«Agli infermieri solo promesse, la Regione non ha mai definito un piano pandemico. Da due anni non abbiamo più una vita» è quello che lamenta il sindacato Nursind alle prese con la quarta ondata del Covid che ha comportato «Un altro natale in prima linea per gli infermieri già stanchi e provati sul piano psicologico oltre che fisico, decimati maggiormente rispetto alle altre volte, dai colleghi sospesi, dai contagiati e da chi ha deciso di lasciare questo lavoro».
Il sindacato degli infermieri entra più nello specifico: «I pronto soccorso sono di nuovo sotto pressione, carichi di lavoro aumentati, e dove terapie ambulatoriale come le monoclonali vengono effettuate in assenza di altri ambiti ospedalieri dove gestire i pazienti Covid. Non abbiamo una vita da due anni e ancora non è finita per ogni ondata è come se fosse la prima volta. Si improvvisano organizzazioni, si aprono ambiti Covid ad alta intensità assistenziale, si tutelano i pazienti, ma il personale salterà di nuovo le ferie, viene spostato senza preavviso da un reparto ad un altro con nuovi turni. Ai centri vaccinali ai colleghi non va certo meglio, da sempre hanno turni settimanali creando disagi di gestione familiare e si ritrovano a svolgere attività di facchini, portieri e tutto fare. Questa incertezza, improvvisazioni e modo di operare incidono in maniera importante sulle nostre teste e sulle nostre motivazioni. Noi professionisti continueremo a farci carico della salute dei pazienti mentre il parlamento non è ancora riuscito a darci l’indennità specifica, che doveva essere erogata già a partire dal 2021. Non è solo una questione di soldi ma di riconoscimento che non vi è stato». Il Nursind lamenta che «La Regione non ha mai definito un piano pandemico, come più volte abbiamo chiesto, non ha mai sostituito i colleghi sospesi, senza stipendio» e ancora è critico sul «modus operandi di una amministrazione che, sul momento rimette a posto le cose come se non dovesse più accadere e non si preoccupa di scrivere un piano da mettere in atto stanziando un fondo appropriato. Seppur con meno ricoveri attualmente, ci troviamo invece ogni giorno, come sempre, ad assistere a provvedimenti che sembrano essere stati presi al momento, al contestuale presentarsi della situazione o all’evoluzione della stessa. Non è concepibile, dopo 22 mesi non è una cosa che si può ancora accettare. Ci spiace – conclude il Nursind -, ma se questa legge di Bilancio non darà un segnale di attenzione forte agli infermieri, questa volta chi governa si assumerà la responsabilità di uno sciopero che fermerà gli infermieri di tutta Italia e non si potrà certo dire che gli infermieri non sono stati pazienti. Amiamo il nostro lavoro che svolgiamo con dedizione, e umanità, ma chiediamo rispetto per la nostra professione, per il lavoro svolto quotidianamente, gli infermieri sono stanchi di essere presi in giro. Gli infermieri sono stati professionisti disponibili oltremodo, in cambio hanno avuto solo promesse, elogi e non di rado subiscono delle aggressioni».
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