Porto Sant’Elpidio, Legambiente tuona: «Troppo tardi per le scogliere»

PORTO SANT'ELPIDIO - «L’ampiezza della spiaggia non dipende da lavori, difese, scogliere ma semplicemente dal moto incessante del mare. E allora perché si fanno le scogliere? Oppure le facciamo per quando il mare riprenderà la ghiaia?»

«Basta sapere osservare per accorgersi del notevole ripascimento di ghiaia su tutto il litorale rispetto alla passata stagione. L’ampiezza della spiaggia non dipende da lavori, difese, scogliere ma semplicemente dal moto incessante del mare. Si è avverato il detto marinaro secondo il quale “il mare una volta prende e l’altra volta rilascia”. E allora perché si fanno le scogliere? Oppure le facciamo per quando il mare riprenderà la ghiaia?».

Si apre con questi interrogativo posti all’amministrazione comunale di Porto Sant’Elpidio il duro comunicato di Legambiente, che non fa sconti nemmeno alla Regione Marche ed ai tecnici. «Il mare e l’economia turistica hanno bisogno di altro – seguitano -. Prima di tutto ricordarsi che la spiaggia è un bene ambientale e non la succursale di una discoteca (vedesi il Jova Beach Party) o peggio ancora un cantiere a cielo aperto o un’area fabbricabile. A stagione iniziata le cose da fare subito sono la raccolta differenziata sulle aree pubbliche e in concessione, la regolamentazione e il contenimento del traffico, l’attività di spiaggia nel rispetto rigoroso delle concessioni, l’accoglienza turistica, il rispetto delle norme in materia di gestione privatistica di beni pubblici, il rispetto delle giuste esigenze di vita e della tranquillità dei residenti. Soprattutto c’è bisogno di cambiamento per innovare l’economia turistica che da tradizionale e consumistica deve orientarsi ed adattarsi alla crisi climatica ed energetica, bene esemplificate dalle eccezionali temperature di questi giorni».

«Abbiamo bisogno di esempi virtuosi: uso di utensili e stoviglie riciclabili, mobilità dolce, riduzione dei consumi elettrici e installazione di solare termico e fotovoltaico, riduzione della illuminazione pubblica e privata, insomma tutto quello che riduce la emissione di co2. Di questo abbiamo bisogno piuttosto che portarci dalle nostre montagne rocce per scogliere» concludono.


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