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La Lega chiede di sospendere la vendita della Casina delle Rose: «Si valuti la proposta di Fondazione Italiani»

FERMO – Lorenzo Giacobbi, Gianluca Tulli e Luciano Romanella criticano il modus operandi di Calcinaro e la poca trasparenza: «Nessuno ci aveva informato di questa proposta. Deve essere il consiglio comunale a decidere. Si sospenda il bando e si valuti questa possibilità».

di Matteo Malaspina

C’è una proposta per la Casina delle Rose targata Fondazione Italiani, un organismo di ricerca che ha fatto recapitare al sindaco Calcinaro una lettera per la ristrutturazione dell’immobile a costo zero per il comune, da utilizzare nel primo periodo come luogo per attività filantropiche ma con la proprietà che resta al comune di Fermo. Il documento, tenuto in mano dal capogruppo della Lega Fermo Lorenzo Giacobbi, è stato però rimbalzato dal sindaco Calcinaro che ha invitato la fondazione a partecipare al bando.

«Una proposta a cui siamo venuti a conoscenza non da parte del sindaco e che volevamo mettere a conoscenza della cittadinanza. Il 19 settembre Fondazione Italiani ha mandato questa lettera a Calcinaro e il 29 settembre, durante il consiglio comunale, nessuno ce l’ha fatto presente e anzi, sono rimasti in silenzio di fronte alle nostre domande sull’argomento Casina delle Rosa. Il 4 ottobre c’è stata la risposta del sindaco, senza nemmeno valutare la proposta ne tantomeno parlarne con noi consiglieri – spiega Giacobbi -. Ora ci troviamo, a 4 giorni dai termini di scadenza del bando, a chiedere la sospensione dello stesso. È inammissibile che una proposta del genere non venga presa in considerazione ne messa a conoscenza del consiglio comunale che deve decidere in merito».

Il capogruppo Lorenzo Giacobbi sfoglia la proposta di Fondazione Italiani

Ma i tempi tecnici per sospendere il bando ci sono? «Non lo sappiamo e mi piacerebbe chiederlo. Così come non conosciamo questa fondazione e se sia attendibile, ma quanto meno era giusto convocare i diretti interessati, discuterne e poi valutarla. Perché è stata negata questa opportunità e perché le parti politiche non sono state informate? – incalza Tulli -. Nel programma di Calcinaro non era prevista l’alienazione del bene e, anzi, a luglio era stato dichiarato che sarebbe stata ristrutturata così come la casa del custode. Ora ci troviamo con la casa del custode svenduta e la Casina anch’essa in vendita. Mi rivolgo a tutte le forze politiche e anche ai consiglieri di maggioranza: eravate a conoscenza di questa situazione?».

«Il territorio fermano ha subito una calamità politica, con il civismo che governa il capoluogo di provincia e la politica che ha perso il suo ruolo fondamentale – sostiene duramente Romanella -. O la politica fa uno scatto in avanti o continuiamo ad assistere a queste cose senza una logica, dove la città è governata da una/due persone e il resto sono dei sudditi senza appartenenza a nessun partito. I partiti devono riprendere in mano il territorio altrimenti il fermano è destinato a scomparire».

Ma la critica della Lega di Fermo si estende a tutto l’operato di Calcinaro che, nella loro visione delle cose, si limita a fare il compitino. «Registriamo un ambiente soporifero per tutta Fermo. Sono buoni tutti a dire di essere bravi quando si gestiscono i fondi del governo, altra cosa è saper amministrare bene e cercare soluzioni differenti, e questo non sono in grado di farlo – continuano i tre esponenti leghisti -. Prima la situazione dell’ex area Santa Lucia andata alla Steat, ora la Casina: beni in svendita mentre quando bisogna acquistare, i prezzi sono maggiorati».


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