Lauro Salvatelli
di Sandro Renzi
«Aiutateci! Abbiamo bisogno di tutti». Poche parole quelle di Lauro Salvatelli, rivolte in primis alle istituzioni, Comuni e Prefettura, ma anche alla gente comune. L’accorato appello arriva a pochi giorni dalla partenza prevista per il 15 marzo quando a bordo di un pullman Gt si dirigerà al confine tra Polonia e Ucraina, più precisamente nella città di Tomaszow Lubelski dove ad attenderlo ci sono 40 profughi, perlopiù donne e bambini, che stanno scappando dalla guerra. «Le difficoltà organizzative sono davvero molte e complicate ma sono sicuro che porteremo a termine il progetto di aiutare i nostri amici ucraini» confida l’ex assessore, nella sua veste di rappresentante dell’Associazione culturale Marchemagiche.
Il sodalizio si è fatto promotore di questa iniziativa che vuole essere un aiuto concreto a sostegno della popolazione ucraina in fuga dal conflitto. Le spese per il trasporto dei profughi sono sostanzialmente coperte grazie anche all’aiuto di tanti privati che non si sono tirati indietro. Un viaggio della speranza per molte persone ammassate al confine. Ma l’aiuto che Salvatelli e l’Associazione chiedono riguarda ora la parte dell’accoglienza e del sostentamento. Sapere dove concretamente potranno alloggiare le famiglie nel Fermano e come sostenerle durante la loro permanenza. La macchina della solidarietà si è messa in moto ma le istituzioni hanno dal canto loro le mani legate dal fatto che non possono gestire direttamente risorse economiche per questo tipo di emergenza. C’è invece una regia regionale che fa capo ad un Comitato istituito proprio con l’obiettivo di coordinare l’accoglienza, il soccorso e l’assistenza alla popolazione ucraina che sta già arrivando nelle Marche. «Dai sindaci non abbiamo ancora ricevuto delle risposte -prosegue Salvatelli- la nostra è una corsa contro il tempo. Confidiamo nella spirito di accoglienza e nella solidarietà di tutti». Già, perché l’arrivo del pullman nel Fermano è previsto per venerdì mattina. Sarebbe un duro colpo per chi sta aspettando un aiuto concreto, sapere che tutta la macchina organizzativa, che ha richiesto tanta burocrazia e tante autorizzazioni, pronta a partire dalla quinta provincia si è dovuta fermare per la mancanza di alloggi dove ospitare donne e bambini. Ecco il senso di questo appello. «Chiediamo a chi ne ha la possibilità di aiutarci a trovare un tetto a queste persone che arriveranno il 18 marzo» chiosa Salvatelli «non possiamo lasciarli soli al confine, al gelo e senza la speranza di un futuro dignitoso. Ogni giorno sono in contatto con le autorità del posto e da lì arrivano le informazioni di prima mano sulle necessità e su quello che sta avvenendo nei campi di accoglienza».
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