di Antonietta Vitali
«Fausto Paci è stato un assiduo frequentatore di Monte Vidon Corrado perché per lui il riferimento a Osvaldo Licini era un riferimento emotivo affettivo oltre che storico, oltre che di altre dimensioni dello spirito. Ora che lui ci ha lasciati, poter ospitare cinque importanti opere dipinte da Licini della collezione Paci nella nostra casa museo è un grande onore». Così il Sindaco di Monte Vidon Corrado, Giuseppe Forti, introduce il senso del comodato d’uso firmato oggi con gli eredi di Fausto Paci, i tre figli Franco, Giovanni e Carlo e relativo a cinque opere del Maestro Licini.
Le cinque tele sono arrivate, in realtà, nella Casa Museo Osvaldo Licini a Monte Vidon Corrado l’anno scorso, nel 2021, protagoniste, insieme ad altre, di una mostra sul pittore promossa dall’amministrazione e dal Centro Studi Licini. Successivamente a questa esposizione nasce l’idea di lasciare queste opere fruibili al pubblico che visiterà la casa dove il Maestro è nato e cresciuto. Il generoso gesto degli eredi arriva da quanto trasmesso loro dal padre Fausto, già Sindaco del Comune di Porto San Giorgio e grande appassionato di arte. Sosteneva, infatti, l’arte dovesse essere resa condivisibile, facendola ammirare agli appassionati e a quanti più estimatori possibili. In onore di Fausto Paci e della sua grande passione le cinque opere saranno esposte in una sala della casa che porta il suo nome.
A disciplinare il nobile gesto la sottoscrizione oggi del documento comprovante il comodato d’uso delle opere di cui il Comune di Monte Vidon Corrado si assume la manutenzione e la responsabilità assicurativa. Il documento riporta anche una scheda allegata redatta dal restauratore Giacomo Maranesi che, insieme alla sua collega Giulia Leggieri, ha sanificato le opere da attacchi fungini e altre piccole cose. «Si tratta di cinque opere di assoluta importanza nel corpus liciniano, due del periodo figurativo, come “Il ritratto di Ave” (ritratto di una donna da lui molto amata e appartenente ad una notabile famiglia fermana) e “Il pastorello” e tre del figurativismo fantastico, cioè due straordinarie “Amalassunta” e un “Olandese volante» spiega la Presidente del Centro Studi Osvaldo Licini Daniela Simoni che ha ricordato, nel corso del suo intervento, la straordinaria azione di promozione dell’arte e della cultura promossa da Fausto Paci nel corso della sua esistenza al quale riconosce come ulteriore grande merito quello di aver intuito tra i primi il sensazionale talento del Maestro Licini.
Sottolineata sia dal Sindaco Giuseppe Forti che dalla Presidente Daniela Simoni la generosità dei fratelli Paci espressa nell’idea di condividere la fruizione delle opere che poi è alla base del concetto della nascita dei grandi musei. La differenza tra questi ultimi e i piccoli musei facenti parte di piccole realtà è che, per i secondi, il potenziale di acquisto di opere è pressoché impossibile. Nel caso del Maestro Osvaldo Licini, artista poco musealizzato e con una quantità di opere appartenenti soprattutto a collezioni private, il rischio di rimanere un artista sommerso è grande. Il desiderio condiviso da Forti e Simoni è che, altri soggetti privati, scelgano di mettere a disposizione del pubblico altre opere di Licini che facciano aumentare l’offerta espositiva di questa Casa Museo la cui visita è, senz’altro un viaggio nella storia artistica del Maestro Licini, ma anche un percorso emotivo attraverso la sua vita trascorsa all’interno di queste mura e che lo hanno visto accompagnato oltre che dalla sua famiglia, dalla sua amata moglie Nanny Hellström.
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