Il maxi schermo organizzato dalla Cavalcata in Piazza del Popolo sul quale è stato proiettato il match tra Viterbese e Fermana
di Leonardo Nevischi
VITERBO – Dopo cinque anni la Fermana sprofonda all’inferno e retrocede in Serie D. Vano il vantaggio acquisito all’andata con l’1-0 firmato da Kyeremateng: al “Rocchi” la Viterbese vince all’inglese grazie ai gol di Volpicelli (su un rigore molto contestato) e di Urso e festeggia la salvezza.
IL TABELLINO
VITERBESE 2 (4-3-1-2): Fumagalli; Semenzato, D’Ambrosio, Martinelli, Urso; Calcagni, Megelaitis, Adopo (15′ st Ricci); Mungo; Polidori (41′ st Bianchimano), Volpicelli. A disposizione: Bisogno, D’Uffizi, Alberico, Iuliano, Maffei, Marenco, Pavlev, Polito. All. Alessandro Dal Canto
FERMANA 0 (3-4-2-1): Ginestra; Rossoni, Urbinati, Sperotto (34′ pt Spedalieri); Rodio (20′ st Kyeremateng), Mbaye (30′ st Sangiorgi), Graziano, Alagna; Pannitteri, Frediani (30′ st Boateng); Cognigni. A disposizione: Moschin, Bugaro, Blondett, Capece, Parodi, Giannò, Blondett, Marchi. All. Gabriele Baldassarri
ARBITRO: Federico Longo di Paola; assistenti Kahled Bahri di Sassari e Francesco Cortese di Palermo; quarto ufficiale Giuseppe Collu di Cagliari
RETI: 9′ pt Volpicelli (R), 19′ st Urso
NOTE: Espulso Boateng al 47′ del secondo tempo. Ammoniti Ginestra, Semenzato, Urbinati, Adopo, Mbaye, Cognigni, Mungo, Volpicelli. Recupero +1′ +6′
IL COMMENTO
La Fermana in questa stagione non è stata una squadra, ma una serie tv. E non certo delle migliori. È stata una serie perché ha avuto una sceneggiatura ben definita e se ci si metteva a guardarla si sapeva bene cosa ci si trovava: un mercato così così, una trama lenta, a volte macchinosa e caratterizzata da tre registi differenti: Domizzi, Riolfo e Baldassarri. La serie, come più o meno tutte, ha fatto intuire che sarebbe cresciuta, che avrebbe fatto appassionare i fedeli, intanto però man mano che le puntate scivolavano via ci si doveva accontentare del solito sviluppo: come e quando la protagonista Fermana avrebbe trovato la via della salvezza?
Era questo l’interrogativo che tutti i telespettatori si ponevano, quasi auto-indottrinati nel non poter pensare ad un finale differente. Invece, quest’oggi, come nei film migliori il “coup de theatre” è arrivato al tramonto della stagione: Fermana retrocessa. Panico. Come quando il protagonista a cui ci eravamo tanto affezionati alla fine muore. Beh, la Fermana non è di certo morta oggi a Viterbo perché degli spoiler c’erano già stati, ma è oggi che è comparsa sullo schermo nero la parola “Fine”. Dopo cinque stagioni appassionanti, il club gialloblù non avrà un sequel nei professionisti.
E ora che futuro ci aspetta? E la società? Tanti interrogativi ma nessuna risposta, perché per la Fermana è già iniziato un nuovo film: questa volta, però, muto. Infatti sul sito non c’è traccia del match di oggi, come a volerlo già dimenticare. Sui social regna l’assenteismo. Mister e giocatori sono in silenzio stampa. La Fermana non è più nel professionismo e già da questi piccoli dettagli ce ne siamo accorti.
Nelle ultime ore, presso i canali social è stato rilasciato il seguente comunicato stampa. “Il verdetto emesso dal campo è stato inequivocabile e, come avviene nello sport e nella vita, va indubbiamente accettato. Tutti noi stiamo soffrendo per quello che è avvenuto oltretutto in una giornata in cui quasi 600 fermani hanno raggiunto Viterbo mostrando tutto il proprio amore incondizionato per la maglia e per questa squadra. Non possiamo fare altro che ringraziare tutti i tifosi che, non solo a Viterbo, ma in ogni momento durante la stagione hanno sostenuto la squadra. Sono stati fatti diversi errori senza ombra di dubbio e di questo la società si prende la piena responsabilità. Tutta la società, in tutte le sue componenti compresa la dirigenza, si prende le proprie responsabilità dopo quanto avvenuto, con la retrocessione in Serie D. Per questo intendiamo soprattutto scusarci per la grande amarezza provata dai tifosi in primis e da tutti noi nella giornata di ieri. Una piazza come questa e un amore viscerale come quello mostrato nei confronti della Fermana non meritavano una delusione simile. La storia di Fermo e della Fermana non si fermerà a Viterbo”.
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