di Matteo Malaspina
Il report della Caritas Diocesi di Fermo presentato questa mattina fa un quadro sulla situazione della povertà e sull’esclusione sociale che sta attraversando il nostro territorio: +33% di persone che si sono rivolte ai centri di ascolto nel 2021 rispetto all’anno precedente, che si traducono in 20.489 interventi di cui 15.192 riguardano la distribuzione di pacchi, 587 di primi colloqui nei centri, 1.327 distribuzione di vestiario e 911 sussidi per affitti e bollette. La Caritas dove c’è stato maggior flusso è quella di Civitanova Marche (518 persone), seguita da Fermo, San Tommaso. Inoltre, sono stati erogati 3.224 pasti presso la mensa di Sant’Elpidio a Mare e 10.500 presso quella di Civitanova.
Il dossier parte dai numeri, ma dietro le cifre, dietro i dati ci sono i volti delle persone, c’è la rete di volontari Caritas e la rete dei servizi diffusi in tutto il territorio della Diocesi, dalla costa alla montagna. «Lavoriamo stimolando la comunità ad essere al fianco delle persone in un cammino che ci vede tutti coinvolti, per ridare dignità alle persone – dice la direttrice Barbara Moschettoni – Chi si rivolge a noi è gente in difficoltà economica e lavorativa, per lo più famiglie che vivono situazione difficili. Abbiamo notato che aumentano le richieste di persone locali, senza contare che i dati non tengono conto dell’aumento delle bollette e della crisi ucraina del 2022 che, in base ai dati parziali che abbiamo, peggiorerebbero ancora di più la situazione».
I colloqui e gli incontri fatti nei centri di ascolto evidenziano le nuove povertà e le solitudini delle persone presenti nel territorio che faticano a ”rimanere in piedi”. Ma la Caritas «non è un esercito della salvezza che risolve tutti i problemi – spiega l’arcivescovo di Fermo, monsignor Rocco Pennacchio -. Ordinariamente la Caritas ha la funzione educativa di educare, appunto, alla carità e, attraverso piccole opere, dà segnali su come risolvere i disagi. Far conoscere quello che la Caritas fa è un modo per raccontare le opere che nella quotidianità e in silenzio vengono portate avanti, un modo per narrare la carità e stimolare la comunità civile a fare qualcosa».
Ma la carità non è solo fatta di pacchi alimentari e sussidi, ma avere una visione progettuale su come inserire i poveri nel mondo del lavoro. A tal proposito, il Progetto Plus sviluppato in collaborazione con la cooperativa Tarassaco ha dato la possibilità a giovani e adulti disoccupati di inserirsi nel mondo lavorativo con tirocini.
«Il nostro focus è rivolto ai giovani attraverso molti progetti come il Progetto Policoro che ha portato a 48 colloqui lavorativi, 18 giovani assunti e 22 tirocini effettuati, o il servizio civile promosso a 25 ragazzi in un’esperienza che dà la possibilità di occuparsi degli ultimi e, magari, al termine del servizio restare nel mondo Caritas – aggiunge Moschettoni – Promuoviamo anche il volontariato nelle scuole e, attraverso il Progetto Domus, abbiamo accolto 10 persone negli appartamenti, 18 nei dormitori, 6 nei B&B e 69 hanno usufruito del sostegno del fondo affitti. Facciamo attività anche nel carcere di Fermo e aiutiamo al reinserimento nella società a chi esce dal periodo di detenzione».
Un lavoro che la Caritas non svolge da sola ma tramite l’aiuto e le collaborazioni di associazioni e cooperative, oltre ai servizi sociali. «C’è tutto un mondo del volontariato che si attiva sempre di più nel nostro territorio – conclude Moschettoni – Abbiamo bisogno di far crescere la sensibilità di impegno di volontariato verso coloro che sono più giovani e riuscire a fare rete con tutte le realtà della Diocesi».
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