Si conclude oggi, a Nairobi (Kenya), la tredicesima edizione di Teatri senza Frontiere, il progetto di teatro e solidarietà che tradizionalmente chiude il progetto Marameo, il festival interregionale ed internazionale del teatro per ragazzi che ha visto in campo nell’edizione 2022 cinque Regioni (Abruzzo, Calabria, Lazio, Marche e Puglia), con l’adesione di ben 41 Comuni. Sono stati programmati, dal 16 giugno in avanti, oltre 150 spettacoli teatrali, che, insieme a laboratori, incontri, mostre ed eventi, hanno fatto di Marameo la più grande festa del teatro per le nuove generazioni oggi in Italia.
«Teatri senza Frontiere – spiega Marco Renzi – è da sempre l’atto conclusivo di questo grande disegno, un progetto che coniuga il teatro alla solidarietà e che nel corso degli anni ha portato sorrisi in tante parti del mondo dove il diritto alla vita e all’infanzia è ancora tutto da conquistare. Il credo su cui si basa l’azione di Teatri Senza Frontiere è semplice ed immediato: tutti i bambini del mondo, al di là della fede religiosa e politica loro e delle famiglie in cui vivono, della latitudine e del colore della pelle, hanno diritto al gioco, all’istruzione, all’affetto e ad un futuro di pace. Questo enunciato, nella sua semplicità, è purtroppo molto lontano dalla realtà in cui viviamo, dominata ancora dalla fame e dalla guerra. Siamo così partiti, tredici anni fa, per portare un bene che abbiamo a cuore e che abbiamo il piacere di condividere: il teatro. Abbiamo seminato sorrisi in tante parti di questo pianeta sghembo, dove la luce fa fatica ad arrivare, regalando il piacere di assistere ad uno spettacolo teatrale anche a coloro che difficilmente ne avrebbero avuto occasione, abbiamo toccato le terre dell’Etiopia con i tanti bambini abbandonati, Manaus in Amazzonia con i ragazzi che vivono sotto i ponti e sniffano colla, i campi Rom dell’Albania e del Kosovo, le favelas di San Paolo in Brasile, i campi profughi della Bosnia Erzegovina, ancora in Africa, nelle comunità di padre Rabbiosi ai confini del Togo, e quest’anno siamo tornati a Nairobi, megalopoli del Kenya, dove eravamo già stati 5 anni fa, per lavorare ancora negli slum, gigantesche baraccopoli in cui vivono oltre due milioni e mezzo di persone in condizioni davvero impensabili.
Grazie alla rinnovata collaborazione con “Koinonia Community” di Padre Renato Kizito Sesana, un gruppo di nove attori volontari, provenienti da diverse compagnie italiane del teatro per ragazzi, ha realizzato un laboratorio con 40 ragazzi ex di strada, allestendo con loro uno spettacolo finale, poi rappresentato in pubblico, ed effettuato 11 spettacoli teatrali nei vari slum della città, tra spazzatura e degrado, per un’ora in cui siamo stati tutti finalmente una sola cosa, esseri umani.
Ci sono decine di migliaia di bambini di strada a Nairobi, abbandonati a loro stessi, quanti con esattezza nessuno lo sa, è un esercito al quale non mancano mai soldati e che povertà e Aids alimentano in continuazione. Ogni tanto la polizia fa retate, ne prende qualcuno e lo porta dagli uomini di buona volontà. Da uno di questi siamo stati ospiti: sandali, chioma bianca e una forza che raramente si incontra. Padre Renato Kizito Sesana è un frate da oltre trent’anni in Africa, come i suoi fratelli costruisce, accoglie, educa, salva persone, dando loro un futuro che diversamente non avrebbero avuto. A Nairobi ha comperato terreni, edificato scuole, dato vita ad attività economiche, i bambini di strada li portano da lui, che li accoglie, li cresce e li fa studiare, molti poi rimangono e si adoperano per aiutare chi verrà, chiudendo un cerchio di straordinaria bellezza. Ci sono scuole, laboratori artigianali, ristoranti, orti, case per dormire, vita che straripa in ogni dove, in un difficilissimo processo di autosufficienza, perché gli aiuti dall’Europa non arrivano più come una volta, la crisi morde anche i paesi ricchi e le conseguenze si fanno sentire. Le anime da salvare sono tantissime, un esercito smisurato, ma i missionari combattono ugualmente, a mani nude e finché ci sarà gente come loro, l’umanità potrà ancora definirsi tale.
Teatri senza Frontiere ha portato la voce del teatro ragazzi italiano fin quaggiù, a dire ancora una volta che il mondo è uno e che siamo tutti chiamati a difenderne la dignità, per noi e per le generazioni che verranno, ciascuno per quello che può.
Grazie ai volontari che hanno partecipato: Marco Pedrazzetti (Filodirame-Brescia), Noemi Bassani e Stefano Tosi (L’Arca di Noe-Varese), Marco Renzi (Proscenio Teatro-Fermo), Maurizio Stammati (Teatro Bertolt Brecht-Formia), Giovanni Risola (Otto Panzer-Bari), Paolo Comentale e Anna Chiara Castellano Visaggi (Granteatrino-Bari), grazie a Ruggero Ratti per la documentazione fotografica, a Elettromedia, Clown & Clown Festival, Veregra Street e Comune di Montegiorgio per il fattivo sostegno, a Padre Renato Kizito Sesana e a Koinonia Community per l’ospitalità e la logistica.
L’appuntamento è per il 2023».
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