Confindustria Fermo riparte con slancio. Venanzi chiama i big dai microfoni di Zoom: «Darebbero ulteriore prestigio» (Videointervista)

FERMO - Ai microfoni della trasmissione Zoom di Radio FM1, il presidente reggente degli industriali, intervistato dal direttore Giorgio Fedeli: «Se la guerra continua danni enormi all'economia, qualche nostro esponente si tappi la bocca, basta con l'invio di armi». Sulla divisione da Ascoli: «Ora siamo autonomi e uniti». Appello ai grandi imprenditori del Fermano
L'intervista al presidente reggente Confindustria Fermo, Arturo Venanzi

Arturo Venanzi, presidente reggente Confindustria Fermo

di Pierpaolo Pierleoni

E’ stato il presidente reggente di Confindustria Fermo, Arturo Venanzi, l’ospite di Zoom, ieri sera a Radio FM1. Un dibattito durante il quale l’imprenditore, intervistato dal direttore Giorgio Fedeli, ha ripercorso l’esperienza tramontata di Confindustria Centro Adriatico, con la scissione da Ascoli, affrontato il problema del conflitto in Ucraina che fa tremare il distretto calzaturiero, e lanciato un appello agli imprenditori delle grandi aziende, sperando possano entrare in Confindustria Fermo.

«La scissione con Ascoli non era nei nostri pensieri – ha iniziato il presidente Venanzi – Anzi, volevamo riunire due province con estrazioni e vocazioni imprenditoriali diverse. Poi ci sono state incomprensioni, qualcuno voleva a tutti i costi prevalere ed evidenziare il proprio peso maggiore. Quella parità tra le province sancita a livello di statuto, nei fatti, non c’è stata. Ci sono stati diversi episodi spiacevoli. Di fatto noi fermani ci siamo sempre trovati in minoranza. Un peccato, perché una simbiosi si poteva trovare. Forse tra imprenditori fermani ed ascolani c’è un dna diverso». E sull’identikit dell’imprenditore fermano tipo, Venanzi non ha dubbi: «Noi abbiamo grande attitudine al sacrificio e anche la capacità di uscire anche dalle situazioni più difficili».

Ora però Confindustria Fermo, definitivamente tramontata l’esperienza di Centro Adriatico, guarda avanti. «Si riparte da com’era prima del tentativo di unione – continua il reggente Venanzi – Guadagniamo sicuramente in autonomia, siamo ripartiti dai dipendenti che avevamo e già conoscono la macchina. Ci siamo confrontati con la sede centrale a Roma, anche per evitare di ripetere alcuni errori di interpretazione capitati in precedenza. Roma ci è stata vicina, poteva disporre il commissariamento, invece non l’ha fatto e ci ha dato attestati di stima e fiducia. Siamo piccoli ma uniti, stiamo ricontattando dei soci che si erano allontanati ed hanno fiducia in una Confindustria più vicina e presente sul territorio».

Arturo Venanzi, presidente reggente Confindustria Fermo

E i rapporti con la politica? Da piccoli si rischia di contare meno del dovuto? Ma per Venanzi, guardando alla politica regionale, non è un problema la mancanza di un assessore del Fermano nella giunta Acquaroli. «Non la considero una debolezza, con Acquaroli e la giunta c’è un buon rapporto, è stato nominato Andrea Santori presidente della Svem e non è poco, poi c’è sempre una supervisione da parte dell’on. Mauro Lucentini che rimane vicino al nostro territorio e sensibile alle esigenze delle imprese».

Sulla Russia, il presidente reggente di Confindustria Fermo, spera nella fine del conflitto e non vede di buon occhio la condotta del governo italiano verso Mosca. «Abbiamo esposto in Confindustria Marche la preoccupazione del nostro territorio, le sanzioni alla Russia interessano soprattutto il distretto fermano. Il 90% di ciò che dal Fermano va in Russia sono calzature. Per ora non ci sono stati contraccolpi significativi, mentre gli ordini che alcune aziende avevano sono diventati inevitabilmente carta straccia. Ma se la guerra continua e arriveranno sanzioni via via più severe, il problema per noi sarà molto serio. Certi nostri esponenti politici dovrebbero tapparsi la bocca. Ciò che ha fatto Putin è sbagliato e non ci piove, l’aggressione va condannata, ma bisogna pensare anche al nostro assetto economico. Abbiamo sondato tutti i mercati possibili, e quello russo ci ha sempre premiati. Spero che Putin si fermi, ma se non accadrà, mi auguro che si arrenda l’Ucraina, si fermi la violenza e riparta tutto. Se proseguirà la guerra, continuare a dare armi all’Ucraina porterà solo al disfacimento e a conseguenze sempre più tragiche».

E in chiusura arriva l’appello dal presidente Venanzi ai big dell’imprenditoria fermana. «Sappiamo bene tutti che questo territorio vanta imprese di eccellenza, magari entrassero dei pezzi da 90, ci darebbero lustro, visibilità, vivacità imprenditoriale, sarebbe un privilegio anche solo confrontarsi con figure di questo spessore. Credo non siano entrati più per questioni di tempo e di impegni perché l’attaccamento al territorio lo hanno sempre dimostrato. Bisognerebbe trovare la via per coinvolgerli, magari con una mediazione politica. Se entrassero, sarebbe un onore, io ci spero. Ora stiamo ricostruendo, andrà scelto chi guiderà l’associazione. E’ un mandato impegnativo, non so se sarò ancora io il presidente, mi auguro si possa scegliere un imprenditore di alto spessore».


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