Cappellificio Sorbatti: una realtà virtuosa del Fermano. «Mancanza di manodopera? Intervenire su salari e formazione» (Videointervista)

FERMO - Questa mattina a Radio Fm1 Marco Sorbatti, contitolare del Cappellificio Sorbatti, e Andrea Caranfa, responsabile sindacale di Cna di Fermo, sono stati intervistati dal direttore Giorgio Fedeli. Un’occasione per riflettere sulle dinamiche che riguardano il distretto moda del Fermano
Ai microfoni di radio Fm1 Marco Sorbatti e Andrea Caranfa

Marco Sorbatti

di Alessandro Luzi

Questa mattina a Radio Fm1 Marco Sorbatti (titolare con il fratello Attilio dell’omonimo Cappellificio Sorbatti) e Andrea Caranfa, responsabile sindacale di Cna di Fermo, sono stati intervistati dal direttore Giorgio Fedeli. L’azienda quest’anno ha raggiunto il traguardo dei 100 anni di attività, vanta un’ottima reputazione sia sul mercato italiano che all’estero ed è un punto di riferimento per i marchi di lusso nella produzione di cappelli. Dato il prestigio e la longevità della Sorbatti, dunque, l’intervista si è rivelata un’occasione per riflettere su alcune dinamiche che riguardano il distretto moda del Fermano.

«L’attività è stata avviata da nostro nonno e l’arte del cappello è stata tramandata di generazione in generazione. Oggi è mio compito e di mio fratello continuare la tradizione familiare. Nella nostra storia abbiamo vissuto alti e bassi, ora siamo immersi in una situazione complessa per via della pandemia, della guerra e della crisi generalizzata. Tuttavia il vero problema che ci affligge è l’assenza di manodopera. Nel mese di novembre abbiamo assunto cinque collaboratrici e sono tutte straniere. Quindi probabilmente ci sono dei lavori che gli italiani non vogliono più fare e uno di questi è l’operaio».

Questa discrepanza tra la domanda e offerta di lavoro viene colmata da stranieri che si inseriscono nei settori lasciati scoperti dagli italiani. È questo il quadro emerso dalla testimonianza di Sorbatti: «Io prediligo la formazione on the job, ovvero sul campo. Ma se nessuno si propone, a chi insegno il mestiere?». A questo punto sembra determinante il ruolo delle famiglie: «Per arginare il problema è necessario un cambio di rotta dal punto di vista dell’educazione familiare».

«I compiti dell’operaio sono molto differenti da quelli dei decenni scorsi – ha puntualizzato al telefono Andrea Caranfa – Per far fronte a questa carenza di personale dobbiamo far passare un duplice messaggio: da un lato la formazione scolastica deve essere pertinente alle tipologie di aziende del nostro territorio, dall’altro cancellare la visione dell’operaio tradizionale. Oggi i lavoratori sono degli artisti e il Cappellificio Sorbatti ne è un esempio virtuoso. Lì c’è innovazione, creatività, ingegno e abilità manifatturiera. Attualmente sono queste le caratteristiche ricercate dagli imprenditori».

Data la situazione, Cna di Fermo, in collaborazione con Cna nazionale e Federmoda, si sta attivando per mettere in campo misure volte a contrastare il fenomeno: «Vogliamo rilanciare il settore manifatturiero – ha aggiunto Caranfa – mettendo al centro l’innovazione digitale, quella di processo e incentivare la formazione specifica e altamente qualificata del personale. Invece per quanto riguarda la promozione di una nuova educazione del lavoro, abbiamo due grandi mezzi: l’alternanza scuola-lavoro e gli Its, ovvero dei percorsi di formazione da parte di soggetti diplomati e laureati, disoccupati ed inoccupati. Queste sono le due strade da percorrere per permettere ai ragazzi di specializzarsi nel settore della moda».

La visione del mondo del lavoro è sicuramente cambiata, tuttavia i salari esigui spingono i neo-diplomati, neo laureati o disoccupati, a guardare altrove: «Nel nostro settore gli stipendi sono insoddisfacenti. Gli incentivi all’assunzione sono importanti perché formare un operaio è impegnativo e costoso, tuttavia – è entrato nel dettaglio Sorbatti – servono degli interventi incisivi sulle buste paga da parte dello Stato».

Sul campo c’è una proposta avanzata da Cna nazionale, ora starà al prossimo governo decidere se prenderne atto.

Sorbatti a breve trasferirà l’azienda da Montappone a Monte Vidon Corrado per agevolare il lavoro dei dipendenti e la logistica, in uno stabile già presente che verrà ulteriormente ampliato. Al netto delle tante difficoltà, si ritiene soddisfatto dell’attività del suo cappellificio: «In questi primi 6 mesi del 2022 abbiamo raggiunto l’80% del fatturato dello scorso anno, indubbiamente segnato dalla pandemia. Ad oggi facciamo fatica a reperire qualche materia prima, come per esempio le paglie che arrivano dall’Asia, ma ci riteniamo soddisfatti di come stiamo procedendo. Attualmente portare avanti un’attività è molto complicato e bisogna sempre tenere alta la guardia».


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