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«Estremismi? Si superano con mediazione e moderazione tra progresso e conservazione»

L'ANALISI di Giuseppe Fedeli: «Occorrerebbe un processo di moderazione facendo implodere la tendenza di ciascuna "categoria" ad estremizzarsi, a scongiurare arbitrarie quanto incongrue strumentalizzazioni e conseguenti stigmatizzazioni in odio all'avversario. Perché ogni assolutizzazione si impania inevitabilmente nel vizio ideologico, ostacolo a una visione lucida e disincantata del reale»

Giuseppe Fedeli

di Giuseppe Fedeli *

Prendendo spunto dalla boutade di Ambrose Bierce: “è conservatore un uomo politico affezionato ai mali esistenti, da non confondersi col progressista che invece aspira a rimpiazzarli con mali nuovi“, si assiste ogni giorno, via tv, Radio, piattaforme web, alle stucchevoli diatribe, talk show, cronache, comunicati stampa dei vari schieramenti partitici. Tema: le schermaglie dei personaggi di spicco, dell’uno o dell’altro coté, gli uni contro gli altri armati, e per i quali i dibattiti non concernono i problemi reali che andrebbero affrontati e risolti ai vari livelli, ma invariabilmente l’aspra -quanto futile- battaglia tra le opposte bandiere. Gli scontri sono, per definizione, tra due schieramenti che, in modo comunque ambivalente, si definiscono “di destra” o “di sinistra”. Già Giorgio Gaber si chiedeva: ma cos’è di destra e cos’è di sinistra?…In linea teorica, si dovrebbero definire di destra quei partiti che sono conservatori, di sinistra quelli progressisti.
È il massimalismo dei partiti, che fungono da cerniera tra popolo e istituzioni, a confondere (pro domo sua) le idee, dacché ciascuna “conventicola” è intenta a porre in essere piani e soluzioni per il “presunto” benessere dei cittadini: in una spirale, invariabilmente, centrifuga, causa ed effetto dell’assolutismo di pensiero e azione.
Per cui: è giusto essere progressisti sull’immigrazione, aprendo lo porte a chiunque voglia venire in Italia…? Senza regole, freni e filtri, in assenza di progetti che aiutino i disgraziati “transumanti” nei loro paesi, e via dicendo? Un eccesso su questo tema creerebbe situazioni intollerabili, tale da far perdere il valore delle tradizioni e della cultura locali, oltre al senso e alle legittime aspettative di sicurezza. E, altro esempio, è giusto rispettare le scelte individuali di ordine sessuale, al punto da farne un modello di vita, da incoraggiare o emulare?…o adorare come un totem il progresso tecnologico, che si sta inverando nel transumanesimo? A parte l’ultima prospettiva, la risposta può essere anche affermativa: purché si ponga un argine a quei settori (ormai la maggioranza), il cui unico scopo è servire la logica del profitto.
Di qui la dicotomia, costruita ad arte: fascisti o comunisti?
Occorrerebbe un processo di mediazione/moderazione tra progresso e conservazione, facendo implodere la tendenza di ciascuna “categoria” ad estremizzarsi, a scongiurare aribtrarie quanto incongrue strumentalizzazioni e conseguenti stigmatizzazioni in odio all’avversario. Perché ogni assolutizzazione si impania inevitabilmente nel vizio ideologico, ostacolo a una visione lucida e disincantata del reale.

* giudice


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