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Aeroporto, la stima: impatto da 115 milioni sul Pil regionale

ANCONA - Ma, stando a uno studio Univpm, il valore potrebbe raddoppiare: la crescita sarebbe possibile potenziando i servizi mediante l’introduzione di nuove rotte e il rafforzamento di quelle esistenti, a seguito della creazione della piattaforma logistica di Amazon, il maggior collegamento con i sistemi porto, interporto, ferrovia, e in generale con il territorio

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L’Aeroporto di Falconara (foto d’archivio)

 

È stato presentato ieri  lo studio curato dall’Università Politecnica delle Marche sull’impatto socio-economico dell’Aeroporto Internazionale di Ancona per le Marche. A coordinare il tavolo degli interventi il professor Gian Luca Gregori, rettore dell’Università Politecnica delle Marche, in collegamento Francesco Acquaroli, presidente Regione Marche, Gino Sabatini, presidente Camera Commercio Marche, Pierluigi Bocchini, presidente Confindustria Ancona. Al tavolo dei relatori Carmine Bassetti, ad Aeroporto Internazionale di Ancona e il professor Valerio Temperini, docente di Economia e Gestione delle Imprese che ha presentato lo studio Univpm.

LO STUDIO Il Dipartimento di Management dell’Università Politecnica delle Marche ha svolto un’attività di ricerca e analisi avente l’obiettivo di rilevare l’impatto economico delle attività dell’aeroporto di Ancona- Falconara. L’attività ha preso avvio il mese di settembre 2021. I modelli di stima dell’impatto economico delle attività aeroportuali prendono in considerazione 4 tipologie di impatto, che concorrono alla determinazione del valore complessivo. L’impatto diretto: derivante dalle attività realizzate nel campus dell’aeroporto, sia dalla società di gestione, sia da altre imprese operanti sul posto (spedizionieri, rifornimento carburanti, taxi, noleggio auto, parcheggi, shopping, ecc.)
L’impatto indiretto: generato dagli investimenti e dai consumi di beni e servizi da parte della società di gestione e delle imprese operanti nel campus dell’aeroporto (supply chain).
L’impatto indotto: consumi conseguenti al reddito (salari, profitti, rendite) ricavato dalle imprese e dagli addetti coinvolti direttamente o indirettamente (supply chain) dalle attività aeroportuali.
L’impatto catalytic: benefici apportati dall’attività dell’aeroporto in termini di attrattività e competitività del territorio interessato; creando connettività si favorisce lo sviluppo socio-economico (es. turismo, internazionalizzazione delle imprese).

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Da sin.: il prof. Valerio Temperini, il prof. Gian Luca Gregori, Carmine Bassetti, ad Aeroporto

In base al modello di stima, l’aeroporto di Falconara-Ancona, il quale occupa 475 addetti nel campus tra dipendenti della società di gestione e altre imprese, sviluppa un impatto complessivo sul PIL regionale di oltre 115 milioni di euro e favorisce più di 1.800 posti di lavoro.
Tale valore è ottenuto con il livello di attività registrato nell’anno pre-covid, il 2019, con circa 490.000 passeggeri e 7.000 tonnellate di merci trasportate.
Ipotizzando un incremento del numero di passeggeri di 200.000 unità e del cargo di circa 30.000 tonnellate, il valore dell’impatto complessivo sul PIL e sull’occupazione potrebbe raddoppiare.
La crescita sarebbe possibile potenziando i servizi mediante l’introduzione di nuove rotte e il rafforzamento di quelle esistenti, a seguito della creazione della piattaforma logistica di Amazon, il maggior collegamento con i sistemi porto, interporto, ferrovia, e in generale con il territorio.

La ricerca ha previsto anche la realizzazione di un’indagine empirica mediante interviste dirette a referenti di importanti aziende e associazioni di categoria del territorio, oltre che intermediari turistici.
Un primo aspetto emerso con forza è la situazione di sostanziale isolamento della regione. Le carenze infrastrutturali sono considerate tra le cause principali della crisi della regione (declassata dall’UE da regione “sviluppata” a “in transizione”) e sono motivo di preoccupazione in prospettiva futura.
L’isolamento limita lo sviluppo delle relazioni commerciali, sia in ambito nazionale sia soprattutto internazionale, ed impatta negativamente sulla produttività. Tra i maggiori disagi si osserva la necessità di spostamenti in auto per raggiungere altre sedi aeroportuali con conseguenti costi in termini monetari e di tempo, oltre che l’inibizione delle visite da parte di operatori esterni alla regione; sempre a causa della limitata accessibilità delle Marche l’attrazione di turisti da mercati più distanti rappresenta una sfida ardua.
Si rileva quindi la necessità di un potenziamento dell’aeroporto, rimarcando il rilevante ruolo che questo può svolgere per l’incremento dell’attrattività e della competitività dell’intero sistema territoriale, e in particolare, per sostenere la crescita delle attività produttive e del turismo; vengono auspicati degli interventi di miglioramento in tal senso, in termini sia di servizi, sia di sviluppo e integrazione con gli altri sistemi di trasporto pubblico e privato per favorire l’intermodalità.
Per quanto concerne le rotte, si ritiene particolarmente importante favorire la connessione con i principali aeroporti italiani tra cui Roma e Milano.


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