da sx. Calcinaro, Michele Germani, Archimede Forcellese
di Matteo Malaspina
Il corso di laurea in Ingegneria Gestionale di Fermo aumenta la propria offerta formativa per quanto riguarda la magistrale con tre nuovi percorsi. «La necessità di questa ristrutturazione della magistrale è nata da alcune esigenze provenienti dal mondo del lavoro che ci chiedono laureati con competenze incentrate su temi chiave come la digitalizzazione, la transizione ecologica ed economica e l’innovazione. Inoltre, a chiedercelo sono stati anche i nostri studenti ed è un obiettivo di Univpm quello di accrescere l’attrattività della sede di Fermo per richiamare un maggior numero di studenti provenienti da altri Atenei e incrementare il tasso di continuità» spiega il professore Archimede Forcellese, presidente del Consiglio Unificato dei Corsi di Laurea di Ingegneria Gestionale.
Alla presentazione di questo ampliamento dell’offerta formativa, questa mattina nella sede universitaria di Fermo, è intervenuto da remoto anche il rettore Gian Luca Gregori: «Uno sforzo che l’Ateneo fa con l’auspicio che sia utile e che vada ad anticipare il futuro. Ci aspettiamo un’importante risposta perché i nuovi curricula porranno il focus sulla digitalizzazione e sul tema dell’innovazione».
Entrando nel dettaglio, l’offerta del primo anno di magistrale di Ingegneria Gestionale è dedicata al completamento della formazione tecnica di base. Il secondo anno, gli studenti potranno scegliere tra tre indirizzi. Il primo è ”Produzione e logistica sostenibile” che si prefigge di formare specialisti per ruoli organizzativi e manageriali nell’ambito dei sistemi di produzione e logistici con competenze che permetteranno di coniugare gli aspetti tecnici a quelli legati alla sostenibilità. Il secondo percorso è ”Innovazione sostenibile di prodotti e processi” che formerà specialisti capaci di gestire l’innovazione introducendo nuove tecnologie e rendere più efficienti i processi di realizzazione dei prodotti. Il terzo è ”Digitalizzazione e analisi dell’informazione aziendale” che prevede l’utilizzo di tecnologie digitali per affrontare i problemi della modernità.
Gli studenti dovranno acquisite 120 cfu in 2 anni, assistendo in presenza a 3.000 ore di lezione, esercitazioni, studio, tirocinio e preparazione della tesi. Sei saranno gli insegnamenti a scelta che potranno essere frequentati, tra cui ”Robot e macchine intelligenti per industria 4.0” e ”Data science”.
Un’offerta formativa, dunque, di tutto rispetto che rispecchia la crescita della sede Univpm di Fermo, la quale vede un incremento di iscritti e di laureati negli ultimi anni. Al 14 luglio 2022, gli studenti che frequentano Ingegneria Gestionale sono 533 (410 triennale e 123 magistrale), con 127 laureati nell’anno accademico 2020/2021 (con una media 78% entro la durata normale del corso, di gran lunga sopra la media nazionale) e un totale di 889 laureati dall’attivazione dei corsi nel 2009.
Ma non solo quantità, perché la sede di Fermo rappresenta anche un’eccellenza di qualità, come dimostra l’ultimo report di AlmaLaurea. Il tasso di occupazione a tre anni dalla laurea è del 100%, con un tempo medio di ingressi nel mercato del lavoro di 4 mesi e unna retribuzione mensile netta di 1700 euro.
Gongola il sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro, anche lui presente in conferenza stampa e che vedrà la sua città pullulare di un numero maggiore di studenti: «Il nostro scopo è implementare il sistema universitario a tutto tondo e l’obiettivo è quello di intercettare ragazzi provenienti da altre triennali non di Fermo».
Ruolo importante lo gioca anche il laboratorio di FermoTech su cui, come dice il professore Michele Germani, presente anche lui in conferenza «bisogna investirci perché la nostra idea è quella che gli studenti laureati possano creare delle imprese innovative incubate dentro di esso. Un laboratorio all’avanguardia su cui lavorano 5 ricercatori (a breve se ne aggiungerà un sesto) che collabora con l’Università. Come Politecnica stiamo portando avanti un discorso di investimento su un laboratorio didattico all’interno della facoltà. Ci sono gli spazi ma dobbiamo dotarli di attrezzature».
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