facebook twitter rss

Mancata cessione dei crediti, l’allarme di Cna: «Una bomba economica e sociale»

AZIENDE - Migliore e Antolini: «Per la cessione dei crediti le imprese della filiera si sono rivolte principalmente a banche e società di intermediazione finanziaria. Ma di fronte a norme incerte e continui stop and go, gli intermediari finanziari hanno bloccato gli acquisti. Cna stima che ad oggi i crediti in attesa di accettazione in Italia superano i 5 miliardi e, di questi, circa 4 si riferiscono a prime cessioni o sconti in fattura»

da sin. Alessandro Migliore e Loris Antolini

«Cassetto fiscale pieno di crediti ma niente liquidità. E’ la condizione in cui versano tantissime imprese del settore costruzioni, a causa del gravissimo impatto della mancata cessione dei crediti legati a bonus edilizi e sconti». Un allarme che la Cna di Fermo aveva lanciato da tempo e che oggi rappresenta «una tremenda realtà per tante imprese artigiane a rischio fallimento. Un fallimento che vuole dire perdita di posti di lavoro nella filiera delle costruzioni, che comprende edilizia e serramenti».

«Abbiamo chiesto al Governo di trovare rapidamente una soluzione, un intervento straordinario per disinnescare una bomba economica e sociale – riferisce il direttore generale Alessandro Migliore – generata da una serie di provvedimenti normativi che non hanno fatto altro che alimentare confusione e profonda incertezza. Raccogliamo quotidianamente le testimonianze di imprese che hanno riconosciuto lo sconto in fattura e hanno crediti non monetizzati. La consistenza dei crediti bloccati sta mettendo in crisi migliaia di aziende a rischio fallimento».

Non solo, per qualcuno si prospetta il blocco dei cantieri attivati: “Per non essere schiacciate dalla mancata cessione dei crediti – spiega Loris Antolini, presidente di Cna Costruzioni Fermo – quasi un’impresa su due sta pagando in ritardo i fornitori, si rinvia il pagamento di tasse e imposte e saltano anche i compensi dei collaboratori».
Per fare un esempio della consistenza media dei crediti, basti pensare che un’azienda con giro d’affari di 150mila euro detiene 57mila euro di crediti nel proprio cassetto fiscale: «Alla crescita del fatturato l’incidenza resta rilevante – dice Antolini – un’impresa con 750mila euro di ricavi sconta 200mila euro di crediti bloccati». Tra le maggiori criticità lamentate dagli imprenditori, ovviamente, «la mancanza di soggetti disposti ad acquisire i crediti e i tempi di accettazione dei documenti contrattuali eccessivamente lunghi».

«Per la cessione dei crediti – prosegue Migliore – le imprese della filiera si sono rivolte principalmente alle banche, a Poste Italiane e società di intermediazione finanziaria. Ma di fronte a norme incerte e continui stop and go, gli intermediari finanziari hanno bloccato gli acquisti. Cna stima che ad oggi i crediti in attesa di accettazione in Italia superano i 5 miliardi e, di questi, circa 4 si riferiscono a prime cessioni o sconti in fattura».

Senza una soluzione per svuotare i cassetti fiscali, la strada, secondo Loris Antolini, sarebbe drammaticamente segnata: «Si arriverà presto al mancato avvio di nuovi cantieri con ripercussioni negative sull’intera filiera e sull’economia nel complesso nonché sul programma di riqualificazione energetica degli immobili».

Alla Cna di Fermo fa eco il livello regionale della sigla degli artigiani: «Superbonus 110 per cento, nelle Marche alla fine di aprile erano stati presentati e asseverati 3.338 progetti per 663 milioni di euro di crediti ammessi a detrazione. L’investimento medio per i lavori condominiali è di 487 mila euro mentre per gli edifici unifamiliari si ferma a 109 mila euro. Ma – lancia l’allarme anche la Cna Marche – i crediti fiscali delle imprese che hanno riconosciuto lo sconto in fattura e non monetizzati attraverso una cessione sono il 15 per cento del totale. Il blocco della cessione dei crediti sta mettendo in crisi migliaia di imprese. Da una indagine Cna su un campione di 2 mila imprese di cui un centinaio marchigiane, emerge che in Italia i crediti bloccati ammontano complessivamente a quasi 2,6 miliardi di euro mentre sono 33mila le imprese artigiane a rischio fallimento, con la perdita di 150mila posti di lavoro nella filiera delle costruzioni».

Cna sollecita il Governo «a trovare rapidamente una soluzione per disinnescare una bomba economica e sociale, generata da una serie di provvedimenti normativi che hanno alimentato confusione e profonda incertezza. Infatti, oltre 60mila le imprese artigiane si trovano con cassetto fiscale pieno di crediti ma senza liquidità e con impatti gravissimi. Alcune migliaia solo nelle Marche. Il 48,6% del campione parla di rischio fallimento mentre il 68,4% prospetta il blocco dei cantieri attivati. Per non essere schiacciate dalla mancata cessione dei crediti, quasi un’impresa su due sta pagando in ritardo i fornitori, il 30,6% rinvia tasse e imposte e una su cinque non riesce a pagare i collaboratori. Dall’analisi dei fatturati e della consistenza media dei crediti emerge che le imprese con giro d’affari di 150mila euro detengono 57mila euro di crediti nel proprio cassetto fiscale (38,2%). Alla crescita del fatturato l’incidenza tende a scendere pur restando rilevante: un’impresa con 750mila euro di ricavi sconta 200mila euro di crediti bloccati. Il 47,2% delle imprese dichiara di non trovare soggetti disposti ad acquisire i crediti mentre il 34,4% lamenta tempi di accettazione dei documenti contrattuali eccessivamente lunghi. Per la cessione dei crediti, le imprese della filiera si sono rivolte principalmente alle banche (63,7%), a seguire Poste (22,6%), poi società di intermediazione finanziaria (5,1%). Davanti a norme incerte e continui stop and go gli intermediari finanziari hanno bloccato gli acquisti e ad oggi i crediti in attesa di accettazione superano i 5 miliardi e di questi circa 4 miliardi si riferiscono a prime cessioni o sconti in fattura».

«Occorre ricordare che attraverso lo sconto in fattura l’impresa – rimarcano dalla sigla degli artigiani – ha anticipato per conto dello Stato un beneficio al cliente, facendo affidamento sulla possibilità, prevista dalla legge, di recuperare il valore della prestazione attraverso la cessione a terzi. Il quadro molto preoccupante deve sollecitare un intervento straordinario da parte dello Stato per scongiurare una gravissima crisi economica e sociale. Inoltre i bonus per l’edilizia hanno offerto un contributo molto rilevante al rimbalzo del Pil l’anno scorso e oltre il 90% delle imprese intervistate è convinta che senza una soluzione per svuotare i cassetti fiscali determinerà il mancato avvio di nuovi cantieri con ripercussioni negative sull’intera filiera e sull’economia nel complesso nonché sul programma di riqualificazione energetica degli immobili».


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page


Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




Gli articoli più letti