Lanfranco Beleggia presenta il suo libro sulla storia di Villa Lattanzi e lancia un progetto di promozione turistica del Fermano (Video)

FERMO - Il fondatore di Brosway Gioielli ha spiegato la sua passione per il mecenatismo attraverso il quale si propone di lasciare una traccia autentica e ben conservata del nostro patrimonio artistico e culturale: «Regione ed enti preposti devono collaborare per riportare alla luce e valorizzare le tante cose belle che abbiamo». Parterre di pregio, dal Presidente della Provincia di Fermo Michele Ortenzi, al Sindaco di Belmonte Piceno Ivano Bascioni, al neo eletto Sindaco di Porto San Giorgio Valerio Vesprini accompagnato dall’Assessore al Turismo e Commercio della sua giunta Giampiero Marcattili
L'intervista a Lanfranco Beleggia a Villa Lattanzi

 

di Antonietta Vitali

«La promozione del territorio fermano potrebbe essere un progetto orientato a lungo raggio per coloro che hanno la necessità sociale di riprendere in mano tutte le cose belle che abbiamo (e ne abbiamo tantissime) e riportarle alla luce e valorizzarle. Punto e basta. Non è una fatica enorme ed è chiaro che questo deve essere fatto in collaborazione con la Regione e gli enti preposti. Siamo in un contesto troppo bello per lasciarlo così com’è».

Con queste parole il Commendatore Lanfranco Beleggia, ieri, alla presentazione del libro sulla storia dell’ultima creatura da lui riportata alla luce, Villa Lattanzi, ha spiegato la sua passione per il mecenatismo attraverso il quale, appunto, si propone di lasciare una traccia autentica e ben conservata del nostro patrimonio artistico e culturale.

Fondatore di Brosway Gioielli, il primo restauro che lo vede protagonista del territorio è quello di un podere abbandonato nel colle più alto di Montegiorgio che oggi è la splendida tenuta dell’Officina del Sole. Da qualche anno ha acquisito la proprietà di Villa Lattanzi. Dopo il restauro ne ha fatto un relais a cinque stelle ma la splendida dimora è la testimonianza di qualcosa di molto di più che andava raccontato con parole e immagini  impresse in un libro che percorrerà i tempi, proprio come la protagonista. L’idea del volume fa breccia nella mente di Lanfranco Beleggia nel 2011 quando incontra Giacomo Recchioni, antropologo ed esperto di storia dei Piceni, al quale affiderà il ruolo di curatore dell’opera. Prende così vita la narrazione di uno degli elementi preponderanti della villa, la sua storia. Risale al XVIII secolo come costruzione, quando da casino di caccia diventa dimora estiva di una delle famiglie del patriziato fermano conservando, tuttavia, richiami storici molto antecedenti a questa epoca. Imponente, elegante e allo stesso tempo accogliente nella sua forma quadrangolare, si incastona tra cielo e mare circondandosi di macchia mediterranea ospitando nel suo parco e nel suo bosco piante secolari di rara bellezza. Quando era di proprietà dei Conti Vinci era “casa, casino e peschiere” il tutto ornato da splendidi agrumeti i cui profumi venivano amplificati dalla brezza del mare.

Giacomo Recchioni, studiando tutto ciò, si accorge che è necessario scoprire di più avvalendosi della professionalità di altri studiosi che hanno, di fatto, formato “il collettivo di scrittori” che ha composto il volume, tutti, ovviamente, presenti alla serata. A raccontare dell’impronta mediterranea nelle produzioni agricole nei territori circostanti Villa Lattanzi il medico Lando Siliquini, conosciuto per il laboratorio piceno della dieta mediterranea. A spiegare l’importanza dei 35.000 metri di terreno intorno alla villa occupati dal bosco del Cugnolo, facente parte di un’area floristica protetta della regione Marche, il dott. Oronzo Mauro, docente di Economia e Management dell’arte dei beni culturali presso “Il Sole 24 Ore Business School”. Il bosco è un rarisssimo tratto di macchia mediterranea dall’alto valore botanico ammirabile attraverso cinque percorsi alternativi realizzati secondo diversi gradi di difficoltà. Uno di essi è il celebre percorso che porta alla Grotta degli Amanti, teatro dell’epilogo tragico dell’amore di Antonio e Laurina che decisero di gettarsi da questo dirupo per non porre fine al loro amore che la guerra di Tripoli avrebbe diviso. Non può esserci una macchia mediterranea così rigogliosa senza acqua. A scoprire cunicoli e cavità, attraverso i quali scorre uno dei beni più preziosi presenti sulla terra (e quindi anche a Villa Lattanzi), lo speleologo Massimo Spagnoli, coordinatore del gruppo speleologo cavità artificiali Fermo, che ha tracciato la mappa dei sotterranei della tenuta.

Parterre di pregio per la presentazione del volume: dal presidente della provincia di Fermo Michele Ortenzi, al sindaco di Belmonte Piceno Ivano Bascioni, al neo eletto sindaco di Porto San Giorgio Valerio Vesprini accompagnato dall’assessore al turismo e commercio della sua giunta Giampiero Marcattili. Tutti gli ospiti, dopo aver assistito alla presentazione hanno goduto degli squisiti piatti dello chef nella splendida cornice del parco delle querce. E su tutti lei, Villa Lattanzi, maestosa e sorniona. Lei che nei secoli ha accolto e ospitato, nobili, donne, uomini, musicisti, pittori come il Crivelli, vescovi, cavalieri, dame, letterati, personaggi illustri che hanno attraversato secoli della nostra storia. Lei che, grazie al mecenatismo del commendatore Beleggia e ad un attento e minuzioso restauro conservativo, è tornata a risplendere nelle sue diciotto camere di cui 3 superior vista parco, 3 superior vista mare, 3 deluxe vista parco, 3 deluxe vista mare, 3 prestige vista parco, 3 prestige vista mare. Lei che mantenendo il suo carattere settecentesco al suo interno è in grado di offrire agli ospiti ogni comfort, come la Private Spa Belvedere, o la Fitness Room e poi ancora, piscina, ristorante segnalato dalla guida Michelin, area relax, percorsi sensoriali immersi nella natura del bosco. Lei che sa essere la location ideale per un grande evento come un matrimonio definito da Diego Fusaro, altro autore del collettivo, il vero atto rivoluzionario di questi tempi moderni. Lei che, con raffinata consapevolezza, porta con sé tutto il senso della citazione di Vladimir Sergeevič Solov’ëv, filosofo e scrittore russo, fatta dal moderatore della serata, il giornalista Adolfo Leoni: «Di fronte al nulla che avanza la bellezza è necessaria alla piena realizzazione del bene del mondo perché solo essa illumina e doma la tenebra malvagia del nostro mondo».

Bellezza che si estende su tutti i 65.000 metri di terreno appartenenti a Villa Lattanzi magistralmente immortalata negli scatti di Alessandro Lanciotti che rendono la visita alla tenuta assolutamente imperdibile. 

 

 


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page


Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




Gli articoli più letti