di Giorgio Fedeli
«Ripartiamo con ottimismo, perché non abbiamo più la pressione asfissiante della pandemia, ma anche con qualche timore». A parlare è Mario Pollicelli, direttore della Steat, società che si appresta, fianco a fianco agli studenti del Fermano, a ‘tornare a scuola’. Ma le preoccupazioni ci sono, eccome. E non sono legate al servizio quando a fattori di origine, diciamo così extraurbana, come il nodo corrispettivi che fa del Fermano ‘il fanalino di coda’ dell’Italia, il caro gasolio o il caro energia, che pesano significativamente sulla sopravvivenza delle aziende di trasporto pubblico locale. «In effetti il caro energia sta incidendo per un +30/40% sul bilancio. E da quest’anno ripartiamo anche senza servizi aggiuntivi. Dunque speriamo che non ci siano contraccolpi sui passeggeri (che si intendono sia i viaggiatori seduti che quelli in piedi), sia sulle tratte urbane che quelle extraurbane. Noi siamo assolutamente disponibili a raccogliere informazioni e suggerimenti ma i nostri utenti sappiano che orari e tariffe sono demandati dall’ente affidante, ossia la Regione. Noi abbiamo solo un piccolissimo margine di manovra».
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Una delle richieste più gettonate dall’utenza è quella di avere più fermate lungo le strade del Fermano: «Questo è un problema che conosciamo bene ma purtroppo – spiega il direttore – le fermate dipendono dall’ente proprietario della strada. Stiamo cercando di sensibilizzare l’Anas per cercare di andare incontro alle esigenze delle famiglie. Dove invece parliamo di strade provinciali o comunali, beh lì riusciamo ad avere un’interlocuzione più diretta ed è più facile arrivare alla soluzione, magari anche con fermate provvisorie. Sia chiaro, però, che realizzare una fermata, codice della strada alla mano, non è semplice, non è il mero spostamento di una palina e via. Ci sono molte regole e norme da rispettare. E spesso e volentieri su tante strade del Fermano mancano materialmente anche gli spazi per realizzarle».
Steat quotidianamente trasporta circa 13mila passeggeri, qualche disservizio è praticamente fisiologico «e noi siamo sempre pronti ad accogliere segnalazioni e suggerimenti, se costruttivi. Per noi il diritto alla mobilità e l’offrire un buon viaggio sono concetti chiave» allarga le braccia Pollicelli.
Altra questione, l’obbligo di sostituire i mezzi Euro 3 con Euro 6: «Attualmente abbiamo un parco mezzi di circa 120 unità. Di questi mezzi, già quindici sono nuovi rispetto al 2021. Noi siamo da sempre attenti all’ambiente e sempre all’opera per offrire all’utenza mezzi più moderni e meno inquinanti, oltre che maggiore comfort. Ma non dimentichiamoci che il trasporto pubblico locale incide per lo 0,01 sull’inquinamento globale. Questo non significa che noi non dobbiamo adeguarci, ci mancherebbe altro. Ma se a noi viene imposto il passaggio a Euro 6 e poi vediamo auto Euro 3 in circolazione, tirate voi le conclusioni». Ci sono i fondi Pnrr, però. «Vero ma bisogna anche dire che queste risorse spesso finiscono all’estero. Molte aziende che costruiscono gli autobus e i pullman non sono italiane».
Steat si è lanciata anche nell’avventura scuolabus. La società, infatti, ha ripreso anche degli scuolabus da alcuni Comuni: «E proviamo questa nuova esperienza. Abbiamo partecipato a una RT regionale che può aprirci una nuova fetta di mercato. Lo abbiamo fatto nella speranza che i nostri soci, i Comuni, gradiscano questa operazione».
E poi c’è il problema dei problemi, quello legato ai corrispettivi. E quello che dà grossi grattacapi a Pollicelli e alle aziende del tpl. Un passo indietro per delineare meglio la problematica. E bastano un paio di cifre per comprendere la ‘disparità’ tra regioni. Nel totale del Fondo Trasporti nazionale, nella proporzione tra risorse e popolazione, alle Marche viene assegnata la quota più bassa di spesa per abitante (71,6 euro contro, ad esempio, i 139 alla Basilicata, i 131 alla Liguria. L’Emilia Romagna, subito sopra alle Marche ne ottiene 82,9). «E se a questo – spiega Pollicelli – aggiungiamo che la provincia di Fermo riceve dalla Regione il corrispettivo chilometrico più basso delle altre province, la frittata è fatta. Ci auspichiamo un intervento, quanto prima, non solo a livello regionale ma anche nazionale affinché – l’appello di Pollicelli – il grande squilibrio tra Regioni venga ridotto e di conseguenza vengano aumentati i corrispettivi e il fondo nazionale trasporti alla Regione Marche in modo tale che la stessa possa rigirare fondi alle aziende per poter così implementare i servizi e anche l’efficienza e la loro qualità, oltre ad investimenti con autobus nuovi. Speriamo che ci sia una maggiore attenzione nell’acquisto degli abbonamenti, tra bonus trasporti ed estensione estiva anche per una risposta sempre più green da parte di tutti. Comunque colgo l’occasione per augurare a tutti gli studenti un bell’anno scolastico e auguro anche un buon inizio ai nostri dipendenti, che sono davvero validi, seri e professionali. Stesso dicasi per il nuovo Cda, insediatosi di recente, con cui credo che faremo proprio un bel viaggio insieme».
Da ultimo, ma non certo per importanza, la questione legata alla sicurezza a bordo degli autobus. Di recente, infatti, si sono registrati diversi episodi di bullismo e vandalismo a bordo, o a danno dei mezzi Steat. Ma su quest’aspetto Pollicelli incrocia le dita tirando un mezzo sospiro di sollievo: «Noi da sempre abbiamo puntato moltissimo sulla sicurezza sia dei nostri autisti che dell’utenza. Tutti i mezzi sono dotati di videosorveglianza, e questo sicuramente è un grande deterrente. Poi non dimentichiamoci che a bordo abbiamo gli addetti alla sicurezza, gli steward. E oltretutto sentiamo anche concretamente la fondamentale vicinanza delle forze dell’ordine che sono sempre presenti quando le contattiamo. Quindi speriamo bene. Noi facciamo tutto quanto nelle nostre possibilità per garantire il massimo del comfort e i più alti standard a tutti».
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