di Antonietta Vitali
«Grazie. Parto dai ringraziamenti perché per Monterubbiano l’Armata di Pentecoste è la festa più importante del paese e per arrivare a tutto quello organizzato per il prossimo fine settimana, dietro ci sono mesi di lavoro iniziati alla fine dello scorso anno. Quindi il mio ringraziamento va a tutta l’Associazione Armata di Pentecoste e alla Presidente uscente dell’associazione, Silvia Moreschini, per il lavoro fatto che è motivo di orgoglio, di entusiasmo e anche di una bella dose di emozione per questa ripartenza». Così la sindaca (e attuale Presidente dell’Associazione Armata di Pentecoste) Meri Marziali ha aperto questa mattina la conferenza stampa di presentazione della 57ma edizione dell’Armata di Pentecoste Sciò La Pica, che riprende il 4, 5 e 7 giugno a Monterubbiano dopo due anni di stop a causa della vicenda Covid.
A parte questo periodo di fermo non volontario la festa ha percorso le pagine della storia non solo di Monterubbiano ma anche di quelle legate alla regione. Le sue prime tracce storiche scritte si attestano nel 1538, anno in cui sigla la sua presenza nello Statuto Comunale dell’epoca conservato nell’archivio storico di Monterubbiano. A raccontare la parte storica di queste celebrazioni è la Dott.sa Elisabetta Vesprini Responsabile del Cerimoniale dell’Armata che sottolinea: «Noi non possiamo inventare nulla, tutto è raccontato in maniera attentissima in questo statuto che è la edizione successiva a quello trecentesco». Si presume quindi che la festa, che negli statuti viene chiamata Festa di Santa Maria del Soccorso, sia precedente all’epoca rinascimentale ma i primi atti del Consiglio Priorale conservati negli archivi storici risalgono al 1531, per questo, quindi, l’ambientazione storica è rinascimentale. La leggenda narra che gli abitanti di Monterubbiano pregassero tenacemente la Vergine di Santa Maria del Soccorso durante una delle tante lotte sostenute per liberarsi dalla tirannia della città di Fermo. Quando la Madonna li ascoltò rendendoli liberi dalla dominazione fermana, venne istituita questa festa in onore della Signora come segno di ringraziamento da parte della popolazione. L’anima religiosa di questa festa viene rappresentata attraverso la donazione dei ceri da parte, non solo delle quattro corporazioni del paese (Artisti, Mulattieri, Bifolchi, Zappaterra), ma anche di tutti i personaggi del corteo storico di cui il più importante è il Capitano d’Armata, anche qui, per una ragione storica. Quando Monterubbiano venne liberata, per sette giorni fu senza il governo del Consiglio Priorale che attendeva di essere ricomposto, sul paese comandò il Capitano d’Armata insieme ai quaranta giovani soldati facenti parte del suo corpo d’armata. A rievocazione di questo accadimento il capitano è la figura centrale di tutta la festa, ne apre il corteo storico, apre e chiude i festeggiamenti e porta sempre in mano il bastone del comando. Subito, dietro di lui, nel corteo, i priori vestiti tassativamente di nero mentre, a raccontare il popolo del tempo, le corporazioni che nel pomeriggio della domenica si sfideranno nella Giostra dell’Anello.
Competizione accesissima e animi infiammati per cercare di profetizzare chi vincerà l’edizione di domenica 5 giugno 2022 e che vede come schieramenti corporazione-fantino, Artisti-Mario Cavallaro, Mulattieri-Nicolas Lionetti, Bifolchi-Luca Innocenzi, Zappaterra-Matteo Peroni, mentre la corporazione vincitrice del 2019 verrà premiata nella serata di sabato 4 giugno. Viene scelto sempre fuori da Monterubbiano l’interprete della figura del Podestà che quest’anno sarà Gianmario Borroni Sindaco di Monterinaldo e che avrà come Segretario Luca Leoni Sindaco di Torre San Patrizio, tutti e due, come vuole la storicità dei fatti, saranno scortati dai famuli birruari (nome dal quale deriva l’appellativo sbirri). Insieme a soltanto altre sei località italiane (secondo gli studi di Folco Quilici) questo genere di rievocazione storica comprende anche un rito pagano, quello dello Sciò la Pica (scacciare il picchio) durante il quale un gruppo di zappaterra vestito con il loro abito tipico, lu guazzarò, suona un singolare strumento realizzato con una canna presa da un albero di ciliegio (simbolo di fertilità della terra), per stuzzicare, appunto, l’uccello che inseguivano, il picchio. Il rito ricorda il Ver Sacrum dei Sabini che terminò con il fine del volo del picchio inseguito sulle terre che si chiamarono picene proprio perché scelte dalla “pica”. 163 i figuranti totali compresi tamburi e tamburini capitanati da Fabio Cartacci, Vice Presidente dell’Associazione Armata di Pentecoste, che precisa come sia stato e sarà sempre fondamentale l’introduzione dei giovani nell’associazione per garantire la continuità di questa importante tradizione monterubbianese che davvero ha attraversato i secoli. Uno degli ultimi giovani inseriti è proprio il curatore e l’ideatore della nuova grafica della comunicazione della festa, Alberto Mircoli che, seguito dal suo Professore Marco Romano, sui cartelloni dal fondo rosso porpora stilizza la S di Sciò la Pica con i personaggi e le celebrazioni identificative della festa disegnati in chiave cartoon. Le radici storiche e il significato di questa lunga tradizione saranno oggetto della sua tesi di laurea. Sono sempre i giovani a realizzare i premi, due piatti in ceramica decorata, che verranno consegnati ai vincitori dell’edizione 2022, in questo caso si tratta degli alunni del IV° e V° anno di studi della specializzazione in “Design della ceramica e dell’oreficeria” del Liceo Artistico di Fermo e Porto San Giorgio. È il Preside dell’istituto, Rossano Perotti monterubbianese DOC che interpreterà il Capitano d’Armata di questa 57ma edizione, a dichiarare durante la conferenza stampa che non ha esitato neppure un minuto ad accettare la proposta perché per lui poter far collaborare i suoi alunni con le istituzioni del territorio è sempre un onoreb oltre che un piacere. Piatti della tradizione ma anche sfiziosità quelli presenti negli stand gastronomici aperti sabato a cena e domenica sia per il pranzo che per la cena. Saranno preparati dalla Pro Loco di Monterubbiano il cui Presidente Massimo Properzi afferma di aver creduto sempre moltissimo in questa amatissima festa per la quale nutre una grande idea e un grande sogno. Che sia quello di far accettare alla Regione Marche il fatto (già proposto anni fa) di riconoscere questa festa come patrimonio regionale invece che solo del Comune di Monterubbiano? Chissà.
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