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A14, ultimi giorni di una via Crucis infinita: ma perché si paga ancora il pedaggio?

TRA FERMANO e Piceno i tempi di percorrenza dell'autostrada sono siderali ormai da anni, tra lavori in corso (perenni), incidenti, code e inevitabile traffico in tilt. Una scena che si ripete tristemente ogni giorno. Eliminare o ridurre il costo del passaggio rappresenterebbe almeno un gesto di lealtà verso pendolari, residenti e turisti

Auto in coda all’uscita di Grottammare

 

di Luca Capponi 

 

Inutile continuare ad aggiungere, scrivere, fotografare: la situazione del tratto Marche sud della A14 ormai la conoscono ovunque.

Quindi non occorre girarci troppo intorno, perché chi di dovere dovrebbe fare una sola cosa, semplice, indolore, non risolutiva ma almeno onesta: smettere di far pagare il pedaggio a chi ogni giorno si trova a dover affrontare la via Crucis tra il Piceno ed il Fermano. Cert, per correttezza e dovere di cronaca, è bene ricordare che tra quattro giorni scatterà lo stop ai cantieri per l’estate.

Eliminare o abbassare il costo del passaggio autostradale non ridurrebbe certo i tempi di percorrenza, che ormai da anni sono superiori a quelli che si otterrebbero muovendosi a bordo di un asino, ma almeno rappresenterebbe un gesto di lealtà verso pendolari, residenti, turisti, lavoratori. In una parola, verso i contribuenti.

Immagini di questa mattina

Nelle Marche “sporche”, come alcuni le chiamano in maniera poco ortodossa, sono anni che il transito sull’autostrada, in ambo le direzioni, è diventato qualcosa di paragonabile ad un girone dantesco. Col freddo invernale o con la canicola estiva, poco cambia. Lavori in corso (perenni), incidenti, code, traffico in tilt e poi di nuovo lavori in corso (sempre più perenni), incidenti, code e traffico in tilt. Con un obiettivo ambizioso, che a un certo punto sembrava irraggiungibile e che invece adesso è evidentemente alla portata: emulare le gesta della “mitica” Salerno-Reggio Calabria, il simbolo dei cantieri infiniti, della mancanza di sicurezza per gli automobilisti.

Un primato di cui non andare assolutamente fieri. Anzi. Un “primato”, a cui purtroppo, con tristezza, a volte si aggiungono pure vittime e feriti. Giusto per essere pedissequamente al passo.

Il quadro, dunque, è quello che è, e lo si vede dalle immagini che pure sono di stamattina, lunedì 20 giugno, ma che potrebbero essere anche di ieri, di un mese fa, dell’anno scorso. O di domani. Ed è questo, senza dubbio, quello che preoccupa di più.

Eliminare o ridurre il pedaggio non rappresenterà la soluzione di tutti i mali? Sicuramente, ma almeno risparmierebbe a tutti un’arrabbiatura in meno. Anche più di una, a ben vedere. In attesa che i lavori in corso cessino di essere perenni e vedano finalmente la luce prima che le macchine inizino a volare come in “Ritorno al futuro”. Perché, giunti a quel punto, probabilmente sarà inutile.

Stop ai cantieri in A14: si parte col ponte del 2 giugno poi interruzioni per tutta l’estate

 


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1 commento

  1. 1
    Alessandro Bosa il 20 Giugno 2022 alle 23:20

    Scusate ma sono profondamente deluso… a che pro qui la terminologia “Marche sporche”???

    Già di per sé è un’espressione squallida, per non dire moralmente misera, frutto di un retaggio denigratorio o macchiettistico che spesso ci sentiamo attribuire dai nostri stessi corregionali e che ci lascia impotenti e amareggiati.

    Perché lo devo ritrovare in Cronache Fermane, scritto da qualcuno che è del territorio o che comunque per lavoro si occupa di raccontarlo? A cosa o a chi giova, così proposto nel testo dell’articolo? Erano finiti i sinonimi?
    Non c’erano locuzioni più accattivanti? Sicuri?

    Si parla di onestà e giustizia verso i contribuenti, di correttezza verso residenti, pendolari e turisti. Bene! Facciamo che queste buone intenzioni inizino a trovare credibilità a partire dalle parole proposte e dal rispetto che si sceglie nel raccontare il nostro territorio e a cascata chi lo abita!!!

    Il vostro giusto dovere di cronaca esprime una situazione, quella sulla A14, che da “problematica” si è aggravata in “cronica” e che va correttamente denunciata, ma non è ammissibile presentarsi e presentarci con questi epiteti obsoleti, ingiusti e a mio modo di vedere anche offensivi.

    La critica e la denuncia, laddove ci sono attaccamento e rispetto, devono essere presentate in chiave costruttiva e non denigratoria, altrimenti non si può parlare di buon giornalismo.

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