di Giorgio Fedeli (foto Simone Corazza)
«Sono dati e numeri che, seppur da attenzionare come d’altronde stiamo facendo, mi rincuorano perché sono lo specchio di un fattore fondamentale: le donne vittime di violenza stanno prendendo sempre più coraggio e denunciano i soprusi». A parlare è il questore di Fermo, Rosa Romano, che oggi è stata impegnata e presente in diversi appuntamenti organizzati dalla Polizia di Stato, anche a Fermo, per la Giornata contro la violenza sulle donne. Questa mattina il convegno organizzato dalla Commissione Pari Opportunità, ed oggi pomeriggio, al centro commerciale Oasi di Campiglione per la campagna informativa “Questo non è amore”. Ma non solo. Ieri a Porto Sant’Elpidio è stata inaugurata la panchina rossa sul lungomare in via Trieste (zona fontana rotonda), alle ore 16. Passando al prossimo mese, di nuovo a Porto Sant’Elpidio, appuntamento il 2 dicembre in occasione dell’incontro informativo organizzato dall’assessorato e la Commissione pari opportunità del Comune di Porto Sant’Elpidio avente ad oggetto: “La realtà della tratta, dello sfruttamento sessuale e della prostituzione” previsto per le ore 21,15 presso la sala La Piccola (zona stazione) di Porto Sant’Elpidio dove sarà presente il dirigente della Squadra Mobile. Il giorno dopo, a Fermo, alle 9,30, presso una scuola secondaria superiore di Fermo, in occasione del convegno “Relazioni tossiche foriere di violenza”, personale qualificato della Questura illustrerà gli aspetti pericolosi delle relazioni sentimentali e i percorsi da intraprendere per chiedere aiuto».
«Con queste iniziative – spiega il questore Romano – vogliamo rinvigorire il messaggio, rivolto alle donne, che la Polizia di Stato c’è. E vorremo anche le la cittadinanza sapesse quello che facciamo e che possiamo fare in caso di violenze, in questo caso di genere, a partire dall’ammonimento del questore. Nelle brochure che distribuiamo ci sono indicazioni su come muoversi per denunciare i soprusi». Ma andiamo a dati specifici sul Fermano nell’anno in corso: «Abbiamo fatto 23 ammonimenti. (Nel 2020 ne sono stati emessi 3, lo scorso anno 16). Di questi 23, dieci sono per violazioni domestiche e 13 su istanza di parte per atti persecutori. Abbiamo anche registrato 65 codici rossi, dalla violazione domestica allo stalking. Numeri che legittimano una certa preoccupazione a causa di fenomeni che, comunque, crescono. Ma il questore invita a una lettura più approfondita: «Non è una percezione di insicurezza quanto piuttosto del fatto che le donne iniziano a prendere coraggio, insomma che il ‘sommerso’ emerge. E con le nostre campagne di sensibilizzazione vogliamo proprio incentivare questa propensione a denunciare, a parlare, ad aprirsi». Sicuramente il Fermano con figure apicali come quella del prefetto (fino ad oggi) del vicario del prefetto, dello stesso questore o del dirigente della Squadra Mobile, tutte ricoperte da donne, aiuta. Se non altro per una sensibilità di donne che parlano ad altre donne. «Sicuramente la Polizia di Stato è pronta ad accoglierle, e non parlo solo logisticamente con una stanza di ascolto ad hoc – spiega Romano – noi questori abbiamo anche lo strumento dell’ammonimento che è una sorta di cartellino giallo per chi si macchia di soprusi, un ultimatum. Li invitiamo anche a sottoporsi a cure e molti accettano anche perché se si persiste, si incorre in denunce penali. Nel 2022 in tutta Italia sono stati emessi 1664 ammonimenti e i femminicidi sono scesi da 46 dello scorso anno a 34. Il D.L. 38/2009 ha previsto, con una evidente funzione preventiva, una misura monitoria che nasce con lo scopo di garantire alla vittima una tutela rapida ed anticipata rispetto alla definizione del procedimento penale poiché finalizzata a fare recedere dal proposito criminoso lo Stalker; pertanto, assume grande rilevanza