di Francesca Maria Mori
Continuano gli appuntamenti con la nuova trasmissione “Di Sera… a Radio FM1“. Tema di ogni mercoledì condotto da Roberto Mazzaferro, salute e benessere. E ieri, per la sanità fermana, protagonista il primario del reparto di oncologia all’ospedale Murri, il dr. Renato Bisonni. Un’ora di colloquio, intervallata da chiamate e messaggi degli ascoltatori, per guardare al presente ed al futuro della sanità, con particolare attenzione, naturalmente, al campo di cui il professionista si occupa quotidianamente. “La nostra, dati alla mano, è la prima oncologia delle Marche per numero di pazienti assistiti, dietro Torrette – ha esordito il primario – Sta cambiando tanto nella cura del tumore e sta cambiando rapidamente. Prima, ammalarsi veniva considerata come una condanna, oggi abbiamo in Italia 3 milioni di guariti”.
Un’evoluzione figlia di terapie sempre più efficaci e mirate. “Faccio un esempio – ha continuato Bisonni – fino ad alcuni anni fa il tumore del polmone non lasciava grandi speranze, oggi, anche se preso in fase avanzata, vediamo terapie che consentono anni di vita, che spesso raggiungono un plateau dopo il quale la malattia non progredisce più. Quando ho iniziato c’era solo la chemioterapia, poi siamo andati verso le terapie targer, fino alla terapia immunologica, che ha rappresentato un’autentica rivoluzione, perché riesce a individuare il tumore che tende a mimetizzarsi, ed a colpirlo. La nuova, grande frontiera è quella di farmaci che non curano il tipo di tumore in base alla parte del corpo da cui è partito, ma in base alla sua mutazione. La ricerca sta facendo passi avanti, enormi e molto veloci che, fino a qualche anno fa non osavamo sperare”.
Il primario di oncologia guarda ai rischi dettati dal Covid, nel senso del rallentamento della prevenzione. «In questi due anni sono saltati milioni di esami – ha spiegato il medico – chi era già in cura ha continuato naturalmente ad essere seguito, abbiamo fatto il massimo per non lasciare indietro nessuno. Ma chi sta bene ed avrebbe effettuato visite e screening, spesso ha deciso di aspettare e non frequentare le strutture sanitarie per paura del Covid. Sicuramente qualcosa si è perso sotto l’aspetto della prevenzione e quindi della diagnosi precoce. C’è molto che si può fare con la prevenzione e servirebbe maggiore consapevolezza. La risposta agli screening è solo del 60% della popolazione. C’è un vaccino per l’Hpv che permetterà di far estinguere entro qualche decina di anni il tumore della cervice uterina, ma serve che le famiglie lo facciano fare ai loro figli. Inoltre sappiamo che il 10% dei tumori ha origine genetica, viene da una predisposizione familiare. Chi ha questo tipo di predisposizione ha un’esenzione che permette di accedere a controlli gratuiti che possono essere determinanti».
Uno sguardo, dal dr. Bisonni, anche alla costruzione del nuovo ospedale di Fermo. «Il nuovo ospedale è molto atteso da tutti, dalla cittadinanza e ancora di più da chi lavora nella sanità – ha concluso il primario – Sarà sicuramente un passo avanti importante ed avremo spazi più ampi, quando arriverà il momento, esprimerò le mie idee per rendere l’oncologia più funzionale possibile. Al momento sappiamo che si troverà al primo piano della struttura e sotto ci sarà l’area dedicata alla radioterapia. Inevitabilmente un nuovo ospedale deve tener conto di una popolazione che invecchia e che ha sempre più bisogno di accedere ai servizi. Mi auguro che il legislatore saprà cogliere le esigenze della sanità territoriale e dare risposte appropriate. La pandemia ha senza dubbio segnato un cambio di orientamento nelle politiche sanitarie, dopo un lungo tempo di riduzione si è capito di quanto sia fondamentale investire per continuare a garantire livelli elevati. Questo richiede tecnologie, certo, ma ancor di più investimenti sul personale, perché le macchine da sole non bastano».
Il prossimo mercoledì, 23 marzo, ospite a “Di Sera” alle 21.30 su RadioFm1 sarà la dott.ssa Patrizia Iacopini, responsabile del Centro Disturbi Alimentari Asur Fermo.
Per ascoltare la puntata integrale con il dott. Renato Bisonni, cliccare qui:
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