Dal Murri al Seminario, nuova sede per il Centro di Salute Mentale «Cresce il disagio tra i più giovani»

FERMO - All'inaugurazione presenti le massime autorità civili, militari e religiose. Per la Regione sono intervenuti l'assessore Saltamartini ed il consigliere Marinangeli

di Andrea Braconi

C’è voluto un grande lavoro di squadra, iniziato sotto la guida di Licio Livini e conclusosi grazie all’impegno di Roberto Grinta, direttore dell’Area Vasta 4. Perché da oggi, finalmente, il Centro di Salute Mentale ha un sede appropriata e funzionale all’interno del Seminario arcivescovile di Fermo. Davanti a Mara Palmieri, direttrice del Dipartimento di Salute Mentale, c’è una platea d’eccezione formata dalle massime autorità civili, militari e religiose del territorio, oltre che da importanti rappresentati della Regione, a partire dall’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini.

E mentre spiega i principali percorsi legati al Centro di Salute Mentale, che rappresenta il fulcro del Dipartimento, nella voce della dottoressa c’è tutta la soddisfazione per un traguardo fondamentale. “Questo Centro è il riferimento per i cittadini che hanno disturbi psichici generali ed è inserito nel Dipartimento di Salute Mentale che ha sia un’area ospedaliera che un’area riabilitativa. La cura viene effettuata con attività di consulenza e presa in carico, il nostro lavoro maggiore attraverso un’equipe multidisciplinare. È quanto mai necessaria la collaborazione con il personale e con la rete sociale, e tutto ciò che permette il reinserimento del paziente nel territorio di appartenenza, che è il nostro obiettivo per evitare la cronicizzazione”.

Oltre al Centro, esistono varie sedi periferiche localizzate nelle sedi distrettuali. “Nel CSM facciamo anche visite urgenti e attività domiciliari e programmate, oltre al lavoro con le famiglie con incontri mensili con associazioni familiari per sentire cosa loro possono fare nel percorso di riabilitazione del paziente e nel suo reinserimento. Noi operatori in questo momento rileviamo un grande disagio nella popolazione, in particolar modo nei giovani e stiamo vedendo un grande aumento di richieste di ricoveri, che nel tempo non abbiamo avuto mai, in età 18-19 anni. È un disagio vissuto attraverso sintomatologie molto varie e anche comportamenti di ordine pubblico, manifestazione di un disagio di cui dobbiamo farci carico ed intercettare perché la precocità dell’intervento permette una prognosi migliore. A questo proposito stiamo programmando un convegno su salute mentale e pandemia, con particolare riferimento alle fasce di età più giovani”.

Il direttore Grinta – che ha spiegato come cambiando il fabbisogno l’offerta dell’azienda sanitaria vada obbligatoriamente rimodulata – ha ribadito come il Centro faccia parte di un percorso di integrazione tra sociale e sanitario. “È un forte connubio con tutte le istituzioni, le forze dell’ordine e tutti gli ambiti interessati all’interno di questo territorio, una forte integrazione costruita negli anni che ha permesso di ottenere ottimi livelli di assistenza. C’era una situazione ferma da diversi anni ma che grazie alla collaborazione con Regione, Asur e struttura vescovile siamo riusciti a portare avanti. Voglio ringraziare due artisti di Monte Urano che hanno pitturato l’albero della vita che si trova all’ingresso, il segno di come la patologia salute mentale non sia collegata solo al soggetto in quanto tale ma ad un soggetto che deve essere ripreso attraverso un percorso di assistenza nella vita”:

Una struttura che, come ricordato dal vescovo Rocco Pennacchio, per circa 6 anni ha ospitato come CAS migliaia di migranti richiedenti asilo, arrivando anche a punte di 150 unità. “Un’esperienza terminata nel marzo 2020 e, solo qualche mese dopo, ecco che ci viene fatta la richiesta per ospitare questo Centro, che data anche la peculiarità del luogo sembrava essere uno spazio idoneo. E con Don Enrico, rettore del Seminario, non abbiamo esitato molto a dire di sì. Queste forme di sofferenza ritengo possano essere quelle che producono maggiori difficoltà alle famiglie, con problematiche sul piano della sopravvivenza. MA queste forme sono soprattutto quelle nelle quali la Chiesa si è sempre resa molto disponibile. Spesso si tratta di nostri fratelli che non trovano accoglienza altrove e sapere che possiamo essere utili mettendo a disposizione delle strutture ci fa onore”.

