Da sin. il primario di radiologia Gianluca Valeri, l’oncologo Luigi Acito e il chirurgo Marco Romiti
Medici dell’ospedale Murri protagonisti ieri pomeriggio ai microfoni di Radio FM1. Con l’oncologo Luigi Acito, il chirurgo Marco Romiti ed il primario di radiologia Gianluca Valeri si è parlato della breast unit, tema trattato anche ad un convegno svolto all’Ordine dei medici di Fermo sabato scorso. Il lavoro di squadra come elemento centrale nel trattamento del tumore alla mammella.
«È stato un incontro molto proficuo – ha esordito il dottor Acito -La breast unit opera a livello interprovinciale tra Fermo ed Ascoli Piceno, mette insieme diversi professionisti per ottimizzare la tempistica delle prestazioni nel trattamento del tumore alla mammella. Tutte le statistiche indicano performances migliori per le pazienti seguite appunto da una breast unit».
«Ci sono due tipi di percorso – ha aggiunto il dottor Valeri – Il primo è quello dello screening, una mammografia di controllo a cadenza biennale per tutte le donne tra i 50 ed i 69 anni. Le donne ricevono una lettera a casa, con l’invito a rivolgersi ai nostri contatti telefonici, mail o whatsapp per entrare nel circuito dello screening. Le mammografie vengono eseguite ogni due anni, vengono valutate da due radiologi separatamente per garantire la massima accuratezza. Se entrambi, o uno dei due, ritengono opportuni degli approfondimenti, le pazienti vengono ricontattate per eseguire un’ecografia e qualora si individui qualche elemento meritevole di analisi, si prosegue con una biopsia. Il secondo percorso è quello della senologia clinica. A partire dai 40 anni vengono eseguiti esami mammografici ed ecografici nelle donne già trattate con tumore mammario, o con protesi, o con elevati fattori di rischio».
Il trattamento del tumore al seno, come sottolineato dal dottor Romiti, ha conosciuto un’evoluzione notevole. “Inizialmente venivano asportati la mammella ed i muscoli sottostanti. Poi si è riscontrato che non occorreva un intervento così impattante, un’ulteriore evoluzione si è avuta con la quadrantectomia, l’asportazione di una sezione e non di tutta la mammella. Una figura importante è quella degli oncoplastici che, oltre all’aspetto oncologico curano anche quello estetico”.
Un’evoluzione che si è avuta anche nelle cure, come rimarca il dr. Acito: «Negli anni 70, in caso di patologia metastatica, si aveva una sopravvivenza media di un anno e mezzo, oggi siamo arrivati a 5 anni. La malattia metastatica oggi non è guaribile, ma è sicuramente curabile».
Il team della breast unit si avvale di diverse professionalità, dalla dottoressa Michela Del Prete, oncologa genetista, la dottoressa Dina Martufi per la parte fisiatrica, la psico-oncologa Barbara Esperide. Per il sostegno psicologico alle pazienti è stato anche creato il gruppo di sostegno ‘Stiamo insieme’. «Avere una breast unit – la conclusione del dr. Romiti – significa avere maggiori chance di guarigione, è un’organizzazione complessa che coinvolge diverse figure professionali. A Fermo è nata due anni fa insieme a quella di Ascoli Piceno, perché solo insieme soddisfiamo tutti i requisiti di legge previsti. Una struttura articolata, che ingloba gli ospedali di Fermo, Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto. Ogni settimana ci sono incontri online per esaminare tutti i casi»
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