di Leonardo Nevischi
È stata una mattinata costruttiva e avvincente quella che, quest’oggi, ha visto coinvolti gli studenti delle quarte classi dell’indirizzo tecnico commerciale e dell’indirizzo sportivo del liceo scientifico “Carlo Urbani” di Porto Sant’Elpidio. Grazie al vice preside del polo scolastico, Mario Andrenacci, una quarantina di ragazzi, infatti, hanno avuto modo di confrontarsi in Aula Magna con l’ex presidente della Fiorentina, Mario Cognigni, che ha risposto alle domande degli alunni raccontando la propria storia, relazionando sugli aspetti manageriali delle società sportive e soffermandosi anche sull’attualità.
Cognigni, civitanovese doc, lavora al fianco della famiglia Della Valle da ormai 37 anni occupandosi di consulenza fiscale e amministrativa, ha ricoperto per ben 15 anni cariche societarie all’interno del club viola: i primi cinque in veste di amministratore delegato ed i successivi dieci – con le dimissioni di Andrea Della Valle risalenti al settembre 2009 – ricoprendo il ruolo di presidente. La sua presenza, dunque, ha rappresentato un motivo di vanto per l’istituto superiore di via Legnano ma anche un’ottima occasione per i ragazzi dell’indirizzo tecnico commerciale e di quello sportivo che, studiando “Economia e Diritto dello Sport”, si sono potuti interfacciare con una figura carismatica e dall’enorme esperienza nella gestione dei conti economici e finanziari di una società sportiva.
Da sinistra: la dirigente scolastica Laura D’Ignazi, il dott. Mario Cognigni e il professor Mario Andrenacci, vice preside del Polo Urbani
Sono stati diversi i temi snocciolati dall’ex presidente viola, il quale ha tenuto più volte a precisare come «quello relativo al sistema calcio sia un mondo per certi versi ‘virtuale’, dove i numeri relativi agli introiti non hanno nulla a che vedere con le cifre con cui ci confrontiamo nella quotidianità». Dopo aver messo in guardia gli studenti con tale premessa, Cognigni ha illustrato dal punto di vista teorico varie sfaccettature gestionali che hanno fatto parte della sua esperienza come presidente della Fiorentina. Dalla “Sentenza Bosman” che permette di regolamentare il trasferimento dei calciatori professionisti tra le squadre di calcio appartenenti alle federazioni dell’Unione Europea, alla riforma introdotta nel 1997 che dà la possibilità alle società di calcio di quotarsi in Borsa ed entrare a far parte del mercato azionario: «Avrei voluto che anche la Fiorentina ci fosse riuscita, come hanno fatto Juventus, Roma e Lazio, ma ciò non è stato possibile» ha detto palesando il suo rammarico. Il fulcro del dibattito si è poi spostato sulla differenza tra i proventi (derivanti dagli obiettivi raggiunti) ed i ricavi (frutto dei diritti tv, delle plusvalenze, degli sponsor commerciali e degli incassi relativi alle presenze dei tifosi allo stadio) ed, infine, sull’equilibrio che deve esserci tra la passione sportiva e la gestione delle dinamiche societarie.
«Nel corso degli anni siamo passati da un sistema che dava spettacolo ad una mera gestione economica – ha puntualizzato Cognigni -. Il nostro sistema calcio è in default, sta sopravvivendo grazie ai diritti televisivi che lo tengono in vita. Dovremmo prendere spunto dalle società inglesi e rendere i nostri stadi fruibili a 360 gradi, solo così potremmo essere più indipendenti dai diritti tv. Purtroppo, però, in Italia la burocrazia è troppo articolata: cercammo a lungo una soluzione con il Comune di Firenze ma non riuscimmo a realizzare uno stadio di proprietà. Dieci anni dopo – tornando ad oggi – Inter, Milan, Lazio e Roma stanno riscontrando le stesse difficoltà. Fin quando non ci sarà una vera e propria innovazione dal punto di vista legislativo, il calcio italiano rimarrà sempre un passo indietro rispetto a quello estero».
L’incontro-dibattito ha suscitato l’interesse dei giovani presenti in Aula Magna, i quali hanno posto domande all’ex presidente della Fiorentina finendo per parlare della regolamentazione dei settori giovanili, del caso plusvalenze fittizie che ha infuocato la cronaca sportiva degli ultimi mesi ed, infine, di storie ed aneddoti personali. Tra questi lo scambio di vedute con Vincenzo Montella che volle interrompere anzitempo il proprio contratto da allenatore, la trattative con Andrea Della Valle e Pantaleo Corvino per portare in Italia Stevan Jovetić senza il benestare di Prandelli, il viaggio a Belgrado per chiudere gli acquisti di due giovani e promettenti Nikola Milenković e Dusan Vlahovic ed infine il ricordo dello scomparso Mino Raiola riesumando l’affare, di poco sfumato, che nel 2005 avrebbe portato Mario Balotelli in maglia viola, salvo poi alcune inaccettabili pretese che fecero saltare il tutto.
Al termine, spazio anche all’intervento di Nunzia Eleuteri, giornalista e amministratrice di Cronache Fermane, la quale ha approfondito insieme agli studenti le tematiche e le prospettive del giornalismo sportivo.
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