L’appello del calcio giovanile: «Sottosegretario Vezzali, si riveda l’obbligo del green pass rafforzato per la pratica sportiva»

FERMANO - Lettera congiunta firmata da diversi vivai calcistici afferenti alla nostra provincia, ed ai territori confinanti, con la richiesta inviata al membro di governo impegnato nello sport per un immediato alleggerimento degli obblighi vaccinali previsti per proseguire la stagione sportiva. Per l'area fermana l'impegno di Tignum Montegiorio, Polisportiva Grottese, Afc Fermo, San Marco, Sangiorgese, Union Calcio, Pedaso, Borgo Rosselli, Invictus, Usa Fermo, Campofilone, Real Elpidiense, Altidona, Polisportiva Umberto Mandolesi e Veregrense

Valentina Vezzali

FERMO – Una lettera indirizzata all’onorevole Valentina Vezzali e composta da società sportive riconducibili alle provincie di Fermo, Ascoli Piceno, Macerata.

All’attenzione del sottosegretario allo sport la vicenda del green pass rafforzato, documento reso obbligatorio per procedere con la pratica sportiva. A farsi carico della questione i settori giovanili calcistici afferenti alle società Tignum Montegiorio, Caldarola, Polisportiva Grottese, Afc Fermo, San Marco, Tolentino 1919, Sangiogese, Union Calcio, Pedaso, Borgo Rosselli, Polisportiva Ragnola, Monticelli, Invictus, Usa Fermo, Campofilone, Real Elpidiense, Altidona, Borgo Solestà, Polisportiva Umberto Mandolesi, Castignano e Veregrense. 

«Siamo un gruppo nutrito di società che operano a livello dilettantistico e soprattutto giovanile – si legge nella missiva -. La nostra intenzione è quella di porre l’accento su una problematica che sta paralizzando l’attività sportivo/calcistica in relazione ai settori giovanili. L’obbligatorietà del green pass rafforzato per svolgere allenamenti e partite per gli over 12 è un colpo al cuore delle nostre attività. Gli adolescenti, come è noto, hanno subito più di tutti questo periodo di pandemia e metterli spalle al muro con l’obbligo vaccinale, vietando loro di giocare, determinerà a nostro avviso, dei grandissimi problemi. Riteniamo infatti tale misura vincolante ed eccessiva poiché tutte le società si erano già attrezzate per tutelare la salute dei singoli ragazzi anche attraverso la predisposizione di zone spogliatoio all’aperto, le quali avrebbero garantito il rispetto di tutti i protocolli di sicurezza, come da decreto ministeriale».

«Secondo noi, il super green pass per entrare in campo, rappresenta un’eccessiva forzatura perché di fatto preclude ai ragazzi la possibilità di vivere serenamente un’importante esperienza ludica e di svago, soprattutto in un periodo come questo, che li vede costretti per larghissima parte della loro giornata, ad indossare gli strumenti di protezione in ambito scolastico ed anche perché si troverebbero obbligati a non giocare a causa delle decisioni prese dai propri genitori. Crediamo inoltre, che l’obbligo vaccinale per fare sport sia fortemente penalizzante poiché, nel nostro caso, gli over 12 giocherebbero all’aperto, in un ambiente sano e in un’area, come quella del rettangolo verde, decisamente molto ampia e dispersiva – proseguono i sodalizi sportivi -. Impedire ad un’elevata percentuale di ragazzi di tornare a socializzare significherebbe, altresì, esporli ad un rischio sempre maggiore di apatia, di chiusura in se stessi di depressione ed andare incontro a probabili difficoltà di salute fisica».

«Chiediamo dunque una immediata revisione del super green pass in ambito sportivo per questa fascia di età. Al fine di consentire ai giovani, finalmente e nuovamente, di avere una vita quanto più “normale” possibile, di fare attività e di risocializzare in maniera ampia e totale poiché lo sport, oltretutto all’aria aperta, promuove in maniera significativa il ripristino e lo sviluppo dell’ equilibrio psicologico e relazionale. Per questo motivo la nostra idea non si ferma solo ed esclusivamente ad un malcontento relativamente all’attuale situazione, ci muoviamo anche con delle proposte proprio per cercare di trovare una soluzione, come permettere ai ragazzi di poter accedere all’attività con green pass base, come avviene per il rientro a scuola, anche con un tampone antigenico fatto. Una situazione che renderebbe possibile l’attività sportiva all’aperto dei ragazzi, rimanendo ferme e confermate tutte le precedenti procedure di sicurezza già attuate per l’utilizzo degli spogliatoi e dei luoghi chiusi comuni».

«Pertanto – le conclusioni dei vivai calcistici – equiparando l’attività, peraltro all’aperto, alle attività scolastiche utilizzando lo stesso protocollo o simile. Inoltre, vorremo dare alle famiglie tempo per poter scegliere e riflettere. Il nuovo protocollo ha effetto immediato e interviene proprio al centro della stagione sportiva, costringendo ad una scelta molto affrettata. Sarebbe il caso di dare tempo alle famiglie di prendere la decisione migliore magari prima dell’inizio della prossima stagione sportiva, in piena serenità. Farlo nel bel mezzo di una stagione che inizia a settembre e si conclude a giugno, mette in difficoltà soprattutto i ragazzi. Non possiamo correre il rischio di perdere una generazione di ragazzi, salviamoli ora e pensiamo al futuro permettendo loro di vivere l’attività sportiva e la socialità in maniera serena».

 

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