‘Marche d’Autore’ al Marina, nell’antologia anche un racconto di Antonietta Vitali

PORTO SAN GIORGIO - L'appuntamento con la presentazione ufficiale dell'antologia è per oggi pomeriggio alle 19 alla darsena del porto turistico Marina di Porto San Giorgio. Nell'antologia anche un capitolo scritto dalla collaboratrice di Cronache Fermane

Verrà presentato oggi pomeriggio alle 19, alla darsena del porto turistico Marina di Porto San Giorgio, il libro “Marche d’Autore”, opera sulle imprese sportive marchigiane e sui loro protagonisti. Tutti raccolto in un’antologia tutta da leggere.

L’evento sarà arricchito dall’accompagnamento musicale di Luca Romanelli, con la voce narrante di Gaia Dellisanti.

E tra i racconti presenti nell’antologia ve n’è uno di Antonietta Vitali, collaboratrice di Cronache Fermane.

Quella domenica di bella stagione del 1971, a Petritoli, i due lati di Borgo Trieste sono gremiti di gente che aspetta con ansia l’arrivo della gara ciclistica sperando che in testa ci sia lui.
Sono grida di gioia ed esultanza quelle della folla quando lo vede sbucare dalla curva.
È solo, ha staccato tutti, la vittoria è di nuovo sua, di questo ragazzo, che oltre ad essere una giovane promessa del ciclismo, è il figlio di tutto il paese. Tutto era cominciato…” così inizia il mio racconto. Oggi non ti parlo di cibo o di articoli su Cronache Fermane ma – spiega Vitali – del “mio primo libro”, anche se ne ho scritto solo un capitolo. Mi hanno chiesto di far parte del collettivo di scrittori di Marche d’Autore che, con questo volume edito nel 2022, è alla sua quarta edizione. Ogni anno il tema della raccolta di racconti è diverso, quest’anno, con il titolo “Traguardi”, raccoglie le storie di talenti dello sport passati o presenti che parlano di questo territorio, delle Marche. Io non mi sono mossa da Petritoli (ancora una volta dirà il mio amico Giuliano Cannella Scià) e ho scritto di un ragazzo petritolese giovane promessa del ciclismo il cui promettente futuro si spezzò a causa di una malattia inaspettata e vigliacca. L’Uc Petritolese nacque grazie a lui, al suo talento, ad opera di quattro cinque amici che si diedero da fare per portarla avanti. Tra questi, mio padre, Angelo. Gabriele Paponi era nei racconti di casa, quelli fatti da babbo, i suoi amici, mia madre e sempre, sempre, la sensazione che il racconto lasciava era quella di un ragazzo rimasto nel cuore di chi lo aveva conosciuto. In una breve storia che si snoda negli anni in cui gli assi del ciclismo erano Felice Gimondi, Eddy Merckx, Italo Zilioli, Jacques Anquetil, tra partenze con Multiple anni ’60 e corriere di folle petritolesi che ricordavano film di sordiana memoria il mio capitolo è a pagina 356. Un grazie dal cuore a Mauro e Patrizia per aver accettato che il mio racconto avesse loro fratello Gabriele come protagonista».


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