«Conseguenze negative della velocizzazione della linea ferroviaria, arretramenti unica possibilità di sviluppo»

INFRASTRUTTURE - Il presidente della fondazione San Giacomo della Marca, Massimo Valentini: «Arrivare ad una negoziazione con il Ministero che abbia come obiettivo l’avvio immediato del progetto per gli arretramenti che costituisce il primo passo per avere in futuro l’opera»

Massimo Valentini

«I nodi prima o poi vengono sempre al pettine. Più di un anno fa avevo fatto presenti le conseguenze nefaste per la regione Marche del progetto della velocizzazione della linea ferroviaria adriatica. Il progetto è diventato ora operativo in quanto con i fondi a disposizione sono diventati cantierabili i progetti pronti a prescindere dalla bontà degli stessi. Le caratteristiche di questo progetto di velocizzazione sono devastanti, i treni verranno portati ad una velocità di circa 200 km all’ora, ci sarà un forte incremento dell’uso della linea sia per i treni veloci che per i treni merci che fanno prevedere a regime un passaggio di convoglio ogni 8 minuti». Inizia così la riflessione del presidente della fondazione San Giacomo della Marca, Massimo Valentini che torna a parlare di infrastrutture per la nostra regione.

«Solo Pesaro otterrà l’arretramento in quanto qui la progettazione specifica è stata avviata circa quattro anni fa prevedendo addirittura anche una nuova stazione. La regione non avrà più la vera alta velocità, ma solo un palliativo, avremo inoltre un inquinamento ambientale ed acustico che comprometterà definitivamente l’ecosistema socio economico della costa che costituisce oggi il perno del sistema Marche. Le conseguenze negative di questa opera segneranno il futuro della nostra regione. E’ chiaro a tutti che l’unica possibilità per lo sviluppo futuro del nostro territorio è quella dell’arretramento. Con l’arretramento ferroviario dei treni merci, dei treni veloci e dei treni dell’alta velocità, lasciando inalterate le attuali stazioni e la attuale linea per una metropolitana di superficie a servizio regionale che collega all’unico hub regionale di Ancona, potremmo avere una vera alta velocità. La stazione di Ancona integrata con l’aeroporto di Falconara, il Porto di Ancona e l’Interporto di Jesi, costituirebbe il polo strategico della organizzazione infrastrutturale della mobilità nella regione Marche. Un arretramento che per le Marche sud necessariamente dovrebbe essere integrato con l’arretramento autostradale visto il progetto in corso per la implementazione di questo tratto, prevedendo un passaggio coincidente con l’attuale Mezzina in modo da portare i caselli autostradali a servizio delle aree interne per favorire lo sviluppo delle stesse».

«Cosa fare per raggiungere questo obiettivo? Il primo passo – continua Valentini – è di chiederlo formalmente al Ministero per le infrastrutture rappresentando un territorio che già si è mosso con varie iniziative attraverso i corpi intermedi come la nostra Fondazione, l’Ordine degli ingegneri di Ancona, Uil trasporti Marche, Ance Marche, Federlogistica Marche, i Comuni della costa ed altri ancora. Ora c’è stata anche la chiara presa di posizione della Regione che su spinta del Presidente Acquaroli ha assunto una posizione di capofila di questa richiesta dell’arretramento ferroviario. Realisticamente per raggiungere l’obiettivo non basta una riunione o un comunicato stampa solo per coprirsi da eventuali future contestazioni dell’opinione pubblica, ma occorre un’azione politica che dovrebbe vertere su queste linee. Innanzitutto occorre precisare che la richiesta riguarda esclusivamente il tratto marchigiano i cui costi di realizzazione sono un quinto di quelli più volte citati per la Bologna – Lecce, branditi per impedire ab origine qualsiasi dialogo sul tema. E’ fondamentale il ventilato coinvolgimento del ministro Giovannini, certamente occorre arruolare nell’azione di pressing sul ministero e sul governo tutti i parlamentari marchigiani favorevoli all’arretramento. Occorre poi che la Regione chieda sollecitamente un autorevole parere legale sulle possibilità di bloccare il progetto della velocizzazione stanti le attuali normative nazionali ed europee. Il tutto per arrivare ad una negoziazione con il Ministero che abbia come obiettivo l’avvio immediato del progetto per gli arretramenti che costituisce il primo passo per avere in futuro l’opera. Chiediamo al Presidente Acquaroli di essere capofila di tutto il territorio per questa richiesta che necessariamente richiede l’insieme delle azioni sopracitate. Siamo fiduciosi che tale processo possa essere avviato perseguendo tenacemente l’obiettivo che la comunità regionale richiede a gran voce».


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