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Arretramento ferrovia e caos A14, i sindaci rilanciano: «Occorre condivisione» (Ascolta la notizia)

INFRASTRUTTURE - I temi caldi secondo i primi cittadini del Piceno e del Fermano. Fioravanti (Ascoli): «I territori meridionali delle Marche vivono da troppi anni un vero e proprio isolamento». Calcinaro (Fermo): «Se Cristo si è fermato a Eboli, la terza corsia si è fermata a Porto Sant'Elpidio, e questo non è possibile». Franchellucci (Porto Sant'Elpidio): «Necessario un tavolo istituzionale che affronti le questioni in maniera integrata, concertata e concreta». Piergallini (Grottammare): «Non è semplice unire le due riflessioni anche perché dall’alto ci arrivano ipotesi di progettazione che sembrano non dialogare fra di loro»

Il cavalcavia dell’A14 a Porto San Giorgio

di Luca Capponi 

 

Infrastrutture ferroviarie e stradali, da sempre tallone d’Achille delle Marche del sud. Tra il disastro A14, con la “tregua” estiva dei lavori che però non rappresenta la soluzione ai mali che da anni bersagliano l’autostrada, fino all’arretramento della ferrovia che lambisce la costa adriatica e alle ultime parole pronunciate in materia dal ministro Giovannini, tra arretramenti, bypass e un potenziamento della linea attuale che mal si concilia con la vicinaza alle spiagge.

Il sindaco di Ascoli Fioravanti

 

Sul tema, continuano a confrontarsi soprattutto i sindaci, in particolare quelli piceni e fermani, in attesa che qualcosa si muova nel concreto.

 

«Spero non sia già tutto deciso in merito all’arretramento della ferrovia -spiega il primo cittadino di Ascoli, Marco Fioravanti-. Ok che venga fatta nel tratto in provincia di Pesaro-Urbino, ma le Marche proseguono anche più a sud. È evidente che ci sia un gap infrastrutturale nella nostra regione e che i territori meridionali delle Marche vivano, ormai da troppi anni, un vero e proprio isolamento da questo punto di vista».

 

«La questione della ferrovia è strettamente legata anche a quella dell’autostrada A14 -continua-. Credo siano noti a tutti i problemi esistenti nel tratto meridionale e sono convinto che la realizzazione della terza corsia nell’area Marche Sud sia una necessità non ulteriormente prorogabile. Durante il periodo estivo ci sarà lo stop ai lavori, con la viabilità che è tornata alla normalità in entrambe le direzioni senza rallentamenti o restrizioni di corsia: è evidente però che vada trovata una soluzione definitiva, per colmare questo gap infrastrutturale che nuoce ad Ascoli, al Piceno e alle Marche Sud, splendidi territori che tutte le istituzioni hanno il dovere morale di tutelare e valorizzare».

Ascolta la notizia:

Fioravanti è da sempre molto attivo anche su un altro fronte, quello della Ferrovia Salaria, opera che collegherebbe San Benedetto con Roma e di cui si discute da decenni.

 

«Con il ministro Enrico Giovannini abbiamo intavolato già da tempo un discorso leale e sinergico per tutto ciò che concerne la realizzazione della Ferrovia dei Due Mari, volta a collegare Ascoli, il Piceno e i territori dell’entroterra alla Capitale -conclude il sindaco ascolano-. Da tempo sto combattendo, insieme a tanti stakeholder e istituzioni interessati, questa battaglia per la realizzazione della ferrovia e, nelle sedi opportune, la porteremo avanti. L’antica Salaria è spesso oggetto di interventi e lavori che non ne rendono agevole la percorrenza, né a veicoli privati né soprattutto ad autobus o mezzi pubblici. Su rotaia, per collegare due città distanti appena 200 chilometri, oggi si impiegano sei ore di tragitto per completare la tratta, con necessità di cambiare tre o quattro convogli ferroviari per arrivare a destinazione. Quando parliamo di Ferrovia dei Due Mari è evidente dunque di come si tratti di un’opera strategica che darebbe nuovo impulso ai nostri territori, agevolando il flusso da e per Roma e favorendo quanto concerne turismo ed economia di aree già gravemente colpite dal terremoto e che stanno combattendo contro un necessario spopolamento demografico».

 

Sul tema si esprime anche il sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro.

 

«Sulla ferrovia rilevo come il nord delle Marche, soprattutto Pesaro, ha preso la partita in maniera un po’ individuale, mentre credo che il tema sia da affrontare con tutta la regione -afferma-. Se c’è possibilità di un by pass nel nord sono anche contento però noi vorremmo sapere qual è lo sviluppo generale della ferrovia».

Il sindaco di Fermo Calcinaro

 

«Non mi trovo d’accordo sul fatto che ferrovia e A14 siano due partite legate – continua Calcinaro – perché qualora ci fossero fondi per l’arretramento ferrovia parlare di arretramento della A14 sarebbe una chimera che ci lascerebbe nell’immobilismo come già successo nel 2006, quando la terza corsia doveva arrivare a Pedaso ma le amministrazioni di Fermo e Porto San Giorgio si misero di traverso. Se oggi c’è la possibilità di parlare di terza corsia ben venga, perché non possiamo rimanere sotto ostaggio per ogni incidente che si verifica. In più, si dovrà risolvere la questione del tratto estremo sud: se Cristo si è fermato a Eboli, la terza corsia si è fermata a Porto Sant’Elpidio, e questo non è possibile».

