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Fondazione Padre Matteo Ricci. Un occhio verso l’Oriente tra storia, cultura e progetti futuri (Videointervista)

FERMO - Questa mattina ai microfoni di Radio Fm1 è intervenuto Dario Grandoni, presidente della Fondazione Internazionale Padre Matteo Ricci. Una digressione dedicata ai rapporti tra Italia e Cina
Ai microfoni di radio FM1 il prof. Dario Grandoni

Dario Grandoni, presidente della Fondazione Internazionale Padre Matteo Ricci

di Francesco Silla

Nell’intervista di Alessandro Luzi per Radio FM1, Dario Grandoni, presidente della Fondazione internazionale Padre Matteo Ricci, ci parla del ruolo di mediazione che la fondazione ricopre, dell’importanza di questo collegamento secolare che la Cina ha con l’Italia attraverso la figura di Padre Matteo Ricci, e dei progetti attuati e quelli in via di definizione. Un’ occasione per approfondire i collegamenti tra questi due paesi, che dopo la pandemia si sono fatti più complessi. «La fondazione nasce nel 2003, con l’obbiettivo e la missione di raccogliere l’eredità di Padre Matteo Ricci – afferma Grandoni – un uomo rinascimentale, un gesuita e un missionario, che ha speso quasi tutta la sua vita in Cina. La sua eredità è, usando le sue parole, una porta aperta verso l’oriente». Inoltre spiega che il file rouge di tutta l’esperienza di Padre Matteo Ricci in Cina è l’amicizia: il rapporto di amicizia che lo legava al popolo cinese deve essere attualizzato per poter creare un interscambio culturale prolifico. «La Cina è sempre stato un paese chiuso e autoreferenziale, caratteristica comune di quei paesi molto estesi territorialmente che hanno ricevuto, in varie epoche storiche, invasioni». Aggiunge: «La Cina è stato sempre un paese difficilmente permeabile. Per abbattere questa barriera di ingresso Padre Matteo Ricci ha lavorato a lungo per intessere rapporti di amicizia e di lealtà reciproca».

Grandoni sostiene che, la Fondazione, seguendo il solco tracciato da Padre Matteo Ricci, sia votata al dialogo attraverso l’ambito di cui si occupa maggiormente, ovvero la cultura: «Italia e Cina possono dialogare sullo stesso livello da un punto di vista culturale. La Fondazione, da un punto di vista culturale, si è sviluppata e ha portato ad una serie di progetti su Pechino e dal 2014 su Shangai. Dal 2014 inoltre la Fondazione è il soggetto che rappresenta un ponte di collegamento tra l’Italia, l’Europa e la Cina». Dopodiché si sofferma su alcuni progetti portati avanti dalla Fondazione: «Siamo un soggetto facilitatore, e oltre ai vari progetti che portiamo avanti nella provincia di Macerata, nella provincia di Fermo ci siamo impegnati, insieme all’università di Macerata e al conservatorio di Fermo, a creare e rendere disponibile un corso in lingua italiana per i giovani cinesi che vogliono frequentare il conservatorio – continua – la lingua è il primo passo. L’integrazione tra le due culture passa attraverso la lingua. Il corso non è basato solo sulla grammatica ma ha anche lo scopo di far conoscere la cultura Italiana a questi ragazzi Cinesi che, tornati in Cina, saranno le persone di riferimento per poter aprire quei canali di interscambio che saranno indispensabili». Per concludere Grandoni fa il punto sui rapporti di amicizia tra i due paesi, uno dei principi della fondazione: «Prima di essere Cinesi o Europei siamo persone. Il rapporto passa tra le persone e questo rapporto passa per forza attraverso il viatico dell’amicizia. Non ci possono essere riserve o trucchi. Il mio amico è l’altra parte di me. Dobbiamo impegnarci nel raccontare in modo diverso i rapporti tra Italia e Cina ed utilizzare questo canale privilegiato che è la figura di Padre Matteo Ricci, considerato dal popolo Cinese come uno dei padri fondatori». Un contributo interessante all’insegna dell’amicizia, del dialogo e dell’interscambio culturale come possibilità di crescita reciproca.


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