Andrea Cangini
Il senatore FI, Andrea Cangini, eletto nelle Marche, oggi a Palazzo Madama ha rinnovato, col suo voto, la fiducia al governo Draghi. Ed è strappo con il suo partito che, invece, come Lega e M5S non ha votato. Fuori dal partito, dunque? «Direi che è nei fatti» il commento lapidario del senatore.
La spiegazione del perché Cangini ha deciso di rinnovare per la 56esima volta la fiducia al governo Draghi è tutta in poco più di un paio di minuti. Tanto è durata la sua dichiarazione al Senato.
«A me è stato insegnato che la politica è una cosa seria, che le istituzioni sono una cosa ancor più seria della politica e che quando la politica è debole, lo Stato in pericolo e la società attraversa una fase di grande difficoltà, è dovere di chi fa politica ammainare le bandiere di partito, innastare il Tricolore, stringersi gli uni agli altri nell’interesse generale. Questo è quello che ho tentato di fare fino ad oggi e che continuerò a fare anche se mi rendo conto del fatto che viviamo in una fase infelice in cui la demagogia si è mangiata completamente la politica e non soltanto a causa delle velleità del M5S che crede di rifarsi una verginità piazzandosi all’opposizione, non soltanto a causa di quella parte del Pd che continua a guardare al M5S e a Conte come punto di riferimento, non solo a causa dell’approccio alla politica di Matteo Salvini che contestavo quando aveva il 30% e che continuo a contestare oggi anche se con meno forza perché si avvia verso il 10%. Dall’opposizione il partito della Meloni fa il suo mestiere, è normale che l’opposizione si auguri lo sfascio del paese. Del mio partito non parlo per una questione di stile. Penso però che abbiamo votato la fiducia al governo Draghi per 55 volte. Ho ascoltato il discorso di Draghi a quest’aula del Parlamento. L’ho sentito dire che taglierà le tasse sul lavoro, che sosterrà il potere d’acquisto delle famiglie, che riformerà il codice degli appalti, che farà nuovi rigassificatori, che modificherà il reddito di cittadinanza, che riformerà la medicina di base. Ho sentito anche parlare di autonomia differenziata. Sono cose utili al Paese oltre che largamente compatibili con una cultura di centrodestra. Dunque non c’è un fatto politico nuovo, non c’è un fatto politico che giustifichi un cambio di voto almeno da parte mia. Ho votato 55 volte la fiducia, la voterò una 56esima».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati