, i tantissimi militi che hanno condiviso con Panfili il soccorso, l’aiutare il prossimo incondizionatamente. Ai lati dell’altare gli stendardi della Croce azzurra di Porto San Giorgio, dell’Azzurra Sant’Elpidio a Mare, delle Verdi di Fermo e Porto Sant’Elpidio, con decine di militi al seguito, insieme a quelli della Protezione civile e dell’Avis. Presenti anche la Croce Arcobaleno di Petritoli e la Croce rossa. Altre pubbliche assistenze, come la Croce verde Valdaso, la Croce gialla Montegranaro, la Misericordia Montegiorgio e la Croce verde Torre San Patrizio, lo hanno ricordato sui social dove a centinaia sono stati i messaggi di cordoglio e costernazione. Cordoglio anche tra i militi della Volontari Soccorso Monte San Pietrangeli e della Croce dei Sibillini. Insomma praticamente tutta l’emergenza sanitaria del Fermano a lutto a cui si aggiunge anche il segretario regionale della Siiet – società italiana infermieri emergenza territoriale, Paolo Armillei che a nome del gruppo regionale si stringe al dolore di tutta la famiglia e dei colleghi per la scomparsa prematura di Massimiliano, della Potes 118 di Fermo.

“Massimiliano ha mostra sempre coraggio nell’affrontare momenti terribili, nell’affrontare il dolore degli altri, e anche il suo. Ecco, allora – il ricordo di don Mario – troviamo il senso della morte nella vita, in come ognuno di noi vive. E Massimiliano, in questo, è stato un esempio. E’ stato un infermiere storico del 118, un’istituzione. E lo dimostrano le tante associazioni presenti in chiesa raccolte in una tristezza corale. Lui ha sognato ed è stato parte attiva nel dare vita a nuove forme di intervento per migliorare la sicurezza nel nostro territorio. Aveva un’innata empatia con i pazienti e i loro familiari. Era una persona che aggregava, sempre pronto a servire il prossimo. Ricordo, oltre che nel suo ruolo di infermiere, anche quando si è occupato dell’assistenza bagnanti, la collaborazione con la Protezione civile, il servizio in ogni tipo di evento. Non è mai stato sazio di servire, regalava sempre attenzione con la mano tesa del soccorritore. Era un uomo in grado di esprimere giovinezza, nelle chiacchierate con gli amici metteva sempre i figli al centro di ogni racconto. Aveva le giornate piene, non ne ha sprecato nemmeno uno di giorno. Lui parlava il linguaggio del cuore, quello senza menzogna”. Don Mario si rivolge ai familiari, la moglie Elisabetta, i figli Alessandra e Niccolò, la mamma Luciana, il fratello Enrico. “Ho visto che lo accarezzavate. Continuiamo ad accarezzarlo con il cuore. Con la sua ilarità ed ironia ha mostrato il meglio di una persona e noi continuiamo ad onorarlo anche se non è più tra noi” ma resterà per sempre Massi, l’uomo che ha rappresentato il soccorso al prossimo, l’uomo che con la sua scomparsa ha straziato cuori riempiendo gli occhi di amici, colleghi, conoscenti, di lacrime. E che oggi, per l’ultimo saluto, è stato accompagnato, all’uscita dalla chiesa da un commovente applauso spezzato solo dalla sirena di un’ambulanza. L’ultimo saluto dell’emergenza sanitaria al suo Massimiliano.


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