“Qualche mese fa mi trovavo a Montepacini per un pranzo dell’associazione Psiche2000 – ha raccontato il sindaco Paolo Calcinaro -. Le famiglie mi chiesero di ricordare il tema in occasione del cambio di direzione dell’Area Vasta e devo dare atto che Grinta lo ha preso subito in carico, nonostante le difficoltà legate dall’andamento della pandemia oltre che alle attività ordinarie. Oggi siamo qui anche per questo interesse, per finire un percorso già avviato dalla precedente Direzione”.

Per Anna Maria Calcagni, presidente dell’Ordine dei Medici della provincia di Fermo, molte cose si stanno muovendo in questa fase estremamente difficile sia per Covid che per il post, sia per la riacutizzazione di forme acute “che non ci fanno lavorare con quella serenità che ci vorrebbe”. “La carenza dei medici è diventato un problema fortissimo e dobbiamo vedere le possibili soluzioni, operando su diversi settori politici. Il fatto che si inauguri una struttura di questo tipo è il segno di speranza che ci dice che ce la possiamo fare, ma dobbiamo essere chiari sia nelle proposte che nelle soluzioni. Noi, come Ordine, ci siamo”.

In rappresentanza del Consiglio regionale è intervenuto il consigliere Marco Marinangeli, che ha parlato di “un giorno veramente importante che dimostra l’attenzione che questa Amministrazione regionale ha verso questo territorio e verso certe patologie che oggi rappresentano un problema ben più ampio rispetto al passato. “Le fragilità – ha aggiunto – sono in aumento e il nostro impegno deve essere quello di porre un’attenzione massima. Questo è un ambiente più moderno, più attrezzato, più funzionale, ma fatemi dire che noi abbiamo la responsabilità su tematiche come quelle sanitarie di evitare strumentalizzazioni e polemiche gratuite. La difficoltà oggettiva di questa fase ci obbliga ad avere più correttezza. Ci sono problemi e ci stiamo lavorando, dando delle soluzioni. Non abbiamo la bacchetta magica, ma abbiamo la voglia di lavorare con gli operatori di questo settore. Eviterei a senatori che non sono di questo territorio di dipingere l’Area Vasta 4 come la peggiore del mondo, è una mancanza di rispetto nei confronti di quel personale che va anche oltre il proprio impegno professionale”.

L’intervento finale dell’assessore Saltamartini, oltre ad una disamina su risorse e personale, non poteva non culminare con i prossimi e decisivi step che la sanità fermana si appresta a vivere.

“Intanto un ringraziamento va al personale della sanità, perché è merito loro se da ieri siamo in zona bianca. Un comparto così complicato, con molteplicità di professionalità che interagiscono, in un Paese in cui c’è stato un problema di programmazione della formazione. La montagna del debito pubblico fa sì che non si possa fare programmazione perché ogni anno paghiamo 80 miliardi di interessi e così dal 2012 una falce ha colpito la sanità, non si è formato personale medico, sono stati chiusi ospedali e non si sono acquistati macchinari. Ma mi chiedo e vi chiedo: quanti Paesi al mondo garantiscono la sanità altamente professionale di cui noi oggi godiamo? È chiaro che il sistema va migliorato, ma questa inaugurazione rappresenta la testimonianza di tutto ciò che di meglio ha il nostro Paese”.

Saltamartini ha anche fatto riferimento a quella componente psicologica che in ognuno di noi è fondamentale. “L’investimento della medicina moderna deve toccare questo aspetto, ma un’altra cosa di questo posto che risalta è che intorno a queste patologie deve esserci quello che si chiama amore, che va oltre la cura. Come istituzioni, poi, dobbiamo investire risorse su questa materia, esplosa con il Covid, considerando anche la carenza di medici ed infermieri, con uno Stato che non ha garantito la copertura promessa durante il Covid e con 800 persone che rischiamo di perdere. Riguardo al Fermano, dobbiamo procedere con il famoso robot e ragionare per l’emodinamica, dobbiamo trovare le risorse ma non dimentichiamo che la vita è fatta di ostacoli e per quello una classe dirigente deve prospettare le soluzioni possibili a problemi complessi. Tra poco inaugureremo il nuovo ospedale di Fermo, uno dei più efficienti e professionali in Italia, senza dimenticare investimenti attraverso il PNRR come per la piscina di Porto San Giorgio”.


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