Patto tra Regione e sindaci per l’arretramento della ferrovia. «Ci saranno 176 treni in più al giorno su un tracciato del 1862» (Ascolta la notizia)

PORTO SAN GIORGIO - La Regione incontra i sindaci del sud delle Marche. A Riva Fiorita si è fatto il punto sulle prospettive legate ai progetti per la nuova rete ferroviaria Adriatica. Il presidente Acquaroli chiede compattezza per fare fronte contro le proposte del Ministero che puntano a mantenere sostanzialmente invariata la linea esistente sulla quale dovranno transitare dal 2035 ben 173 treni merci in più al giorno.

di Sandro Renzi

Sindaci ed istituzioni tentano di fare fronte comune contro l’ipotesi di potenziamento della linea ferroviaria Adriatica. Non è un no a priori, ma un no al progetto che Ferrovie e Ministero hanno illustrato ai vertici della giunta regionale suscitando più di una perplessità. E non è un caso che mentre il presidente Acquaroli, e successivamente l’assessore Baldelli, intervengono per spiegare le ragioni che hanno spinto le Marche a bloccare l’iniziativa, alle loro spalle passino in una manciata di minuti 6 o 7 treni.

Nulla rispetto a quello che accadrà nel 2035, quando secondo le previsioni la linea ferroviaria studiata nel 1862 dovrà ospitare il transito di ben 176 treni in più al giorno, soprattutto merci. Il sindaco Valerio Vesprini ha fatto gli onori di casa. «Siamo qui ad ascoltare quello che la Regione ha fatto e propone per il territorio. Dietro di me c’è la ferrovia e facilmente si può intuire il disagio che il passaggio dei treni, destinato ad aumentare, porterà ai nostri concittadini» ha detto il neo primo cittadino prima di passare la parola al presidente Francesco Acquaroli che ha ripercorso le ultime tappe.

Ascolta la notizia:

«La prima richiesta riguardava il bypass di Pesaro a nord -spiega Acquaroli- poi è arrivato anche il potenziamento del corridoio adriatico con due priorità, la realizzazione di una nuova linea ferroviaria e il prolungamento della terza corsia da Porto Sant’Elpidio a Lecce. Richieste che abbiamo consegnato al Ministro che ci ha subito chiarito che non c’era alcuna intenzione di fare una nuova linea per i treni e metteva al contempo sul tavolo 5 miliardi di euro». Ne è seguita una interlocuzione con il Ministro Giovannini e le Marche sono state chiare dal canto loro rilanciando con un’altra proposta. «Siamo contrari ad un’azione che si sviluppi sui bypass prospettati per due motivi, la progettazione per bypass significa che andiamo ad individuare una realizzazione esterna al tracciato esistente solo su alcuni centri abitati, alcuni potranno usufruire di questo privilegio mentre altri no. Vogliamo una scelta differente, una programmazione che sappia individuare un percorso alternativo, per stralci compatibili e funzionali, ovvero una linea per stralci che non devono essere smantellati, e che possa interessare tutte le criticità della nostra Regione».

Insomma, la richiesta ufficiale è avere una nuova linea ferroviaria, arretrata rispetto a quella che c’è, e le risorse per riqualificare quella esistente al fine di ospitare una metropolitana di superficie. Il tutto procedendo per stralci funzionali, anche doppio, dal nord al sud della regione Marche, e dove possibile fiancheggiando il tracciato dell’A14.  «Bene che la nostra linea sia stata inserita nel piano di quelle che devono sostenere il traffico merci europeo, ma questa strategia non può essere sostenuta da una linea ferroviaria costruita nell’800. Non ci deve essere l’assenso dei territori perché li condanna all’oblio turistico. Non ci tiriamo indietro rispetto alla sfida, ma chiediamo un intervento sostenibile dal nostro territorio. Dico al ministro che siamo disponibili a valutare delle opzioni, ma no alle logiche del bypass, una sorta di linea ondeggiante. E poi chiarezza sui tempi e sui finanziamenti, ed infine no a stralci funzionali che vengono smantellati dopo 5 o dieci anni» rimarca il presidente della giunta regionale.

Gli fa eco l’assessore regionale ai lavori pubblici ed alla viabilità, Francesco Baldelli. «Cinque treni in pochi minuti mentre parliamo-dice quest’ultimo- è la dimostrazione di quello che ci aspetta. Un treno ogni 8 minuti passerà, ma ne saranno di più, perché questa diventerà la linea privilegiata dal sud al nord Europa. Che il potenziamento possa essere uno straordinario volano per le Marche è una favola, si tratta di treni in transito da noi, dal sud al nord del continente. Non possiamo accettare che 176 treni passino a San Benedetto, a Porto San Giorgio o a Porto Sant’Elpidio. Vogliamo una nuova linea che non deve passare dentro alle città». Baldelli ricorda anche il no alle barriere antirumore alte 7,5 metri. Un muro che potrebbe interessare tante città della costa. «La vecchia linea va riqualificata in termini di sostenibilità, diventando una metropolitana di superficie. Lì ci leghiamo le ciclabili ad esempio, ma nessuno può venire a fare i padroni a casa dei marchigiani. Occorre una fase unitaria da Pesaro a San Benedetto» l’appello dell’assessore. Il progetto illustrato dalle ferrovie prevede sostanzialmente un aumento della capacità dei treni merci e della velocità fino a 200 km. «Taranto e Gioia Tauro saranno porto di riferimento per l’Europa, per questo motivo si investe sulla linea Adriatica. Oltre alla galleria Cattolica, tuttavia, sono previsti altri interventi puntuali, ad esempio una nuova stazione a Loreto, qualcosa pure in prossimità di Pedaso, ma si tratta di spostamenti del tracciato di circa 10 metri. Nulla di più» ha sottolineato l’arch. Goffi. I sindaci intervenuti, seppur con qualche distinguo rispetto alle ipotesi progettuali che potrebbero essere disegnate, si sono dichiarati a favore di un nuovo tracciato ferroviario. «No alla prospettiva che ci possa essere un passaggio potenziato» ha detto il sindaco di Porto Sant’Elpidio, Nazareno Franchellucci. Anche Paolo Calcinaro, sindaco di Fermo, dopo aver apprezzato il metodo del confronto adottato dalla Regione, ha chiesto un intervento unitario, a stralci, per l’arretramento del tracciato ferroviario. «E’ una questione di vita o di morte -ha detto il primo cittadino del capoluogo di provincia- appoggiamo la linea della regione, ma stiamo attenti a valutare poi il discorso degli stralci». Intervenuti, tra gli altri, anche il sindaco di Pedaso, Vincenzo Berdini, ed il presidente della Camera di Commercio, Gino Sabatini.

 


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