 

Richiama all’unità il primo cittadino di Porto Sant’Elpidio Nazareno Franchellucci. 

 

«Credo che sia arrivato seriamente il momento di parlarne in un tavolo istituzionale che affronti la questione in maniera integrata, concertata e concreta per capire realmente quali sono le opportunità e qual è il margine che noi amministratori abbiamo per concertare sia a livello locale che a livello regionale – rilancia -. Ma soprattutto, per affrontare la tematica pensando alla peculiarità dei nostri territori e alle grandi prospettive che un’infrastruttura del genere può e dovrebbe portare. Faccio un esempio similare: negli anni addietro si decise di non affrontare l’impatto della terza corsia sulla A14, ma quei territori ebbero importanti opere compensative che migliorarono alcune situazioni importanti a livello cittadino».

 

«Quali sono, davanti a queste prerogative, le prospettive di miglioramento di quello che è un atavico problema di nostra regione, cioè le vie di collegamento e la raggiungibilità  da parte di tutta Italia? -continua- Quali gli investimenti reali e concreti che porterebbero al miglioramento di tutto questo? Queste sono le domande e le tematiche con cui approcciarsi a una tematica del genere. Non condivido chi vuole cercare di spostare a livello campanilistico questa battaglia, dobbiamo essere lungimiranti e compatti come territorio del centro sud. Ora, dopo avere letto le considerazioni del ministro, la questione si allarga: vediamo bene carte e documenti, poi se ne discute».

Il sindaco di Porto Sant’Elpidio Franchellucci

 

«Ribadisco, ciò che non mi sta piacendo è che qualcuno sta portando la discussione verso una sorta di scontro geopolitico con il sindaco di Pesaro Ricci e il nord delle Marche -conclude Franchellucci–. Credo che un territorio già piccolo che utilizza questo tema per fare guerra di tipo politico sia la cosa peggiore tra tutte quelle che potrebbero capitare. Ricci porta avanti legittimamente i percorsi che crede opportuni per il proprio territorio, non c’è niente male, dobbiamo essere bravi noi a fare sintesi e ad ottenere ciò che è più utile e necessario per le nostre zone».

 

Interessante anche il punto di vista di Enrico Piergallini, sindaco di Grottammare.

 

«Le parole di Giovannini rappresentano un buon segnale, dimostra che il Ministero è consapevole delle criticità che il nostro tratto di ferrovia provoca da tempo al territorio -spiega-. Già ora il passaggio dei treni mal si concilia con la vocazione turistica della nostra riviera. Figuriamoci in futuro, con il potenziamento del passaggio dei convogli commerciali. Un impatto che non potrà essere contenuto attraverso i pannelli fono assorbenti, esteticamente inconciliabili con la nostra realtà urbana e che giustamente hanno creato tante polemiche negli scorsi anni».

Enrico Piergallini, sindaco di Grottammare

 

«Bene, dunque, un arretramento delle ferrovia, anche limitato alle zone più critiche e non realizzato sull’intera linea fino a Lecce -va avanti-. Il problema è un altro: sappiamo poco di cosa si sta muovendo nel Ministero; personalmente non ho visto alcuno studio di fattibilità che metta su carta questo progetto. Per opere infrastrutturali così  strategiche e impattanti è necessario quanto meno che i territori vengano coinvolti da subito, su progetti realizzabili, altrimenti non è semplice nemmeno per i sindaci farsi un’idea chiara e ragionata su simili investimenti, così come è impossibile tentare di proporre qualche costruttivo contributo di idee».

 

«Fino ad ora, per quanto riguarda la A14, due sembravano le sole alternative sul campo: l’ampliamento della terza corsia o l’arretramento – conclude Piergallini -. In un recente incontro con la Società Autostrade è stato proposto un terzo scenario, ovvero un ampliamento ma non in sede stradale. In parole povere l’attuale autostrada sarebbe trasformata ad un solo senso di marcia, l’altro senso passerebbe più ad ovest, con la costruzione di un nuovo asse viario a circa un chilometro da quello esistente. Finora ho potuto consultare soltanto un disegno, molto schematico, su questo nuovo tratto. E posso dire che non mi convince affatto, se non altro perché nella sede ipotizzata l’ampliamento mi sembra poco realizzabile e non in linea con la pianificazione urbanistica del Comune. Però, il discorso è sempre lo stesso: disponiamo ancora di poche, pochissime informazioni per poter esprimere giudizi realmente ragionati su opere così importanti. Ecco perché attualmente non è semplice unire le due riflessioni, quella sulla ferrovia e quella sulla A14, anche perché dall’alto ci arrivano ipotesi di progettazione che sembrano non dialogare fra di loro».

 


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