”Voce del verbo alveare”: il festival Bookmarchs ospita uno spettacolo a cura del teatro Rebis

PETRITOLI - La performance teatrale di e con Meri Bracalente vedrà un piccolo dialogo fra la natura e un’attrice curiosa. Lo spettacolo si terrà all'Orto dell’Asilo (ex convento delle Clarisse) alle ore 18.30 e in caso di pioggia verrà spostato al Teatro dell’Iride di Petritoli alla stessa ora

L’edizione di quest’anno del festival BookMarchs – L’altra voce ha come titolo “Traduco, dunque sono”. La traduzione è intesa come presupposto irrinunciabile dell’esistenza, come suo principio fondativo: si traduce per esistere, o ancora meglio, per co-esistere, per esistere insieme agli altri, al loro fianco, in una convivenza fatta di accoglienza, partecipazione, scambio, ibridismo, dialogo, permutazione. Si traduce per vivere nella pace.

L’incontro del 28 agosto a Petritoli è uno spettacolo teatrale a cura del Teatro Rebis, dedicato alla traduttrice più feconda e operosa della Terra: l’ape. Attraverso il suo lavoro di impollinazione, trasporta, ovvero traduce, il polline da una pianta all’altra, mettendo in atto uno dei processi naturali più importanti e insostituibili presenti sul nostro pianeta. L’impollinazione di fiori e piante è un processo che permette all’essere umano di godere di frutti e alimenti di vario genere che altrimenti non esisterebbero. Con questo si vuol significare che le api sono responsabili di circa un terzo del cibo mondiale a disposizione.

Le api sono animali di tipo comunitario, nel loro insieme rappresentano “una creatura di creature” che, nella relazione di reciprocità coi fiori, svolge un ruolo fondamentale per il nostro ecosistema; eppure, la sopravvivenza di questa specie è messa a rischio dalla irresponsabile e irrazionale condotta dell’uomo.

Cosa accadrebbe se le api arrivassero veramente a estinguersi?

Questo spettacolo è una riscrittura in forma scenica del progetto teatrale condotto lo scorso anno dall’attrice Meri Bracalente, insieme all’apicoltrice Silvia Amicucci, con i bambini della scuola primaria di Urbisaglia (MC). Si tratta di un progetto di educazione non formale legato a un più ampio percorso di ricerca artistica condotto negli anni dall’autrice sulle sottili relazioni che intercorrono tra arte, educazione e infanzia. Il laboratorio esperienziale dedicato alla scoperta del regno delle api è stato occasione di esercizio di pensiero e pratica teatrale, da intendersi come variante sensibile della conoscenza, quell’invisibile tessuto connettivo fra tutte le cose, quel senso ulteriore che forse stiamo rischiando di estinguere proprio come il più prezioso degli esseri impollinatori. 

Ma se quasi tutti ormai sanno a quali catastrofiche conseguenze andremmo incontro perdendo le api, come è possibile che queste siano tuttavia in pericolo? Forse, sapere non basta…

Dalla rielaborazione di questa esperienza con i bambini nasce ora una nuova versione scenica per un’attrice sola, la quale si fa carico di portare agli spettatori le riflessioni condivise con i bambini, ma soprattutto nel farlo sceglie di non trattare il pensiero infantile come “un adorabile ingenuo contributo alla giusta causa”, ma come vero elemento fondativo che, al pari di quello poetico, è capace di generare la visione artistica.

Lo spettacolo si rivolge all’infanzia presente del bambino e a quella remota dell’adulto, insieme. È semplice. Tratta di scienza e arte, insieme. È divertente e commovente, insieme.  Alla fine dello spettacolo ci sarà un intervento dell’apicoltrice Silvia Amicucci e di Paolo Albucci, apicoltore e rappresentante dell’Associazione Apicoltori del Piceno.

Lo spettacolo si terrà all’Orto dell’Asilo (ex convento delle Clarisse) alle ore 18.30 e in caso di pioggia verrà spostato al Teatro dell’Iride di Petritoli alla stessa ora.


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