di Alessandro Luzi
La cultura a Fermo passa anche attraverso il digitale. Presentato infatti, presso il cinema Sala degli Artisti, il nuovo museo digitale “Fermo Digital Museum”. Sono intervenuti alla conferenza il sindaco, Paolo Calcinaro (in via telefonica per via di una riunione), l’assessora ai beni culturali, Micol Lanzidei, l’assessora al turismo Annalisa Cerretani, i professori e storici dell’arte, Stefano Papetti, Nunzio Giustozzi, e il direttore artistico, Paolo Doppieri. L’assessora regionale alla cultura, Giorgia Latini, assente in sala, ha voluto rendersi partecipe inviando una lettera per congratularsi del lavoro svolto. Rimarca anche l’importanza di far vivere la cultura anche attraverso gli strumenti digitali: «Non deve essere un modo per sostituire le visite in loco ma per implementare la cultura e avvicinarla ai più giovani. Finalmente anche da casa si potranno visitare questi luoghi, per poi osservarli dal vivo». «L’idea ha avuto origine da un periodo difficile come quello della pandemia – spiega Lanzidei -. Questa ha messo in crisi molti settori, tra cui proprio la cultura e lo spettacolo. Così abbiamo compreso l’importanza del ruolo del museo che, anche quando è chiuso fisicamente per cause di forza maggiore, deve rimanere comunque aperto al pubblico. Dentro il museo c’è vita, azione e progettazione. Il museo produce pensiero, allora è necessario mantenerlo in vita e aggiornare le sue potenzialità adottando nuovi strumenti». Però, sia tra gli utenti che tra i critici d’arte, diversi sono gli scettici sulla digitalizzazione del patrimonio culturale: «Quando si distingue il museo fisico da quello digitale si commette un errore – asserisce l’assessora -. Sono due strade da percorrere insieme in quanto si completano l’un l’altra. “Fermo Digital Museum” è il primo grande passo la realizzazione di questo cambiamento di fruizione della cultura». Nel concludere il suo intervento lascia il microfono alla sua collega Annalisa Cerretani con cui ha lavorato in cooperazione. «La città ora può godere di questo risultato importantissimo ottenuto grazie al contributo dei professionisti del settore e degli uffici comunali. Da assessora al turismo mi preme promuovere la città, compresa la sua storia, l’arte, e la cultura. Il mare è la prima attrazione turistica ma lo è altrettanto il patrimonio culturale cittadino».
Interviene anche il sindaco, Paolo Calcinaro, in collegamento telefonico per rimarcare la rilevanza di questo progetto: «Senza questa digitalizzazione si perde una fetta importante di platea e un target pubblicitario importante». Dello stesso avviso sono gli storici d’arte, Stefano Papetti e Nunzio Giustozzi: «Questa operazione ci immerge nella contemporaneità in modo sofisticato. Non sarei stato entusiasta prima del covid – ammette Papetti -. Con il lockdown abbiamo capito la necessità di fruire in modo diverso di questo patrimonio culturale; anzi, questi mezzi sono uno stimolo importante in quanto restituiscono delle suggestioni liriche. Inoltre sono degli strumenti molto utili per mostrare dei dettagli delle opere, infatti in questo caso si sta parla proprio di figital». Dello stesso avviso è il suo collega Giustozzi: «È uno strumento che mancava. A scuola mi spendo molto nel far conoscere l’arte nel fermano, ma in rete non si trovano immagini adeguate a cogliere i dettagli delle opere. Ecco allora che con i musei virtuali diventa possibile». Il compito di illustrare tecnicamente il funzionamento del museo spetta al direttore artistico Paolo Doppieri: «Al suo interno sono stati ricostruiti digitalmente gli ambienti culturali del fermano, tra cui il Teatro dell’Aquila, la Sala del Mappamondo e la Biblioteca civica. L’intento è di accompagnare lo spettatore da un luogo all’altro in modo da restituire uno spaccato della città. Con il mouse è possibile spostarsi all’interno e leggere i testi divulgativi. Da oggi è visitabile sulla piattaforma Visit Fermo (https://www.visitfermo.it/fermo-digital-museum), in un secondo momento verrà trasferito su un portale apposito».
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