Oggi si celebra in Italia e nel mondo la Giornata internazionale dell’infermiere. Una professione preziosa, la cui importanza è diventata sempre più protagonista del servizio sanitario e socio-sanitario e di cui abbiamo, tutti, percepito ancor di più l’essenzialità nell’ultimo biennio, segnato dalla pandemia.
«Questa giornata si celebra nel giorno della nascita di Florence Nightingale, fondatrice dell’assistenza infermieristica moderna, che definiva questa professione come “un’arte, e se deve essere realizzata come un’arte, richiede devozione totale e dura preparazione, come per l’opera di un pittore o scultore; con la differenza che non si ha a che fare con la tela o il marmo, ma col corpo umano”. Di questa arte c’è un profondo bisogno negli ospedali e nella società, c’è profondo bisogno tra i pazienti. I nostri infermieri, come quelli di tutta Italia, si sono sobbarcati un impegno lavorativo ed affettivo davvero straordinario durante la pandemia. In questo lungo periodo in cui le strutture sanitarie, per ovvie ragioni, hanno visto limitato o completamente chiuso l’accesso ai visitatori, oltre a garantire la loro professionalità, hanno svolto un impagabile supporto emotivo ai malati, sono diventati preziosi ponti di collegamento tra i pazienti ed i loro familiari. Sono e sono stati in prima linea, hanno rischiato, si sono presi cura dell’altro, a 360 gradi, spesso lasciando indietro se stessi ed i propri affetti. Ecco perché la Giornata internazionale dell’infermiere rappresenta l’occasione per rivolgere al nostro personale infermieristico un pensiero, tutt’altro che retorico, e per esprimere la gratitudine per il lavoro che ciascuno di loro svolge e per il contributo insostituibile a qualificare i servizi che eroghiamo ai cittadini».
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