Daspo e “parte malata del calcio”, Calcinaro al questore Romano: «Termini sbagliati, non si generalizzi» (Ascolta la notizia)
LA REPLICA del sindaco Paolo Calcinaro alla questura dopo l'emissione da parte del questore Rosa Romano di 17 daspo (7 a fermani). «Giudizio “etico” che veramente rischia di confondere aggredito ed aggressore e che ritengo profondamente eccessivo ed ingiusto per una tifoseria tra le più corrette del campionato»
Oggi è tornata in campo la Fermana e lo ha fatto «nel professionismo grazie all’impegno di una Società fatta di uomini, persone e appassionati e non di cartoni, che come tutti coloro che “fanno” possono sbagliare ma di certo ci mettono tutto il possibile». Inizia così, con queste parole, l’esordio social, in ambito calcistico, del sindaco Paolo Calcinaro, oggi alla prima di campionato della Fermana. Ma l’attenzione ricade inevitabilmente sulle dichiarazioni del primo cittadino in merito ai daspo emessi dal questore Rosa Romano e, soprattutto, a quell’espressione, “parte malata del calcio” riportata nel comunicato della Polizia di Stato. Un’espressione che Calcinaro proprio non digerisce.
Ieri infatti la Questura ha dato notizia dell’identificazione, e relativi daspo, per 17 tifosi (7 della Fermana e 10 dell’Ancona Matelica) a seguito degli scontri del 6 marzo scorso fuori dallo stadio Recchioni, prima del match.
Ascolta la notizia:
Il Questore, Rosa Romano
«Ora da parte di noi appassionati credo sia importante sostenere questo sforzo con un abbonamento, peraltro volutamente pensato con prezzo non proibitivo al di là dell’esito di questa prima partita, tanto più visti gli sforzi fatti in fase di mercato dalla società».
E’ tornata a giocare la Fermana seguita dal suo pubblico, «sia a volte poco o a volte tanto come nell’ultima trasferta, è sempre un costante riferimento in città: definire questo pubblico o quella parte che nel derby con l’Ancona si trovava nel punto esatto nel quale doveva correttamente trovarsi, e cioè all’entrata dei settori del pubblico locale, “parte malata” lo ritengo un eccesso. E’ un termine secondo me sbagliato perché generalizza, addita con una unica generica condanna verbale chi ha aggredito, (percorrendo volutamente e caparbiamente intere nostre vie per trovarsi proprio nell’ultimo posto in cui gli anconetani dovevano trovarsi) con chi si trovava esattamente, lo ripeto, dove qualsiasi appassionato gialloblu si poteva trovare: all’entrata dei propri settori. Non attiene al mio ruolo intervenire su quanto disposto con i provvedimenti, né sulle singole responsabilità e quindi lungi da me farlo, ma su questo giudizio “etico” che veramente rischia di confondere aggredito ed aggressore e che ritengo profondamente eccessivo ed ingiusto per una tifoseria tra le più corrette del campionato, si. Se poi qualcuno, nella evidente posizione di aggredito, ha effettivamente ecceduto sbagliando, ciò verrà accertato ma da un Tribunale, unico organo titolato a farlo, e ne risponderà personalmente ma su giudizi e parole bisogna mantenere un equilibrio tanto più verso chi, lo ripeto, è stato oggetto di un blitz organizzato che non doveva di certo aver luogo nel cuore della nostra città».