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Solgas verso la fusione con Sge dopo lo stop elettorale e il nodo sul nome (Le interviste a Zoom)

FERMO - Negli studi di Radio FM1, ieri sera, ospiti del direttore Giorgio Fedeli, sono intervenuti i consiglieri comunali Gionata Borraccini e Eleonora Luciani di "Piazza Pulita" e Sandro Vallasciani del Pd. Riflettori accesi su diversi argomenti: dalla Casina delle Rose alla questione relativa all'installazione della pista di ghiaccio in Piazza del Popolo per Natale, fino ad arrivare alla diatriba sulle società partecipate
Il confronto tra i consiglieri comunali Borraccini, Luciani e Vallasciani a Zoom di Radio FM1

Da dx Gionata Borraccini, Eleonora Luciani e Sandro Vallasciani

 

di Leonardo Nevischi (foto/video Simone Corazza. Regia Alessandro Luzi)

Giovedì sera, negli studi di corso Cefalonia si è svolto il consueto appuntamento del giovedì con Zoom, il programma di approfondimento su politica, cronaca e attualità di Radio FM1 e Cronache Fermane. Ai microfoni, ospiti del direttore Giorgio Fedeli, sono intervenuti i consiglieri comunali Eleonora Luciani e Gionata Borraccini, entrambi di “Piazza Pulita”, e Sandro Vallasciani del Partito Democratico.

Quale occasione migliore per fare il punto sull’attività amministrativa del capoluogo? Si è dunque parlato dell’ormai logorante questione legata alla Casina delle Rose, per poi addentrarsi nella polemica relativa all’installazione della pista di ghiaccio in Piazza del Popolo in occasione di quella che sarà l’edizione 2022 del Natale di Fermo (leggi il nostro articolo in merito). A tenere banco, però, è stato il tanto dibattuto tema relativo alle società partecipate ed è proprio qui che il confronto ha generato un vero e proprio dibattito.

A fare da apripista è stato Vallasciani che sulla gestione delle partecipate da parte dell’amministrazione Calcinaro ha detto: «In merito alla Solgas faccio un plauso al Comune per essere riuscito a vendere in tempi brevi e ad incassare un’importante cifra. Poi però recrimino che la cifra ottenuta non sia stata investita per un qualcosa di visibile. Avrei preferito un riscontro tangibile di quella vendita, un simbolo. Fare la manutenzione ordinaria con soldi straordinari è un errore, così come coprire il bilancio comunale con le entrate straordinarie – ha proseguito il dem -. Oggi non esistono più investimenti autofinanziati perché tutte le entrate servono per coprire spese di gestione. Da questo punto di vista abbiamo raschiato il fondo del barile. Non potendo aumentare le imposizioni dei tributi comunali, è chiaro che in qualche modo bisogna fare economia, ma questo non è possibile perché la gestione straordinaria oggi è più costosa. Ogni euro extra in più che arriva nelle nostre casse viene subito speso per sistemare i fabbisogni interni di bilancio».

In disaccordo la Luciani: «Perché con la vendita di una quota della Solgas bisognava farne un simbolo? Incomprensibile. Abbiamo preferito accontentare tutte le periferie con lavori ordinari e straordinari, come ad esempio i 450 mila euro per la Variante del Ferro. Si è scelto tra il fare un qualcosa di significativo che fosse per sempre attribuibile all’amministrazione Calcinaro, ma fine a sé stesso, o se invece usare i soldi per fare manutenzioni e rimettere a posto ciò che ne necessitava». E qui la frecciatina scoccata da Vallasciani: «Quindi avete deciso di tagliare l’erba più spesso e fare qualche asfaltatura?». A rispondere all’interrogativo del consigliere Pd ci ha pensato Borraccini: «Altri 750 mila euro sono stati utilizzati per Piazza Dante, mentre altre risorse sono state investite sul percorso fitness a Salvano. Il quartiere chiedeva da anni una zona dove far giocare i bambini e non credo che quell’opera si possa definire “polverizzare le risorse”. Un mausoleo by Calcinaro non serviva a nessuno. Serviva piuttosto fare interventi nelle periferie come riqualificare il centro sociale di Ete Caldarette o la nuova area bambini al Tirassegno. Era necessario far vedere la presenza del Comune in tutte le zone marginali».

Gionata Borraccini

Ma Vallasciani non ha mollato: «I soldi utilizzati per Piazza Dante sono stati un mero rimaneggiamento di un edificio decadente come lo era l’ex consorzio agrario per farci l’attuale sede della Polizia locale. Di Ruscio nella sua amministrazione fece un progetto importante dal punto di vista architettonico che meglio si inseriva in un contesto così delicato come quello della porta della città. Ora invece si vede l’abside di San Francesco sopra ed il capannone tinteggiato dell’ex consorzio sotto. Questo intendo con il “dare simboli nuovi alla città”: serviva piuttosto un nuovo edificio, architettonicamente accettabile, che riqualificasse Piazza Dante. Queste sono visioni politiche: io preferisco proiettarmi in un intervento importante di riqualificazione della città piuttosto che in piccoli interventi diffusi che nel breve tempo dovranno essere ripetuti». E questa volta è stata la Luciani a togliere la freccia dalla faretra: «Evidentemente questa visione politica ci ha portato a raggiungere il 71% nel secondo mandato, quindi l’elettorato ha sicuramente premiato le nostre scelte».

Nella parte conclusiva del confronto, i riflettori si sono spostati sull’ipotesi di fusione delle partecipate di Fermo con quelle di Porto San Giorgio e della condivisione – in termini logistici – dei servizi. «Sembrava cosa fatta tra Solgas e San Giorgio Energie ma qualche bagarre con l’ex sindaco Nicola Loira aveva bloccato tutto. Tuttavia penso che ora con Vesprini come primo cittadino la questione andrà avanti per il meglio – ha illustrato la Luciani -. La fusione è in agenda. Ora siamo in una fase di stallo perché in questo momento delicato per i costi energetici la società privata ha temporeggiato anche per l’approvvigionamento. Sicuramente io sono propensa a questa collaborazione, non fusione, tra i due paesi perché porterebbe ad un risparmio sui costi».

 

Non convinto sulle motivazioni della non avvenuta fusione Vallasciani ha ribadito che «nei patti sociali stipulati, la Sgr Luce & Gas Rimini ha inizialmente chiesto la governance ma poi ha deciso di interrompere tutto per valutare nuovi orizzonti sul fronte delle partecipate. C’è anche da dire che la fusione non si è fatta perché mentre le quote della San Giorgio crescevano quelle della Solgas diminuivano». Per Borraccini, invece, il concambio «era già stato stabilito e non è stato fatto solo per l’evolversi della situazione politica a Porto San Giorgio. La nuova società si sarebbe chiamata Solgas».

 

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