Sergio Mattaralla, sullo sfondo il Municipio di Amandola
Da “quattro assessori comunali” a “massimo” quattro assessori comunali: il Comune di Amandola modifica lo statuto ma Mattarella annulla la delibera. A rivolgersi al capo dello Stato sono stati i consiglieri di minoranza Raffaele Vittori, Valerio Tidei, Danilo Del Gobbo e Adriano Mecozzi, dopo l’approvazione della modifica dell’articolo 17 del regolamento e relativo al numero degli assessori comunali, in sede di Consiglio comunale a dicembre 2020.
Il vizio che gli appartenenti al gruppo “Amandola è dei cittadini” hanno fatto rilevare – poi confermato dal Consiglio di Stato – è procedurale.
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I fatti: il 30 novembre del 2020 viene sottoposta al Consiglio comunale di Amandola, tra le altre cose, la modifica all’articolo 17 che limitava a 4 il numero degli assessori, uno dei quali con carica di vice sindaco. La validità di tale cambiamento necessitava, in prima convocazione, di almeno due terzi dei voti favorevoli. Invece sono stati 8 “Sì” e 4 “No”: il quorum su 12 consiglieri più il sindaco si raggiungeva con 9 “Sì”. Dopo la prima bocciatura la legge, che regolamenta la materia, recita che sono previste due votazioni con il parere favorevole della maggioranza assoluta, da effettuarsi entro 30 giorni. L’argomento è stato riproposto il mese successivo, era il 30 dicembre, quando la maggioranza dei presenti ha espresso parere favorevole e lo statuto è stato così modificato. Ma in maniera illegittima: servivano due votazioni, non solo una.
Alla base del ricorso straordinario che l’opposizione ha presentato a sue spese e con il supporto dei alcuni cittadini, il timore – dichiarato anche in sede di Consiglio – che il Comune di Amandola si potesse trovare con soli due assessori: «Quale poteva essere, altrimenti, la necessità della modifica?», si sono chiesti Vittori, Tidei, Del Gobbo e Mecozzi che hanno commentato: «Non si possono allargare o stringere le maglie della legalità a piacimento, non si possono dare interpretazioni estensive o restrittive».
m.n.g.
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