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Pro loco, lo sfogo di Agostini: «Deluso da qualche nuovo giovane tesserato, sodalizio spaccato»

PORTO SAN GIORGIO - «I giovani, a noi della “vecchia guardia”, sicuramente avrebbero insegnato molto e magari tra un confronto e l'altro, avrebbero avuto la meglio. Invece, scaltrezza e una smisurata smania di protagonismo di alcune persone tra un selfie e un altro, hanno spaccato l'associazione»

Massimo Agostini

di Serena Murri

Per Massimo Agostini, presidente uscente della Pro Loco, dopo le votazioni per il rinnovo delle cariche del sodalizio, è arrivato oggi il  momento di togliersi qualche sassolino dalla scarpa, esprimendo alcune considerazioni sulla questione proprio del rinnovo delle cariche.

«Riallacciandomi alle parole espresse alcuni giorni fa, da Nicola Loira, ex primo cittadino di Porto San Giorgio, manifesto una certa delusione su come si è svolta l’assemblea del 27 novembre 2022 e su come si arrivi a far parte di un’associazione. Sono fortemente convinto che – le parole di Agostini – ogni generazione sia caratterizzata da un proprio bagaglio di competenze ed esperienze, ed è proprio dalla collaborazione tra queste due diverse energie, da un lato l’esperienza del più anziano, dall’altro la nuova visione dei giovani, cha cui nascono nuove idee».

«I sangiorgesi – rimarca Agostini – che hanno lavorato sodo in questi anni, nel bene e nel male, perché ahimè nessuno è perfetto, meritavano sicuramente più rispetto, più chiarezza e non da ultima una certa eleganza di stile nell’ingresso in una nuova associazione. Collaborazione, intraprendenza, dinamicità. Sarebbero state queste le caratteristiche che mi sarei aspettato da questi nuovi tesserati. Anche la critica, se costruttiva, sarebbe potuta diventare un momento di condivisione. I giovani, a noi della “vecchia guardia”, sicuramente avrebbero insegnato molto e magari tra un confronto e l’altro, avrebbero avuto la meglio. Invece, scaltrezza e una smisurata smania di protagonismo di alcune persone tra un selfie e un altro, hanno spaccato un’associazione che doveva, come dice la parola stessa operare a “favore e per il bene del luogo».

Riguardo «alla questione Pro Loco come ufficio di collocamento, non mi pronuncio – ha concluso Agostini – Dico solo che nella mia famiglia si è sempre studiato e lavorato per raggiungere un obiettivo».


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