Reperti archeologici al Girfalco, Umberto Di Grazia: «Tracce di culture millenarie già dal febbraio 1994»

FERMO - Stando al racconto di Pasquale De Angelis, il sensitivo di fama mondiale Umberto Di Grazia, già 28 anni fa aveva segnalato la presenza di un sito archeologico nell'area del Duomo

Pasquale De Angelis

«Con la scoperta di questi giorni dei reperti archeologici al Girfalco di Fermo, vi porto a conoscenza di questa incredibile storia». È così che si apre la lettera giunta in redazione da parte di Pasquale De Angelis e che riporta alla luce un aneddoto del febbraio 1994 legato alle recenti scoperte sul colle del Girfalco.

«Dobbiamo risalire ad un Convegno internazionale  “I poteri della mente” che tenemmo al Centro Congressi hotel Royal di Casabianca di Fermo il 18-20 febbraio 1994 con la nostra Associazione, da poco costituita Marca Firmana, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Fermo, ricordando a tal proposito che l’Assessore era il prof. Enzo Catani – racconta De Angelis -. Fra gli oltre venti importanti relatori di fama internazionale era presente anche Umberto Di Grazia, sensitivo di fama mondiale, riconosciuto come lo fu la nostra Pasqualina Pezzola dal mondo scientifico per le loro facoltà medianiche. Umberto Di Grazia è famoso per i ritrovamenti archeologici fatti in tanti anni, non ultimo quello del Castello di Ruspoli di Vignanello, che custodiva un orribile segreto. Nel fango del sotterraneo giacevano decine di bambini sacrificati forse per riti esoterici, avendo  così, la drammatica conferma che quando aveva visto in sogno si era effettivamente verificato, circa IV secoli or sono».

«Io insieme ad altri amici ed il prof. Catani, approfittammo di quel convegno per portare Umberto Di Grazia proprio al Girfalco dove all’epoca erano in atto degli scavi per la manutenzione di una condotta e il Prof Catani su indicazione di Umberto Di Grazia, successivamente approfittò per fare dei sondaggi, visto che Di Grazia aveva percepito in quel sito tracce di  civiltà millenaria. Gli scavi avvennero in senso trasversale per una parte consistente del parco all’incirca  10 metri prima, facendo riferimento alla linea immaginaria dell’ingresso principale del Duomo. Purtroppo non diedero nessun esito, anche se Di Grazia insisteva sulla sua tesi».

Umberto Di Grazia

«Il ritrovamento di questi giorni dietro l’abside del Duomo, di fatto poco distante dove avvenne lo scavo precedente è la conferma che a distanza di anni, Umberto di Grazia aveva ragione d’insistere perché, aveva percepito tracce di culture millenarie. Infatti, i manufatti ritrovati sembrano che risalgono alla fase 3 della media età del bronzo ed in parte al neolitico IV secolo A.C.».

«Chiaramente, abbiamo subito comunicato la scoperta allo stesso Di Grazia che ora può aggiungere un altro sito archeologico alle sue scoperte – conclude De Angelis -. Ora non resta che vedere nel tempo se anche la collinetta al centro di Porto Sant’Elpidio, dove sopra c’è un piccolo parcheggio e di fianco il Monumento dei Caduti, si troveranno tracce di civiltà. Sempre nel febbraio del 1994, in una perlustrazione insieme al sottoscritto, sempre Umberto di Grazia segnalò anche questo sito».

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