Luigi De Magistris agli studenti del Polo Urbani: «Scegliete chi diventare, siate liberi» (Le Foto)

PORTO SANT'ELPIDIO - L'ex magistrato e sindaco di Napoli ha presentato il suo nuovo libro "Fuori dal sistema" ed ha intessuto un fitto dialogo con i ragazzi dell'istituto di via Legnano e con quelli collegati da Montegiorgio e Sant'Elpidio a Mare

 

 

di Leonardo Nevischi

È stata una mattinata intensa quella che si è consumata ieri presso l’aula magna dell’IISS “Carlo Urbani” di Porto Sant’Elpidio. Luigi De Magistris, politico ed ex magistrato italiano, conosciuto per essere stato il sindaco più longevo della storia di Napoli dal 1806 ad oggi (è stato in carica dal 2011 al 2021), è stato l’ospite d’onore dell’incontro organizzato dall’istituto di via Legnano, coordinato dai docenti Monica Lucaroni e Samuela Pallottini.

A partecipare circa 150 studenti provenienti da tutte le classi quinte del plesso elpidiense e altrettanti collegati in video da Montegiorgio e Sant’Elpidio a Mare. Un dibattito tutto centrato sul suo nuovo libro autobiografico “Fuori dal sistema”, che ripercorre la sua vita da politico e soprattutto da magistrato, passando per la travagliata vicenda di pubblico ministero di Catanzaro alle prese con l’inchiesta Why Not, l’indagine giudiziaria sui presunti intrecci tra politica, corruzione, malaffare, lobby e logge massoniche, con cui arrivò a sfiorare i vertici del Governo allora in carica.

La preside Laura D’Ignazi e Luigi De Magistris

Dopo un breve saluto di apertura della dirigente scolastica Laura d’Ignazi che ha spronato i suoi alunni «ad essere coraggiosi nell’interfacciarsi con De Magistris ed aprire la mente perché questo incontro vale più di mille spiegazioni scolastiche», è entrato in scena l’ex Pm che è andato subito in goal nel cuore dei ragazzi sfruttando l’assist della preside: «A proposito di coraggio – ha detto -, sono entrato in magistratura nello stesso periodo in cui la mafia aveva ucciso Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ricordo di aver consegnato gli scritti del concorso nelle mani di Francesca Morvillo il 22 maggio del ’92, il giorno prima dell’attentato di Capaci. Fu uno shock per me, che però mi fece capire l’importanza dell’andare in direzione ostinata e contraria, proprio come cantava De Andrè».

«La palestra più importante di formazione alla vita è la scuola: è qui che ho imparato quei valori che mi hanno accompagnano nella vita come l’onestà, la libertà, l’autonomia, l’indipendenza, la competenza, il coraggio, la passione, l’amore e la follia, che è la spinta a sognare e a tentare di conquistare i propri sogni. Ero uno scugnizzo che aveva 7 in condotta, ma a scuola mi hanno insegnato a pensare con la mia testa, aspetto fondamentale perché ti consente di confrontarti con gli altri ma di mantenere la tua idea». E qui cita il filosofo Søren Kierkegaard e la sua opera “Aut aut” per dire che «ognuno nella sua vita può decidere chi diventare, c’è sempre una scelta da fare. In un mondo comandato dal consumismo in cui ogni cosa ha un prezzo, io ho scelto di non averne e di essere un uomo libero». E per facilitare la comprensione ai ragazzi porta anche degli esempi tratti dal libro, come la storia del ragazzino che spacciava e che oggi, grazie alle sue scelte di vita, è campione di judo o quella del 16enne Davide Bifolco ucciso da un carabiniere in seguito ad un mancato alt. L’episodio scisse la città in due fazioni: chi appoggiava l’Arma e chi reputava il ragazzo una vittima. Tra questi vi era anche il padre di Davide, esasperato e pronto a farsi vendetta con l’appoggio della malavita, ma alla fine, messo dall’allora sindaco De Magistris nelle condizioni di avere pari opportunità di competere attraverso la giustizia, scelse la via del buonsenso.

De Magistris poi, rivolgendosi ai giovani volti che ha davanti e che non erano ancora nati, passa al racconto di quando, a 26 anni, arrivò a ricoprire la carica di Pm presso la Procura di Catanzaro. Qui è sceso nei dettagli, assorbendo completamente gli studenti presenti e raccontando diversi aneddoti della vita di un uomo delle istituzioni che è stato tradito, più volte, proprio dalle istituzioni. Parla di «un vaso di Pandora, dal quale, negli anni è uscito il putrido e la materia grigia di uno Stato infarcito di mele marce, tanto da diventare un frutteto» e cita Cartesio: «Lui diceva “cogito ergo sum” (penso quindi sono, è la formula con cui il filosofo esprimeva la certezza indubitabile che l’essere umano ha di sé stesso in quanto soggetto pensante) ma oggi ci vogliono far credere che più si pensa più si rappresenta un problema per la società. Invece, dovete pensare e poi agire. A me hanno infranto un sogno ma almeno ho sconfitto un ideale». Commovente il racconto del suo trasferimento dalla Calabria e l’aneddoto sul figlio Andrea, che a 6 anni gli chiese “papà, ma è vero che uno di questi giorni ti ammazzano?”. «Nel nostro paese si paga un caro prezzo se si persegue la giustizia e la storia ce lo insegna». Qui fa riferimento a Giordano Bruno e cita Giovanni Falcone: «I vigliacchi muoiono ogni giorno, i coraggiosi una volta sola».

Spazio, infine, alle tantissime domande che gli studenti gli hanno rivolto: dal suo rapporto con la stampa, al come essere un buon politico, passando per i tradimenti, la mafia, la paura e la caparbietà nel non mollare davanti alle avversità. Ed ecco il suo messaggio conclusivo agli studenti del Polo Urbani: «Qui ci sono vari indirizzi – alberghiero, tecnico commerciale e scientifico – e potete eccellere ed essere competenti nelle materie che studiate, ma se non avete umanità non siete nulla. È questo il primo insegnamento profondo che mi ha lasciato la vita. Non lasciatevi mai comprare, denunciate le ingiustizie e, soprattutto, lottate per la vostra libertà».

 

 


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page


Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




Gli articoli più letti