nell’ambito della repressione degli atti persecutori. L’articolo 3 della legge 119/2013 ha esteso l’ammonimento ai casi di violenza domestica, prevedendone l’applicazione quando sussiste violenza fisica, psicologica con l’aggiunta della nuova fattispecie della violenza economica. Tale legge ha introdotto altre due novità di non poco conto, ovvero la possibilità di comminare l’ammonimento d’ufficio e anche in presenza di querela per percosse o lesioni lievi. Gli effetti concreti e reali dell’ammonimento consistono nella rottura dell’isolamento della vittima, situazione che è molto congeniale allo stalker o al maltrattante che, al pari di qualsiasi cacciatore, tende ad isolare la preda. Inoltre in caso di reiterazione delle condotte da parte dello Stalker scatta la procedibilità d’Ufficio con obbligo di comunicazione all’ Autorità Giudiziaria. L’efficacia dell’ammonimento è soprattutto legata proprio al rapporto più diretto che “l’agente” instaura con l’autore delle condotte persecutorie perché si entra in stretto contatto con le persone per convincerle anche a rivolgersi a centri per specializzati che li aiutino a desistere dall’adottare determinati comportamenti violenti sostenendoli nell’elaborare il disvalore delle loro azioni».
Nel Fermano, però, dati alla mano, crescono le liti in famiglia: «Purtroppo sì – conferma il questore – crescono a dispetto dei reati contro la persona che, invece, diminuiscono. Ma le liti in famiglia oggi non sono più circoscrivibili alla composizione bonaria di privati dissidi». E qui scatta l’applicativo Scudo. Dal marzo dello scorso anno, la Sala Operativa della Questura di Fermo utilizza l’applicazione Scudo realizzata per le Forze di Polizia. Si tratta di un programma che consente l’inserimento e/o la consultazione di dati relativi ad episodi rientranti nel cosiddetto “Codice Rosso” non sempre caratterizzati da particolare gravità o aggressività, come le liti verbali, ma che, attraverso la condotta abituale potrebbero assumere rilievo e diventare atti persecutori o maltrattamenti ai danni di familiari conviventi. Le maggiori informazioni qualitative e quantitative consentono agli operatori dei servizi di pronto intervento di avere maggiore contezza di precedenti interventi soprattutto ai fini dell’adozione di decisioni tempestive e sinergiche. In relazione all’applicativo Scudo, la Sala Operativa, nel 2022 ha ricevuto 126 richieste di intervento per liti in ambito familiare ed ha compilato, attraverso questo strumento applicativo, 65 schede per interventi riferibili a potenziali situazioni di rischio, inserendo dati quali, ad esempio, l’indirizzo, il numero di telefono e le targhe dei veicoli interessati che non sarebbero disponibili altrimenti nella fase del pronto intervento.
«Il fenomeno va combattuto quotidianamente, senza sosta e senza mai abbassare la guardia ma sono dati che, dal punto di vista meramente statistico – conclude il questore Rosa Romano – mi confortano perché, ripeto, il sommerso sta emergendo. Ora se interveniamo per una lite in famiglia, quell’intervento viene registrato nei nostri archivi. E se gli agenti dovessero essere chiamati a tornare in quella casa, anche a distanza di tempo, hanno ben presente i precedenti. Se le situazioni critiche dovessero concretizzarsi in reiterazione, potrebbe anche scattare l’ammonimento di cui parlavamo. Dobbiamo combattere anche contro un muro spesso culturale. Le violenze non sono solo fisiche ma anche psicologiche o anche economiche. Ci sono purtroppo ancora tante donne che si lasciano convincere, a volte anche dai familiari stessi, che è così che deve essere, che quel tipo di atteggiamento da condannare deve essere visto come per normale, che “lui non lo farà più” o che “lui è fatto così ma ti ama”. No, questo non è amore».
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