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Verso il completamento della nuova pista ciclopedonale lungo la Valdaso

MARINA DI ALTIDONA - Il sindaco porrà: “la slow mobility come risorsa per il turismo”

Verrà inaugurata nei primi mesi del 2022 la nuova pista ciclopedonale lungo la Valdaso, che permetterà un collegamento in sicurezza tra le abitazioni dislocate nel territorio di Altidona lungo la Strada Provinciale 85.

“L’opera si estende dall’incrocio di via Po nella zona artigianale per una lunghezza di circa 460 metri verso ovest – spiega il sindaco Giuliana Porrà -. Si tratta del prolungamento della pista ciclopedonale esistente sul lato nord della Provinciale, un intervento che oltre ad ampliare la rete ciclopedonale sul territorio e collegare in sicurezza pedoni e ciclisti dalla zona Svarchi verso il centro di Marina di Altidona, ha permesso di rinnovare l’impianto della pubblica illuminazione e, grazie alla collaborazione con il Ciip, anche l’ammodernamento della linea dell’acquedotto”.

Il tratto di Altidona, aggiunge la prima cittadina, farà parte di un sistema integrato di piste ciclopedonali che comprenderà la Ciclovia Adriatica, la Ciclovia lungo il fiume Aso, la pista ciclopedonale già esistente lungo la Strada Provinciale 85 ed i tratti di connessione fra le varie piste.

La spesa complessiva dei lavori è di 135.000 euro, finanziata attraverso le seguenti voci: 70.000 euro con fondi di un bando pubblico del Gal Fermano; 50.000 euro con somme in entrata derivanti da un finanziamento del Ministero dell’Interno per opere pubbliche in materia di efficientamento energetico e sviluppo sostenibile; infine, 15.000 euro con fondi propri del Comune di Altidona.

“Questo progetto – conclude il sindaco – darà la possibilità a pedoni e ciclisti di raggiungere il centro di Marina di Altidona, la Ciclovia Adriatica e la Ciclovia dell’Aso in modo sicuro, evitando pericoli dovuti all’interferenza con la viabilità. Inoltre, dentro c’è un’idea di sviluppo territoriale che riesca a valorizzare le risorse locali, non solo materiali, ma anche culturali, attraverso la rivalutazione della mobilità lenta. La cosiddetta ‘slow mobility’ è un concetto che si lega ad un approccio consapevole ai luoghi, alle tracce identitarie storiche e paesaggistiche che caratterizzano il territorio e lo rendono un bene culturale in senso pieno. In quest’ottica la riscoperta di itinerari e percorsi ‘slow’ può inserirsi in un progetto di turismo sostenibile, ben diverso dalla formula ‘mordi e fuggi’, espressione di una logica consumistica e commerciale che ha determinato, nel tempo, pesanti conseguenze in termini di crisi delle risorse e dei valori locali”.


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