servizio di Antonietta Vitali
«Il nostro desiderio è quello di ricreare salotti musicali, ricreare quelle atmosfere di altri tempi, viverle con la musica andando via con una emozione, una esperienza che è parte non solo della musica che si è ascoltata ma di tutto quello che concorre ad immergersi in una atmosfera di altri tempi» così le sorelle Anna e Paola Danielli appassionano i visitatori di Palazzo Brancadoro di Fermo, da poco inserito nel circuito dell’A.D.S.I. Associazione Dimore Storiche Italiane, all’apertura della dimora, ieri, in occasione della 12esima Edizione della Giornata Nazionale Adsi.
Sono giornate importanti, volte a sensibilizzare le persone sul ruolo delle dimore storiche che raccontano e tramandano la storia del territorio in cui sono ubicate. E Palazzo Brancadoro fa parte, a pieno titolo, della storia di Fermo, fin da quando è stato costruito, verso la fine del ‘600 dalla famiglia Brancadoro, appunto, una delle famiglie patrizie più in vista e importanti dell’epoca, in città, e della quale, in diversi punti del palazzo, è ancora visibile lo stemma di famiglia. Personaggio più noto della famiglia che abitò il palazzo fu il cardinale Cesare Brancadoro (Fermo 1755-Fermo 1837), uomo brillante, colto, abile diplomatico, mecenate grande amante delle arti e della musica. Da queste sue due passioni il destino delle stanze e dei salotti da lui amati che fa in modo che l’arte e la musica non lascino mai questi luoghi e che catapultano il visitatore negli anni ’30 del 1900 quando il notaio Aroldo Danielli e sua moglie Ave Properzi Danielli, acquistano il piano nobile, il secondo piano, le soffitte e parte delle cantine del palazzo.
Sono gli amatissimi nonni di Anna e Paola che continuano, da subito, la tradizione di quelle stanze sapientemente costruite e decorate situate in via della Sapienza 18 a Fermo. Sono amanti dell’antiquariato, dell’arte contemporanea, della musica che ad Ave piace anche suonare essendo diplomata in pianoforte al Conservatorio di Santa Cecilia in Roma. A questo percorso di studi Ave arriva quasi per caso, giovanissima e bellissima. E finisce al centro di una disputa amorosa tra due contendenti che arrivano alle mani. Il padre di Ave, il Signor Giacomo Properzi, ha come unico obiettivo quello di salvare la figlia da quello che, per i tempi, è un indicibile scandalo, seppur non animato da lei, e la manda a studiare a Roma. Osvaldo Licini il famoso pittore crea un bellissimo dipinto che raffigura Ave, dal quale lui non si separerà mai e che ora è ammirabile nella Casa Museo Osvaldo Licini a Monte Vidon Corrado. Due anni fa, in occasione delle Giornate del Fai, il dipinto è stato esposto a Palazzo Brancadoro con grande emozione di Anna e Paola alle quali è sembrato che la loro adorata nonna Ave fosse tornata ad abitare ancora quelle stanze che, in realtà, proprio per merito delle due nipoti, la signora non ha mai lasciato. Tutto parla ancora di lei e della sua musica nel corso della passeggiata attraverso le sei stanze del piano nobile visitabili, a partire dalla prima, che le due sorelle considerano il foyer di Palazzo Brancadoro nel corso delle serate musicali che organizzano con l’associazione culturale “Il Circolo di Ave”.
A dominare la scena della stanza un fortepiano del XIX secolo, in palissandro, che nonna Ave amava ammirare ma che non ha mai suonato perché necessitava di un copioso restauro per l’accordatura, mentre alle pareti le foto dei vari eventi musicali organizzati scattate da Marilena Imbrescia, fotografa ufficiale dell’associazione culturale “Il Circolo di Ave”. Il pianoforte che la signora Ave suonava è ancora oggi toccato quasi tutti i giorni e si trova nel salone da ballo, ricchissimo di fregi in oro e con specchi posizionati in verticale lungo le pareti laterali. I tavoli verdi da bridge sistemati nella stanza, gioco in cui Ave era abilissima, lasciano il posto agli spettatori che in questa sala del palazzo assistono agli eventi musicali e che vi arrivano dopo essere passati attraverso il piccolo studiolo di Ave, pieno di spartiti musicali e il salotto, dove divani e poltrone dalle mille tappezzerie abbinate con gusto e eleganza, gli ospiti della famiglia Danielli vengono, da sempre, ricevuti. La musica protagonista anche dell’ora in cui si sviluppa la visita storica del palazzo. Delle lontane note emesse da uno strumento ad archi e corde si sono fatte via via, strada facendo, sempre più vicine fino ad essere chiare una volta giunti nell’ultima sala, il tinello, dove ad accogliere i visitatori c’era il Maestro Fabio Cappella e le dolci armonie della sua viola. Il palazzo è anche un tuffo completo in una Hollywood in perfetto stile Il Grande Gatsby, lascia del tutto meravigliati il bagno in stile liberty realizzato da una pittrice e decoratrice di interni parigina che Aroldo e Ave fecero soggiornare a palazzo quando lo comprarono. E poi foto di famiglia collegate ad aneddoti, pezzi di antiquariato, porcellane, armi antiche e una opera contemporanea rarissima e preziosa strettamente connessa alla città di Fermo rappresentata in miniatura. Si esce con la sensazione precisa del tentativo di Anna e Paola di creare un’atmosfera di altri tempi perfettamente riuscito. È l’effetto alla vista e all’ascolto di tanta bellezza egregiamente messa insieme, quello di rasserenare le anime e desiderare di vederne ancora, e ancora, e ancora. È sicuro che ogni visitatore della giornata (sono stati oltre un centinaio ieri) sia uscito da palazzo con questo stato d’animo, ma se anche tutto questo, fosse stato percepito da uno solo di loro, la missione di Anna e Paola di tramandare quello che nonno Aroldo e nonna Ave hanno saputo realizzare e lasciare a loro come grande eredità materiale, ma soprattutto morale, sarebbe stata comunque compiuta.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati