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Tributi, sangiorgesi in debito col Comune per un milione di euro. Intanto le bollette di ottobre tornano a calare

PORTO SAN GIORGIO - Ammonta a circa un milione di euro il credito vantato dal Comune rivierasco nei confronti dei contribuenti sangiorgesi. Nel calderone, ovviamente, le principali imposte: Tari, Imu, Ici. E' quanto emerso nell'ultima seduta della Commissione consigliare presieduta da Renzo Petrozzi.

comune psg

di Sandro Renzi

Ammonta ad un milione di euro circa il credito vantato dal Comune di Porto San Giorgio nei confronti dei contribuenti sangiorgesi. Nel calderone finiscono, tra le altre imposte, Tari, Imu ed Ici. Ed è quanto emerso nell’ultima commissione consigliare presieduta da Renzo Petrozzi. Le operazioni di riscossione non sono rapide né semplici, tanto più se l’ufficio tributi, per ammissione dell’assessore al bilancio, Alessandra Petracci, è alle prese con una carenza di personale ormai endemica, che non permette di effettuare verifiche approfondite e controlli incrociati costanti «come nel caso delle seconde case». La richiesta di implementare l’organico è stata avanzata ma, sembrerebbe, con pochi risultati.

Nel frattempo sarà l’Ica, già concessionaria del servizio di accertamento e riscossione dei cosiddetti tributi minori e del servizio di riscossione coattiva di tutte le entrate comunali, ad occuparsi dell’aggiornamento della banca dati tributaria e a supportare l’ufficio per poco più di anno, fino al 31 dicembre 2023. La somma stanziata per la società ligure è di 23.960 euro più iva. A farla da padrone è soprattutto la Tari. Sono infatti oltre 10mila gli avvisi bonari annualmente trasmessi per un importo complessivo di oltre 3.500.000 euro. Sono invece 2.500 gli avvisi di accertamento all’anno per omesso o parziale versamento dell’Imu e della Tari stessa per un importo che si attesta sui 600.000 euro. A questi si aggiungono, a titolo esemplificativo, come si legge nella determina 58, altri 800 0 1000 avvisi di accertamento per infedele o omessa dichiarazione Tari per un importo che può variare tra gli 80mila ed i 150mila euro. Intanto una buona notizia arriva sul fronte dei costi energetici. Le bollette di ottobre sono infatti inferiori addirittura allo stesso periodo dello scorso anno. Ciò riguarda tanto la sede comunale quanto la spesa per la pubblica illuminazione. Merito di una contrazione dei consumi, in sostanza si sta più attenti a quanto ed a quando viene accesa la luce anche negli uffici pubblici, e di un calo di alcune voci legate al costo dell’energia. Utenze quindi meno salate consentono di far tirare un sospiro di sollievo all’Amministrazione Vesprini che aveva accantonato 100mila euro per coprire i costi del caro-energia e forse potranno essere spalmati nel prossimo anno.


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