di Serena Murri
La campagna elettorale volge al termine anche a Porto San Giorgio. Come da tradizione, fissati per oggi, ossia allo scadere del tempo utile per parlare ai cittadini prima del silenzio elettorale, i comizi in piazza Matteotti, quelli conclusivi e forse, per i candidati, per certi versi anche i più emozionanti.
Il primo comizio è stato quello di Francesco Gramegna, che alle 19 ha parlato in scioltezza per 20 minuti. Sotto il palco in prima linea a fare il tifo Elisabetta Baldassarri, Antonello Cossiri, Michele Amurri, Roberta Bonanno, Giacomo Clementi, Marisa Amoroso. Clima disteso prima d’iniziare, Francesco Gramegna è sembrato sereno e scanzonato come sempre ma ha voluto a fianco a sé sul palco i capilista Emiliano Agostini, Nicola Ferranti, Christian De Luna e Nicola Loira.
Forte della sua squadra, è partito dal «viaggio verso la Porto San Giorgio del 2032 perché -ha premesso- penso di governare per 10 anni». Poi ha ricordato i 40 anni nel volontariato, nell’Azione Cattolica sua «maestra di vita», fino ad arrivare all’inizio dell’esperienza amministrativa. Ma per Gramegna la vera partenza del viaggio verso il 2032 sarà il nuovo lungomare che lui considera il futuro facendolo diventare strada turistica anziché strada di scorrimento, con l’intento di offrire spazio crescente per bici e pedoni. A tratti si alzano i toni, quando Gramegna si è rivolto agli avversari sulla visione diversa di lungomare ma anche quando ha ricordato la pandemia «in Comune eravamo io e il Sindaco ma qualcuno ha pensato bene di trovarsi con quattro amici al bar per formare un gruppo di civici nel quale poi sono scesi i partiti». Gramegna è la sua visione della città del domani, l’ha detto guardando trasognato verso la Torre e parlando della valorizzazione della Rocca, prima di menzionare qualcosa d’inedito, «è successo – ha chiarito Gramegna – che un’amministrazione comunale di una città Capoluogo si sia dichiaratamente schierata politicamente per un candidato di Porto San Giorgio». A chi gli ha chiesto se suonerà ancora in chiesa ha risposto «Mica sparo, suono la chitarra». In fine, il suo appello al voto è stato: «Votate con coscienza e votate me per una Porto San Giorgio viva, competente, unita e coerente che sa volare alto come un gabbiano verso il più grande degli obiettivi il bene comune» ha concluso prima degli abbracci fraterni ai capolista al suo fianco.
Alle 21.30, piazza Matteotti si è riempita di nuovo e tra i suoi sostenitori, si è fatto spazio il candidato alla poltrona di sindaco Valerio Vesprini che, si è visto subito, carico e con piglio deciso. Sguardo illuminato, è salito sul palco, senza esitazioni ed ha iniziato il suo discorso a gran voce. Vesprini sembrava stesse aspettando questo momento da anni. Con la voce forte e chiara ha parlato del suo movimento di civici e di una campagna partita dal basso, ascoltando le persone nei quartieri: «Vogliamo cambiare un sistema di amministrazione che non è stata in mezzo alla gente e – ha alzato la voce ancora di più Vesprini – che ha mancato di partecipazione». Poi ha citato gli incontri con le categorie, le associazioni, anche quelle sportive «siamo stati in mezzo alla gente – ha rimarcato con forza Vesprini – in campagna elettorale abbiamo portato il nostro progetto di città, quella che sta vivendo in una cappa di rassegnazione che si sta spegnendo. Questo è il nostro unico nemico». Poi è passato al rilancio della città attraverso i settori economici cardine «di una città che deve vivere tutto l’anno, non solo d’estate. Dobbiamo tornare ad essere vivi d’inverno. In questi anni non è stato fatto niente – ha detto alzando il tono di voce – bisogna partire dal decoro urbano, dopo 10 anni è una città lasciata all’abbandono. Dopo il concerto di Max Gazzè c’era erba alta dappertutto. È questa l’accoglienza che volete dare ai turisti?». Poi Vesprini ha affermato che bisogna arrivare sui tavoli che contano per ottenere fondi regionali e ammodernare le strutture sportive. «Noi vogliamo osare» ha rimarcato. Poi ha ripreso «è stata una campagna breve ma intensa. Abbiamo ricevuto colpi bassi. Ho letto l’ultimo articolo del Segretario del PD che dice che dobbiamo togliere la maschera. No – ha tuonato Vesprini – la maschera se la devono mettere loro per come hanno ridotto Porto San Giorgio, quando i civici servivano solo per portare i voti e solo in Consiglio per alzare la mano». Per l’appello al voto, ha preso spunto dallo slogan ‘Porto San Giorgio si può’ e Vesprini ha aggiunto «si può e si deve. Se volete cambiare la città, se volete la luce, se volete dinamismo votate Valerio Vesprini e le liste della sua coalizione».
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